Conte ha annunciato il doloroso, ma necessario, “rallentamento del motore economico dell’Italia”, per consentire una ripartenza più forte nel post – coronavirus.
Sino al 3 aprile saranno dunque fermate tutte quelle attività non strategiche: servizi essenziali che contempleranno sicuramente la grande distribuzione alimentare, i servizi bancari e quelli postali, ma anche settori industriali come quello alimentare, dell’energia e dei trasporti.
Prima di lunedì 23 marzo dovrà essere ufficializzato l’elenco, ben più ampio, delle attività ritenute strategiche.
Una testata, senz’altro affidabile, come il Sole24Ore ha messo a disposizione una bozza dell’elenco dei comparti industriali e dei servizi che potrebbero rientrare nel provvedimento.
La bozza è corredata dai relativi codici Ateco.
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Industrie e trasporti strategici
Tra le industrie che certamente rimarranno attive ci sono quelle del settore alimentare, che comprendono anche i settori di pesca e acquacoltura, agricoltura e bevande.
Altrettanto certe sono le dispense per quelle industrie che producono strumenti, macchine e dispositivi in campo medico ed elettromedicale, oltre che manifatture relative ai tessuti, con la restrizione ai soli prodotti essenziali, intesi come materie prime per altre lavorazioni strategiche (ad esempio i tessuti non tessuti impiegati in molte applicazioni tecniche) e prodotti finiti come camici e indumenti da lavoro.
Stesso motivo per cui altre fabbricazioni potrebbero essere salvaguardate, oltre che per motivi strategici industriali, come nel caso di materie plastiche e lavorati e semilavorati metallici.
Ovviamente sono essenziali i settori farmaceutici ed energetico.
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Vi sono poi i servizi di pulizia e sanificazione su larga scala, attività legate alla comunicazione, alcuni settori legati al commercio all’ingrosso e diverse attività di manutenzione, specie per quanto riguarda gli impianti.
I trasporti, ferroviario merci, merci su gomma, aereo, sono a tutti gli effetti servizi essenziali per la filiera industriale che rimarrà aperta e per la distribuzione al pubblico dei beni irrinunciabili.
Si attende tuttavia la pubblicazione definitiva delle attività ritenute strategiche da parte del Governo.