Attese al carico e scarico: i principi non negoziabili della nuova legge chiariti da FIAP

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Con la conversione del Decreto Infrastrutture (DL 73/2025) nella Legge 105/2025, il settore dell’autotrasporto vede finalmente introdotte regole chiare e vincolanti sulle attese durante le operazioni di carico e scarico

La riforma dell’articolo 6-bis del D.Lgs. 286/2005 stabilisce tempi certi, indennizzi chiari e non contrattabili e responsabilità condivise, con l’obiettivo di proteggere la categoria degli autisti, di migliorare la sicurezza stradale e di avere una ricaduta positiva sulla funzionalità dell’intera filiera. 

FIAP, la Federazione Italiana Autotrasportatori Professionali, ha contribuito attivamente alla definizione della norma e, con un articolo a firma del suo segretario generale sul proprio sito web, ne offre un’interpretazione rigorosa e inequivocabile.

La franchigia di 90 minuti: tempo massimo di attesa gratuito

La nuova norma introduce una franchigia di 90 minuti – un taglio netto rispetto alle due ore previste dal precedente d.lgs. 286/2005 – che decorre dall’arrivo del veicolo al punto di carico o scarico. 

Superata questa soglia, la norma parla di un indennizzo forfettario automatico pari a 100 euro per ogni ora o frazione, che viene aggiornato annualmente e rivalutato in base all’indice FOI dell’Istat, compenso che si applica anche quando il tempo materiale di carico o scarico eccede quello previsto dal contratto. l’unico caso nel quale l’indennizzo non scatta è quando la colpa del ritardo è imputabile al vettore stesso.

L’obiettivo è ridurre le soste improduttive e valorizzare il tempo degli autisti, che vengono tutelati anche dalla possibilità di assistere al posizionamento della merce caricata, data la responsabilità che gli attribuisce, una volta ripartito, il Codice della Strada.

Proprio sull’indennizzo forfettario si è aperto un dibattito a distanza, con Confindustria che aveva sollevato perplessità proprio sulla rigidità di calcolo e sulla ristrettezza del tempo di franchigia, nonché sui criteri indicati per il conteggio dell’attesa, ipotizzando un contrasto con le norme sulla concorrenza e possibili ricadute negative sui committenti virtuosi.

Responsabilità solidale e tracciabilità

La legge stabilisce la responsabilità solidale tra committente e caricatore, che rispondono congiuntamente in caso di ritardi. 

Anche qui, Fiap ricorda che le imprese di autotrasporto possono dimostrare l’orario di arrivo tramite geolocalizzazione o tachigrafo, mentre il committente deve registrare l’inizio e la fine delle operazioni con documenti di sito e che, in assenza di prove oggettive, il tempo tra arrivo e partenza viene conteggiato come attesa.

Sempre Confindustria aveva indicato come questa stesura del testo normativo non tenesse conto di possibili disallineamenti con gli orari pattuiti con il committente, dunque di come potesse essere utile tenere conto degli slot assegnati e non solo dell’effettivo orario di arrivo.

FIAP: “gli standard minimi non sono negoziabili”

FIAP ha poi sottolineato che la franchigia copre l’attesa fino all’avvio effettivo e continuativo delle operazioni, e che, pertanto, attività preparatorie o pause non interrompono il conteggio. 

Inoltre, i tempi di esecuzione devono essere congrui e realistici, escludendo la possibilità di fissare durate poco realistiche per eludere la norma. 

FIAP ribadisce nettamente che gli standard minimi fissati dalla legge non sono negoziabili, in quanto abbassarli significherebbe svuotare la norma del suo senso.

Rischi e obblighi: la norma va applicata subito

Ignorare o non applicare correttamente la disciplina può comportare responsabilità civili e in materia di sicurezza sul lavoro. In caso di sinistri, la mancanza di procedure corrette o tempi congrui può infatti generare profili di corresponsabilità e FIAP sottolinea che una circolare ministeriale non può modificare la legge, ma solo orientare le prassi: l’unica interpretazione vincolante può venire dal Parlamento o dalla magistratura.

FIAP si è infine dichiarata pronta a sostenere le imprese anche in sede giudiziaria per affermare i principi della riforma: franchigia di 90 minuti, indennizzo certo, tempi congrui e standard minimi non comprimibili. L’associazione di categoria ne fa una questione di legalità, sicurezza e concorrenza leale, insistendo sul fatto che applicare correttamente la norma significhi rispettare chi lavora, rendere i piazzali più efficienti e le strade più sicure.

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