Idrogeno: un carburante green per il trasporto pesante

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L’idrogeno verde può essere un’opzione commercialmente praticabile per alimentare i camion pesanti ma si confronta con la realtà delle grandi spese infrastrutturali

Il problema della decarbonizzazione e, quindi, della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra nell’intero comparto del trasporto, ha portato all’individuazione di fonti energetiche alternative rispetto a quelle di origine fossile.

L’industria dell’automotive mostra di aver scelto, quale indirizzo nel breve e medio termine, la trazione elettrica che però necessita, per rispondere appieno all’obiettivo di zero emissioni, di essere generata da fonti rinnovabili.

Nel contempo continuano gli studi e le sperimentazioni su altre forme di carburanti, tra cui gli e-fuel, di origine sintetica, e, soprattutto, l’idrogeno.

Quest’ultimo rappresenta una tecnologia ormai matura sul piano industriale, di grandi potenzialità e con le carte in regola per proporsi come la vera alternativa del futuro per alimentare ogni tipo di veicolo.

Già oggi potrebbe essere presa in considerazione per il trasporto pesante dove non è pensabile utilizzare motorizzazioni elettriche a batterie, in primis per questione di peso e, quindi, per l’autonomia limitata.

Eventuali forme di diffusione di massa sembrano al momento premature e potranno avvenire in tempi più lunghi

Al CERAWeek, uno dei maggiori eventi mondiali sull’energia, tenutosi a Huston in Texas dal 6 al 10 marzo 2023, se ne è discusso evidenziando le criticità esistenti soprattutto in termini di infrastrutture e costi.

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Infrastrutture e vantaggi

La grande incognita per lo sviluppo di questo mercato è rappresentata principalmente dalla disponibilità di infrastrutture la cui realizzazione richiede un sostanziale investimento iniziale.

È pur vero che nel tempo tale investimento potrà essere ammortizzato e compensato, non solo dal risparmio sul costo del rifornimento ma anche dal superamento di alcune criticità dell’alternativa elettrica come la durata notevolmente superiore delle celle a combustibile rispetto alle batterie nonché la maggiore stabilità della carica.

All’ingresso, comunque, l’esborso finanziario non è trascurabile e, pertanto, nelle numerose conferenze e dibattiti tenutisi al CERAWeek si è auspicata una indispensabile collaborazione da parte dei diversi soggetti coinvolti nella catena di forniture e produzione, principalmente i fornitori di carburante, i costruttori di applicazioni e i produttori di celle a combustibili oltre alle imprese di autotrasporto.

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Costi e incentivi statali

Secondo alcune stime, il costo di gestione di un camion a idrogeno è circa la metà di uno equivalente alimentato a diesel, ma su di esso grava l’investimento iniziale che rischia di squilibrare la struttura dei costi e limitare l’interesse che, in molte realtà logistiche, è considerato molto forte. 

Un interesse, peraltro, acuito dalla pressione esercitata sul piano della salvaguardia ambientale da molti stati, che cercano formule di incentivazione efficaci.

Negli Stati Uniti, l’Inflation Reduction Act (IRA) firmato dal presidente Biden ad agosto 2022, contiene disposizioni molto articolate per le infrastrutture destinate all’idrogeno.

In particolare, è previsto, per l’idrogeno verde, il più “pulito”, quasi ad emissioni zero in quanto prodotto da energie rinnovabili, un credito di imposta di 3 dollari al chilogrammo, che va diminuendo per tipologie di qualità inferiore e più inquinanti.

Una misura mirata a ridurre i costi e stimolare la domanda, che però non appare gradita ai paesi europei che la considerano una forma di aiuto di stato che altera la realtà del mercato e della concorrenza.

Un’altra formula sponsorizzata negli USA è il California Low Carbon Fuel Standard che incentiva l’uso di carburanti a basse emissioni di carbonio, tra cui l’idrogeno, facendo maturare crediti che possono essere venduti a società che non riescono a raggiungere i propri obiettivi di basse emissioni.

Il problema dei costi, e quindi del prezzo dell’idrogeno sul mercato, rimane però cruciale in quanto, secondo alcuni grandi operatori logistici, tra cui Amazon, l’obiettivo deve essere quello di un prezzo inferiore a quello del diesel.

Oggi l’idrogeno verde, prodotto interamente da fonti rinnovabili, avrebbe un prezzo di circa 100 dollari per MWh, contro un prezzo del petrolio tra gli 80 e 90 dollari per MWh.

La strada appare quindi ancora lunga ma è opinione diffusa che i costi di produzione diminuiranno naturalmente man mano che la domanda aumenterà.

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