Gli sconvolgimenti geopolitici, le interruzioni dovute alla pandemia e il susseguirsi di crescenti tensioni commerciali, ricorrenti negli ultimi anni, hanno sovente colto governi ed imprese impreparati di fronte a interruzioni improvvise nella fornitura di materie prime, componenti strategici e beni essenziali, evidenziando la vulnerabilità delle supply chain globali.
In risposta, le principali economie mondiali stanno rivalutando la propria strategia di sicurezza economica, introducendo simulazioni e stress-test per valutare la resilienza delle proprie infrastrutture e sviluppare strategie di emergenza. Queste esercitazioni, spesso condotte congiuntamente tra settore pubblico e privato, rappresentano una nuova frontiera nella gestione del rischio sistemico.
La Corea del Sud ha recentemente inaugurato un modello avanzato di stress test per identificare e mitigare i rischi legati alle forniture internazionali, mentre Unione Europea e Stati Uniti stanno consolidando approcci simili, intensificando i propri sforzi in esercizi di simulazione e riforme legislative.
Il caso Corea del Sud: esercitazione interministeriale contro le crisi di approvvigionamento
Nel novembre 2025, la Corea del Sud ha avviato la sua prima esercitazione simulata interministeriale per affrontare una possibile crisi della supply chain. L’iniziativa, della durata di tre giorni, ha coinvolto tredici ministeri e numerose aziende private, simulando uno scenario di interruzione causato da un disastro naturale. L’obiettivo dichiarato è duplice: testare la capacità di risposta congiunta pubblico-privata e integrare i risultati dell’esercitazione in manuali operativi che sono in fase di sviluppo.
Autorevoli enti governativi hanno sottolineato come l’esercizio miri a rafforzare le capacità di risposta alla crisi a livello governativo e a garantire maggiore coerenza e applicabilità in situazioni di crisi reale.
Questo approccio sistemico riflette una crescente consapevolezza: la resilienza economica non può più essere affidata alla sola reattività del mercato, ma deve essere pianificata e simulata.
Unione Europea: stress test e focus sulle materie prime critiche
Le interruzioni senza precedenti del periodo 2020-2023, dalla carenza di semiconduttori alle congestioni portuali, hanno dimostrato che l’efficienza basata sul just-in-time non è sufficiente a garantire la sicurezza delle forniture. Le economie hanno compreso che una dipendenza eccessiva da singoli fornitori o aree geografiche può paralizzare interi settori industriali.
L’UE, pertanto, ha intensificato il monitoraggio e la valutazione dei rischi di approvvigionamento, in particolare per le materie prime critiche e i prodotti essenziali per la transizione verde e digitale come previsto dall’European Critical Raw Materials Act, pubblicato a maggio 2024, che mira specificatamente a rafforzare le capacità degli stati membri a ridurre la dipendenza da Paesi terzi per le materie prime strategiche.
Ad esempio, si indica che non più del 65% del consumo annuo di ciascuna materia prima strategica in qualsiasi fase di lavorazione dovrebbe provenire da un singolo Paese terzo. Un elemento centrale di questa legislazione è inoltre la previsione di attività di monitoraggio e stress test sulla supply chain delle materie prime critiche per garantire la preparazione e mitigare i rischi.
Oltre a ciò, l’Unione Europea ha intrapreso un percorso strutturato verso la simulazione delle crisi economiche. Nel luglio 2025, l’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha pubblicato un manuale dedicato agli esercizi di simulazione per le autorità di risoluzione, estendendo il concetto di stress-test oltre il settore finanziario.
Le esercitazioni includono scenari di interruzione operativa e crisi sistemiche, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione tra Stati membri e migliorare la prontezza istituzionale.
Stati Uniti: simulazioni predittive e partenariati strategici
Negli Stati Uniti, la risposta alle crisi della supply chain si è evoluta attraverso modelli predittivi e simulazioni settoriali. Il governo federale collabora con industrie strategiche — automotive, farmaceutico, tecnologia — per sviluppare esercitazioni mirate e piani di risposta rapida. Già da fine 2023, il Dipartimento di Sicurezza Nazionale (DHS) ha istituito il Supply Chain Resilience Center (SCRC) che agisce come ‘camera di compensazione’ centrale per aggregare e diffondere informazioni sulle vulnerabilità e sulle interruzioni critiche della supply chain.
L’SCRC è incaricato di collaborare con il settore privato per condurre simulazioni di scenari e analisi delle vulnerabilità, in particolare nelle infrastrutture portuali e nelle catene di approvvigionamento critichecome i semiconduttori
Secondo le previsioni di autorevoli operatori del settore, gli approvvigionamenti delle aziende americane nel 2025 potrebbero essere influenzati da diversi fattori quali potenziali conflitti commerciali con impatto su costi e strategie delle supply chain, tensioni geopolitiche molte delle quali già in corso, carenze di materie prime e fattori ambientali dovuti al cambiamento climatico.
L’approccio statunitense si distingue, pertanto, per la forte integrazione tra tecnologia e governance: l’uso dell’intelligenza artificiale e dei big data consente di modellare scenari complessi e testare la resilienza in tempo reale. Inoltre, il Dipartimento del Commercio ha avviato programmi di stress-test per le infrastrutture logistiche e digitali, con l’obiettivo di garantire continuità operativa anche in condizioni estreme.



