Dazi e guerre commerciali

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Fabio Sdogati, docente di economia internazionale al Politecnico di Milano, spiega come e perché i dazi imposti da Trump fanno parlare oggi di guerre commerciali come di qualcosa che potrebbe realmente avvenire.
Queste guerre commerciali sarebbero però non bilaterali ad esempio Stati Uniti vs Unione Europea oppure Stati Uniti vs Cina ma sarebbe una guerra globale.

Molti di noi pensano ancora che i paesi siano specializzati nella produzione di certe merci per esempio l’Italia specializzata nella produzione di abbigliamento e la Corea nella produzione di navi, questo modo di pensare era sicuramente corretto fino a poche decine di anni fa mentre oggi non è più adeguato.
Noi oggi dobbiamo parlare di catene globali di produzione dove praticamente nessun prodotto è fatto, costruito e realizzato in un solo paese ma viene realizzato, costruito e fatto in più paesi nel senso che le imprese di ciascun paese contribuiscono con semilavorati, prodotti intermedi, progettazione, design ecc ecc…
La produzione è veramente una produzione globale.

Gli economisti hanno iniziato a studiare questo fenomeno  a partire grosso modo dalla metà degli anni ottanta e oggi è un modo di produrre molto diffuso.
Allora quando gli Stati Uniti impongono un dazio per esempio contro la Cina o contro l’Unione Europea in realtà quel dazio non colpisce solo quel paese ma colpisce a cascata tutte le imprese, tutti i Paesi che contribuiscono alla realizzazione di quel prodotto.

Ad esempio se il dazio viene imposto dagli Stati Uniti contro un prodotto cinese il quale è stato realizzato assemblato prevalentemente in Cina con però semilavorati provenienti dal Vietnam, dalla Corea del Sud, dal Giappone; questo implica che tutti quei paesi ne soffriranno.

L’implicazione è quindi che non sarebbe purtroppo una guerra bilaterale ma si formeranno degli schieramenti, delle alleanze e tanti paesi soffriranno da questa scelta politica oltre ovviamente ai consumatori del paese che impone il dazio.

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