Dati FITOK 2017: Rintracciabilità Fitosanitaria opportunità di sviluppo

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Nel 2017  sono aumentate del 3% le aziende italiane che hanno scelto di produrre a marchio Fitok, con circa 2.550.000 m3 di legno trattato.
Nell’ultimo anno quasi 1.500 imprenditori hanno visto nel Riferimento di Rintracciabilità Fitosanitaria un’opportunità di sviluppo, consolidando il loro posizionamento sul mercato internazionale.

Produrre a marchio FITOK significa godere di significativi margini di vantaggio della propria capacità di penetrazione nei mercati mondiali, riducendo il rischio di utilizzo delle barriere fitosanitarie da parte dei Paesi importatori”, afferma Daniela Frattoloni, Coordinatrice del Comitato Tecnico FITOK.

Quando si parla di rintracciabilità il primo pensiero va al cibo e alla sicurezza alimentare,  l’attenzione deve però essere riservata non solo al contenuto ma anche al contenitore che permette alle merci di arrivare integre e puntuali sugli scaffali dei supermercati di tutto il mondo. Un’attenzione che sta riscuotendo un interesse crescente da parte degli imprenditori italiani a causa dell’intensificarsi degli scambi commerciali e dell’aumento del rischio della diffusione di organismi nocivi.

Attraverso il Comitato Tecnico FITOK, Conlegno (Consorzio Servizi Legno Sughero) organizza e controlla la filiera produttiva relativa agli imballaggi in legno per garantire il corretto trattamento fitosanitario.
Solo nel 2017, sono stati 2’547’637 i metri cubi di legno complessivamente trattati, di cui il 63% (1.615.799 m3) lavorato dai Soggetti 7.1 (operatori che eseguono il trattamento termico), mentre il restante 37% (931.838 m3) realizzato dai Soggetti 7.2 (operatori che producono imballaggi in legno con materiale precedentemente trattato).
Numeri che evidenziano un leggero calo complessivo del -1,9%, rispetto ai 2.595.954 m3 di materiale trattato nel 2016, dovuto principalmente a un aumento dell’utilizzo di materiali esenti dall’applicazione dello standard ISPM n.15, come per esempio tavole di compensato e pannelli di OSB.

Tutti gli imballaggi destinati a esportazioni extra-UE devono uscire dall’Italia con il marchio IPPC/FAO-FITOK affiancato dal Riferimento di Rintracciabilità Fitosanitaria, garantendo quotidianamente qualità e sicurezza fitosanitaria grazie alle oltre 3’500 ispezioni all’anno effettuate presso le aziende autorizzate FITOK– spiega Daniela Frattoloni, Coordinatrice del Comitato Tecnico FITOK.

I Servizi Fitosanitari Regionali ed il Soggetto Gestore hanno infatti ritenuto che l’inserimento di un numero di lotto (Riferimenti di Rintracciabilità Fitosanitaria), in grado di creare un collegamento univoco tra trattamento fitosanitario e imballaggi in legno trattati, o prodotti con materia prima già trattata, fosse essenziale per garantire la massima rintracciabilità e sicurezza di avvenuto trattamento.
Di fianco al logo IPPC/FAO, simbolo internazionale riconosciuto, si posiziona infatti il codice identificativo dell’azienda che ha effettuato il trattamento o che ha prodotto l’imballaggio con materia prima già trattata, mentre sotto è presente il Riferimento di Rintracciabilità Fitosanitaria formato da sei cifre: le prime quattro rappresentano il numero progressivo con cui viene identificato il lotto di produzione, mentre le ultime due corrispondono all’anno in cui è stato effettuato il trattamento o la produzione con materia prima già trattata.

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