Integrazione più spinta tra Farmacentro e Farmintesa

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Per la cooperativa di farmacisti del Centro-Italia la piattaforma lombarda diventa avamposto logistico per snellire i flussi e fare saving: la merce arriva ai depositi già pronta per l’immediato trasferimento ai punti vendita, al picking o alle scorte.

di Ilaria Iglesias

Una propaggine logistica posizionata a Carpiano, individuato come baricentro del bacino che raccoglie buona parte dell’industria farmaceutica, e capace di raccogliere gli ordini preparandoli già con l’assegnazione della priorità d’impiego: codice rosso per quelli da inviare subito alle farmacie associate appena giunti al deposito di competenza e gli altri, meno urgenti e distinti, pronti da mettere al picking oppure sugli scaffali destinati alle scorte.
Protagonisti dell’innovazione sono Farmintesa Logistica, la piattaforma nel Milanese appunto, e Farmacentro, la cooperativa per la distribuzione intermedia del farmaco al servizio di circa mille farmacie presenti soprattutto nel Centro-Italia, che dispone di tre depositi, a Perugia, Bologna e Jesi (An) dai quali è in grado di rifornire i punti vendita in due ore e mezza dal ricevimento dell’ordine, di cui soli 30 minuti per l’effettiva preparazione.
“La rapidità che distingue il rifornimento delle farmacie è una caratteristica storica del settore – racconta Alessandro Bruschi, amministratore delegato di Farmacentro – ma non ci si è mai seduti sugli allori. Anche perché la logistica viene costantemente messa in tensione dai continui cambiamenti del mercato. Si pensi, per esempio, alla nuova normativa sulla spending review che, promuovendo la penetrazione del farmaco equivalente, non di marca, meno costoso,  sviluppa un aumento del numero di pezzi movimentati e di consegne a fronte di una diminuzione del valore. La logistica deve quindi costantemente ricercare aree di efficienza per mantenere i costi al minimo”.

Margini in riduzione
La stessa logistica si presenta già come una chiave di volta per limitare le conseguenze negative del mercato del farmaco in contrazione in termini di valore e sul quale Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco che opera su vigilanza del ministero della Sanità, sta effettuando un monitoraggio per verificare le possibili soluzioni per gli aspetti più critici. Si tenga presente che lungo la filiera, la distribuzione all’ingrosso resta comunque fondamentale per avere sul territorio, cioè a una distanza ravvicinata dalle farmacie, quel polmone di scorta che permette a queste ultime di essere rifornite in un paio d’ore anziché in giorni come sarebbe inevitabile se i magazzini fossero quelli dell’industria.
Il problema per la distribuzione intermedia consiste nell’essere retribuita a percentuale ed è ovvio che, riducendosi il valore del prodotto, si riducano anche i margini per volumi di lavoro che tendono al contrario ad aumentare. Per questa ragione le organizzazioni rappresentative delle farmacie hanno proposto che il margine non sia più determinato soltanto dalla percentuale del valore della merce, ma tenga conto anche della movimentazione dei pezzi avviando un tavolo di trattativa con l’amministrazione pubblica e Aifa che sorveglia l’andamento dei prezzi dei farmaci (si veda il box).
Tornando alla piattaforma Farmintesa, essa è costruita in una logica cross-docking: consolida i prodotti ricevuti da 52 fornitori e li consegna a 24 depositi distribuiti in tutta Italia (Farmacentro è uno dei soci). Da un punto di vista del layout la piattaforma è suddivisa in tre aree. La prima è riservata alla ricezione della merce, la seconda è dominata da un sorter mentre nella terza si occupa del confezionamento e dell’applicazione delle etichette logistiche su quanto spedito. Etichette leggibili a valle da Farmacentro in maniera tale da poter immediatamente posizionare, come s’accennava, la merce dove stabilito snellendo il flusso distributivo.

Consolidamento degli ordini
E se Farmacentro non è dunque l’unica ad usufruire dei servizi avanzati di Farmintesa, certo ne sa fare ottimo uso visto che ben il 35% della merce ricevuta giunge da Carpiano, la cui struttura è a sua volta approvvigionata da decine d’industrie anch’esse avvantaggiate dal poter spedire carichi completi in un solo punto anziché disperdere energie in decine di consegne.
In sostanza Farmintesa non fa altro che raccogliere gli ordini di Farmacentro e delle altre realtà simili, li consolida in volumi consistenti, effettua a quel punto delle maxi-commesse all’industria e ripartisce in seguito la merce acquistata secondo gli ordinativi ricevuti dalla distribuzione intermedia, grazie all’integrazione informatica avanzata, applicando un modesto ricarico a compensazione dei suoi costi.
Com’è chiaro la piattaforma lombarda permette a Farmacentro di tendere la catena logistica attenuando gli effetti della crisi che hanno permesso alla cooperativa di farmacisti costituita decine di anni fa, per meglio intervenire nella distribuzione intermedia del farmaco, di toccare nel 2011 i 335 milioni di euro di fatturato.
Nei tre magazzini propri di oltre 25.000 mq complessivi di superficie di stoccaggio,  vengono gestite oltre 45.000 referenze con una movimentazione annua pari a 52 milioni di pezzi, 26 milioni di righe di prodotti e 520.000 consegne alle Farmacie.
Tra le iniziative che più hanno contribuito al successo di Farmacentro vi è la dematerializzazione spinta della documentazione, l’impiego di tecnologie avanzate in tutte le fasi operative come la tracciatura istantanea dei prodotti in distribuzione (check & trace), l’utilizzo del voice picking nei depositi e del web nel dialogo continuo non solo con le farmacie, per lo scambio in tempo reale delle informazioni, ma anche tra le stesse farmacie e i loro clienti attraverso siti internet personalizzati.

Acquisti calendarizzati

Alessandro Bruschi, ad di Farmacentro

“Dopo aver ridotto con la piattaforma di cross-docking da 30 a 6 mezzi alla settimana l’arrivo nei nostri depositi, migliorando ulteriormente l’integrazione con Farmintesa abbiamo potuto anche calendarizzare meglio gli acquisti, ridurre i tempi di attraversamento e ottimizzare le aree di magazzino”, osserva Bruschi.
Il meccanismo è studiato in maniera tale che Farmintesa avvisi Farmacentro con qualche giorno d’anticipo su ciò che arriverà nei depositi permettendo alla cooperativa di ottimizzare gli spazi di magazzino allocando i prodotti in aree di raccolta. Tra i vantaggi la riduzione dei tempi di percorrenza nei depositi e la saturazione degli spazi per la messa a dimora, con la creazione di un caso da manuale di logistica collaborativa grazie alla forte integrazione dei sistemi.
Integrazione accentuata di recente. Fino a qualche mese essa era infatti solo documentale. In passato Farmacentro doveva mandare a Farmintesa l’ordine che quest’ultima raggruppava con altri provvedendo in seguito a rimandare in formato elettronico una bolla che annunciava la spedizione imminente della merce. Una volta ricevutala, Farmacentro doveva comunque controllarla ripartendola per urgenze varie o stock. Ora, invece, Farmacentro comunica giornalmente in automatico a Farmintesa quali sono le ubicazioni libere nei suoi tre magazzini e quest’ultima, sempre in automatico, abbina le merci in spedizione a quelle stesse ubicazioni tenendo conto in partenza delle urgenze (codice rosso), picking o stock di magazzino. “È sufficiente che il nostro operatore ‘legga’ il bancale in ingresso per sapere all’istante dove la merce è destinata. Per questo consideriamo Farmintesa una sorta di magazzino avanzato, una nostra propaggine separata fisicamente da un trasporto. Tuttavia, quando la sua merce arriva non dobbiamo trattarla come quella che giunge da un normale fornitore in quanto è già controllata ed etichettata considerando l’ubicazione di magazzino che l’attende”.
Tutto ciò è possibile grazie all’interfacciamento dei gestionali di Farmintesa e Farmacentro, sviluppata dai partner tecnologici Vega e Infarma, che dialogano costantemente man mano che ci si avvicina la consegna della merce facendo sì che essa venga suddivisa nelle tre modalità come conseguenza dell’andamento del consumo e dello smaltimento delle scorte.

Margini da rivedere per la distribuzione (per non mettere a rischio la supply chain)
Positivo, per Federfarma e Assofarm (organismi rappresentativi delle farmacie), l’esito dell’incontro avuto con il ministro della Salute, Renato Balduzzi, per discutere del rinnovo del sistema di remunerazione di farmacisti e grossisti dopo che il ministero della Salute e dell’Economia avevano messo in dubbio la validità dell’accordo siglato dalle organizzazioni sindacali e Aifa nello scorso ottobre. “Il Ministro, in un clima di concreta collaborazione, ha mostrato di apprezzare la disponibilità manifestata e di comprendere le motivazioni che ispirano l’operato delle due organizzazioni – ha riferito Federfarma, secondo cui – il tenore della discussione e l’atteggiamento del ministro fanno ritenere che il prosieguo dell’iter di revisione dei criteri della remunerazione della filiera potrà vedere partecipi anche le rappresentanze delle categorie interessate con le istituzioni direttamente coinvolte”.
A Balduzzi, Federfarma e Assofarm hanno illustrato diffusamente la posizione della categoria sulla situazione creatasi in materia e le aspettative che la farmacia italiana riconnette al cambio di metodologia di remunerazione, “unico strumento reale per arrestare la continua erosione della redditività”. Federfarma e Assofarm hanno riconfermato la disponibilità ad evitare che la modifica dei margini possa influire su soggetti esterni alla trattativa, in particolare sui cittadini, “esigenza, peraltro, che aveva ispirato l’originaria proposta della categoria”.  
Nel corso dell’incontro, le due organizzazioni hanno anche consegnato a Balduzzi la nota congiunta indirizzata anche al ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, alla Conferenza delle Regioni, e al direttore generale dell’Aifa, Luca Pani, per formalizzare la propria posizione in ordine alle osservazioni critiche mosse all’accordo sulla remunerazione che ha conseguenze dirette sulla logistica del settore.

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