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Dwell Time: un nemico invisibile della Logistica  

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Foto di AVAKA photo da Pixabay

Il tempo è oro” è un detto quanto mai vero nel settore della logistica, nella quale l’efficienza con cui si effettuano le operazioni è fondamentale a tutti i livelli e in tutte le sue branche: l’esempio più scontato fa pensare subito alle spedizioni, che devono essere rapide per soddisfare le aspettative dei clienti. Esiste tuttavia un problema spesso sottovalutato che può minare la produttività e incrementare i costi: il dwell time’ – letteralmente: ‘tempo di permanenza

Questa espressione identifica il tempo in cui merci, camion o risorse rimangono inattivi in vari punti della supply chain, ritardando il flusso delle operazioni. Identificarne le cause, cosa comporti e quali soluzioni siano percorribili per ridurlo è decisamente utile per i manager logistici.  

Che cos’è il Dwell Time?

Il ‘dwell time’ rappresenta il tempo di permanenza (o di sosta) in cui prodotti e mezzi di trasporto rimangono fermi, senza avanzare verso la destinazione finale. 

È una condizione che può verificarsi in diversi punti del processo logistico, come durante l’attesa tra la ricezione dell’ordine e la sua preparazione, durante il tempo necessario per il picking e l’imballaggio, oppure in caso di ritardi tra la creazione dell’etichetta di spedizione e il tracking, oppure sotto forma di periodi di inattività tra l’assegnazione del tracking e la partenza effettiva della spedizione.  

Sebbene questi intervalli sembrino tutti, se presi singolarmente, trascurabili, sommati possono incidere pesantemente sull’efficienza aziendale.  

Gli effetti negativi del Dwell Time  

I tempi morti hanno molteplici conseguenze dirette e indirette sulle operazioni logistiche; essi influiscono infatti sull’aumento dei costi operativi, in quanto esiste una correlazione diretta fra tempo fermo e spese di stoccaggio, manodopera e trasporto. 

Un inventario bloccato e ritardi nelle spedizioni compromettono il ritmo della supply chain, da cui consegue una riduzione della produttività ed un aumento di incorrere in disservizi: i problemi legati al dwell time possono propagarsi, decurtando la capacità di soddisfare la domanda.  

L’effetto domino che si genera rischia poi di compromettere i rapporti con gli altri partner logistici, in quanto magazzini o trasportatori che risultino inefficienti perdono credibilità.  

Infine, ma non ultima conseguenza per importanza, viene l’insoddisfazione dei clienti, la cui fiducia nel servizio offerto viene minata dai lunghi tempi di attesa.  

Come ridurre il Dwell Time? 

Ottimizzare i tempi e migliorare la gestione logistica sono obiettivi inseguiti da ogni azienda che operi nel settore: non si tratta di miraggi, si possono adottare diverse strategie, ma occorre avere le idee molto chiare ed essere fermi e determinati nel seguirle.  

Un primo step passa attraverso l’ottimizzare la pianificazione dei carichi e degli spazi, ossia organizzare i prodotti per minimizzare i tempi di picking, massimizzando lo spazio disponibile, cui deve sommarsi la gestione efficiente delle banchine per creare un flusso costante di arrivi e partenze e ridurre i tempi morti.  

Un altro punto importante sta nel migliorare la comunicazione, con procedure di check-in e tracking efficienti al fine di garantire operazioni senza intoppi, mentre aiuta anche implementare il cross-docking, ossia eliminare lo stoccaggio intermedio per accelerare l’invio delle merci.  

Ad oggi è poi fondamentale sfruttare la tecnologia per accelerare i processi, i software per la gestione del magazzino (i cosiddetti WMS) sono importantissimi nell’ottimizzare il controllo dell’inventario e la preparazione degli ordini.  

La tecnologia, allo stato attuale commerciale, è molto pervasiva e può integrarsi nella maggior parte dei processi: l’uso di RFID e altri sistemi avanzati di tracking garantiscono il monitoraggio in tempo reale delle merci, l’automazione e la robotica stanno invece riducendo l’intervento umano nei processi ripetitivi, tagliando costi e tempi di movimentazione dei prodotti. 

Inoltre, l’Intelligenza artificiale (AI), il cui uso è ancora a livello elementare nella maggior parte delle aziende, permette già di analizzare dati storici per prevenire inefficienze e ottimizzare le operazioni future.  

Malgrado il ‘dwell time’ sia un nemico silenzioso dell’efficienza logistica, ignorarlo significa aumentare i costi, ridurre la produttività e mettere a rischio la soddisfazione del cliente; ottimizzando i processi e sfruttando le tecnologie giuste, le aziende possono però facilmente ridurre i tempi di inattività e garantire un servizio più rapido e competitivo.  

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