Antonello De Magistris (Caleffi), logistica per la smart factory

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Processi intrinsecamente “robusti”, digitalizzazione e gestione del dato, attenzione all’innovazione con tecnologie mature, intralogistica integrata e connessa con i processi produttivi. Queste, in sintesi, le caratteristiche della logistica di Caleffi Hydronic Solutions promosse e sostenute dal Production & Logistic director Antonello De Magistris.

Una carriera che spazia dal settore della “space economy” al mondo della logistica e della supply chain nella componentistica idrotermosanitaria, cosa accomuna esperienze così diverse tra loro?

Tre storie accomunate da un percorso di crescita fra innovazione e valori aziendali, una ‘contaminazione positiva’ di esperienze in settori apparentemente distanti fra loro. Ho iniziato la mia attività professionale nel settore della produzione di satelliti, è seguita una parentesi nella produzione della componentistica aeronautica per poi approdare in Caleffi dal 2016. Oltre a realizzare il sogno di lavorare in aziende hi-tech, sento di avere il privilegio di aver condiviso valori e sviluppato competenze che si sono rivelate fondamentali per la mia crescita professionale. La precisione, la ricerca dell’eccellenza e l’attenzione alla qualità sono stati i pilastri che hanno guidato il mio percorso e sono i valori che ritrovo in Caleffi dove l’attenzione al prodotto e la centralità del servizio al cliente sono alla base della nostra visione. L’interesse per i nuovi trend tecnologici mi spinge a sperimentare nuove soluzioni ispirando i gruppi con cui collaboro a trasformare le iniziative in vantaggi strategici di successo“.

La produzione di Caleffi Hydronic Solutions (vedi box) arriva fino a cinquanta milioni di pezzi all’anno. Come si raggiunge questa produttività?

Questa capacità produttiva è possibile grazie ai da due siti industriali che si estendono su una superficie complessiva di circa 93.000 metri quadrati coperti. I due stabilimenti sono stati specializzati in modo da rispondere a diverse esigenze produttive: la sede storica ed headquarter si concentra sulla lavorazione meccanica e su una vasta gamma di linee di prodotto dove all’automazione si affianca una componente importante della nostra manifattura italiana. La seconda sede è dedicata allo stampaggio plastico e a processi con un elevato grado di automazione per prodotti con grandi volumi di vendita destinati soprattutto al mondo OEM. Questa scelta permette all’azienda di coniugare efficienza produttiva e valorizzazione delle competenze del personale. Un elemento cardine della strategia aziendale è la volontà di mantenere e sviluppare il know how internamente. Questa trasmissione di competenze, radicata nel DNA aziendale, garantisce un’autonomia e una sostenibilità interna che si traducono sia nella capacità di sviluppare nuovi prodotti che nella continuità produttiva. La filiera corta che ci contraddistingue si è dimostrata fattore di competitività proprio nei momenti di crisi globali degli ultimi anni che hanno coinvolto tutte le supply chain: l’azienda non solo ha evitato flessioni nella produzione, ma è riuscita addirittura a incrementare le proprie quote di mercato grazie alla solidità della propria organizzazione“.

Come si ottiene una supply chain così ben dimensionata quando le variabili sono tante e il mercato incerto?

La si ottiene bilanciando la dimensione economica industriale con la dimensione ambientale e sociale. L’intersezione di questi interessi è il valore condiviso a cui tutti gli attori della filiera devono puntare. Oggi più che mai dobbiamo garantire in tutti i settori industriali la continuità di servizio indipendentemente dalla domanda soggetta a troppe variabili e questo lo si può ottenere con una attenta pianificazione delle scorte e una capacità produttiva che deve garantire quel grado di flessibilità capace di rispondere alle fluttuazioni.
Questo nuovo equilibrio tra efficienza, sostenibilità e servizio è ciò che permette di affrontare la complessità attuale e di costruire una supply chain davvero solida e competitiva“.

In questo contesto, come si riesce a preservare il proprio assetto?

L’incremento sia della frequenza che della magnitudo delle disruption rappresenta una sfida per tutte le supply chain. Si è evoluti dal paradigma VUCA, Volatilità, Incertezza, Complessità, Ambiguità, a quello BANI, Fragilità, Ansia, Non linearità, Incomprensibilità. La protezione rispetto a tali criticità viene garantita dall’implementazione di processi solidi, dalla progressiva interconnessione degli impianti e dalla capacità di scambiare dati in tempo reale. Caleffi si configura effettivamente come una smart factory, grazie ai continui investimenti in innovazione. La presenza di 17 tra filiali e uffici commerciali distribuiti su tutti i continenti ci consente inoltre di mitigare i rischi e contenere eventuali perturbazioni dei mercati. Permane comunque un elevato livello di incertezza, che richiede un approccio dinamico e flessibile: occorre adattarsi costantemente agli sviluppi del contesto globale“.

Come vengono tarate le scelte strategiche in un contesto normativo in trasformazione?

L’aumento della competitività, la frammentazione della domanda e i cambiamenti nelle supply chain hanno accelerato la trasformazione delle fabbriche. Nel nostro settore, inoltre, le decisioni strategiche sono influenzate anche dalle nuove normative europee sull’uso dei materiali, come la direttiva RoHS2 2011/65 Ue, Restriction of Hazardous Substances, e i nuovi standard NZEB, Nearly Zero Energy Building. L’adeguamento avviene, quando necessario, investendo pesantemente in ricerca e sviluppo sul prodotto e direttamente in tutti i processi produttivi. La situazione attuale vede l’innovazione del prodotto sempre più spesso strettamente collegata agli indirizzi normativi più che alle sole scelte industriali. Questo può generare delle difficoltà nel tradurre questi indirizzi in scelte strategiche di riassetto tecnologico, poiché l’impegno e i tempi necessari per gli adeguamenti non sempre si adattano a quelli di un equilibrato sviluppo industriale“.

Pare che presto dovremo fare i conti con il cosiddetto “inverno demografico” e con la difficoltà a trovare personale competente, qual è il suo punto di vista?

Una volta si diceva ‘guardando si impara’ oggi non possiamo permetterci tempi di formazione lunghi per garantire la presenza di personale qualificato e fidelizzato. In Caleffi è in corso un progetto in cui credo moltissimo per strutturare un Modello di Formazione Permanente (o Manufacturing Training System) che mira a salvaguardare le conoscenze, vero asset dell’azienda, attraverso l’ausilio di una piattaforma digitale che permette un approccio alla formazione ‘on demand’ e vicino alle nuove generazioni sempre più ‘connesse’. Questa tecnologia ci dà un vantaggio per introdurre corsi ‘online’ per nuovi assunti o per cambi interni di mansione con la possibilità, al bisogno, di richiamare l’argomento autonomamente in formato digitale aprendoci la strada a nuovi sviluppi anche in realtà aumentata. Il mondo dell’industria in generale deve però fare sistema anche con le scuole e le università perché il problema della scarsità della manodopera specializzata e, più in generale, del calo demografico è un fenomeno già presente e per contrastarlo è necessario prepararci a formare anche personale proveniente da altre paesi e culture. A questo si aggiunge il tema dei cambi generazionali di cui anch’io faccio parte avendo ricevuto in consegna il testimone da chi mi ha preceduto. Caleffi cura con attenzione queste transizioni per trasmettere i valori che hanno permesso di costruire la grande realtà che siamo oggi“.

Caleffi Hydronic Solutions: la forza della supply chain

Caleffi Hydronic Solutions si dedica al miglioramento del comfort domestico, producendo componenti per impianti idrotermosanitari destinati alle abitazioni e al mondo OEM. L’azienda è comunemente riconosciuta come una realtà metalmeccanica specializzata nella lavorazione dell’ottone e nello stampaggio della plastica, con processi di assemblaggio che raggiungono livelli di automazione molto avanzati. Fondata agli inizi degli anni ’60, Caleffi ha vissuto una crescita costante, espandendo progressivamente la propria gamma di prodotti, facendo evolvere quelli “storici” e arrivando a presiedere oltre novanta mercati nel mondo. Questa progressione comporta la gestione di una molteplicità di processi e volumi di vendita differenti che, rientrando nello stesso ambito produttivo, esigono una medesima supply chain integrata.

Un aspetto fondamentale della supply chain di Caleffi è la provenienza delle materie prime: il 98,7% è di origine europea, con una netta prevalenza di materiali italiani. Questa filiera corta porta benefici sia in termini ambientali sia nella creazione di rapporti stabili con i fornitori, consolidando il legame tra l’azienda e il territorio. Caleffi si configura, per scelta strategica, come esempio autentico di made in Italy, che si potrebbe rafforzare in “made in Caleffi”. Una volta acquisiti il tecnopolimero destinato allo stampaggio plastico, l’ottone per la componentistica e alcuni elementi a corredo, le fasi principali della produzione vengono realizzate internamente. Nei due siti produttivi, situati nel raggio di 10 Km, sono presenti 350 centri di lavoro che permettono di lavorare l’ottone, stampare la plastica, assemblare e collaudare i prodotti finiti con macchine e impianti progettati e costruiti direttamente in azienda.

Come è possibile conciliare sostenibilità di prodotto e sostenibilità logistica?

Il nostro focus di prodotto è incentrato sullo sviluppo di soluzioni idrotermosanitarie che ridisegnano il comfort, contribuiscono a migliorare l’efficienza energetica e hanno un impatto positivo sull’ambiente in un’ottica di ‘case green’, un mandato che perseguiamo da tempo. Per quanto riguarda le attività legate alla sostenibilità logistica interveniamo direttamente sugli obiettivi di ‘Scope 1’ del Greenhouse Gas Protocol soprattutto per quanto riguarda il risparmio energetico con impianti di cogenerazione del calore dalle nostre centrali di aria compressa, impianti fotovoltaici e considerando lo ‘spazio’ per la logistica al pari di una risorsa sfruttando l’intero volume a disposizione. Utilizziamo di fatto tutte le tecnologie disponibili sul mercato riguardo le diverse tipologie di magazzini: dal MAV con traslo-elevatori, Magazzino Automatico Verticale che sfrutta il volume in altezza fino a 31 metri, al MAC, Magazzino Compattabile che sfrutta il volume in pianta azzerando lo spazio dei corridoi, passando a soluzioni compatte nei reparti con Magazzini Automatici Verticali a vassoio per la gestione delle attrezzature che, per numero di codici e volume occupato, equivale a gestire un’altra azienda. A questo aggiungiamo l’attenzione ad avere un parco mezzi pesanti aggiornato e poco inquinante e auto di servizio elettriche che collegano gli stabilimenti tra loro“.

In Caleffi siete riusciti a innovare la gestione dei rifiuti di imballaggio, ci può spiegare come?

La mia precedente esperienza in ambienti altamente controllati quali le camere bianche del settore aereospaziale mi ha permesso di maturare una spiccata sensibilità per una logistica che rimuovesse tutte le attività prive di valore aggiunto. In Caleffi abbiamo implementato un sistema efficiente per il recupero del cartone e del film polietilenico, attraverso l’utilizzo di compattatori che producono balle destinate al completo riciclo. Grazie a questo approccio, abbiamo eliminato i costi legati allo smaltimento dei materiali ed anche ottenuto benefici tangibili lungo tutta la filiera: dalla messa in funzione di 21 compattatori abbiamo raccolto e inviato a recupero oltre 1.000 tonnellate tra cartone e film estensibile, riducendo del 40% i chilometri percorsi dai mulettisti, si parla di 3.000 Km/anno, del 50% i conferimenti, meno mezzi pesanti in circolazione, e del 26% le ore dedicate alla raccolta rifiuti. Inoltre dal 2022, con l’inserimento di una nuova flotta di mezzi a guida autonoma, IGV, abbiamo colto l’opportunità di organizzare un servizio quotidiano automatico ‘porta a porta’ tra le isole produttive che ci ha permesso un ulteriore importante risparmio di ore uomo che, sommate a quelle ottimizzate grazie ai compattatori, ci permette di liberare il personale logistico ed impiegarlo in compiti in cui il fattore umano è indispensabile. Nelle lavorazioni meccaniche, inoltre, ci siamo dotati di un sistema interconnesso con il sistema di fabbrica che permette in automatico la separazione e il recupero delle differenti leghe metalliche, garantendo così una gestione sostenibile ed efficiente del truciolo che viene successivamente rigenerato in pani di ottone o barra“.

In un contesto ad alta automazione come il vostro, come si gestisce il rapporto uomo-macchina?

Oggi si parla di HITL, Human in the loop, un approccio che integra il lavoro delle persone quando entrano in azione automazione ed AI. La tecnologia, a mio avviso, lavora con noi e non al nostro posto: oltre ai tradizionali robot antropomorfi in asservimento agli impianti, abbiamo introdotto i cobot (robot collaborativi) che vengono posizionati nelle isole di montaggio coadiuvando il lavoro dei colleghi ‘umani’, Questa scelta ci ha aperto all’opportunità di costituire un nucleo di giovani programmatori così da renderci autonomi nell’utilizzo dei cobot e sollevare i colleghi in montaggio da mansioni ripetitive. Anche i sistemi a guida autonoma rappresentano un esempio di HITL: la nostra flotta di 5 mezzi IGV lavora in modo integrato con numerosi muletti tradizionali e all’interno dei reparti frequentati dai lavoratori. In completa sicurezza, sfruttano la navigazione SLAM, Simultaneous Localization and Mapping, attraverso mappe virtuali dell’ambiente dove si muovono, permettendo una corretta gestione del traffico ed evitando ostacoli in tempo reale grazie alla riprogrammazione del percorso. Ogni mese la flotta si muove tra 1300 stazioni, percorre 150 Km e compie 7000 missioni: ci danno proprio una grande mano! Abbiamo cominciato inoltre un percorso che vede le prime applicazioni di intelligenza artificiale in impianti automatici con sistemi di visione e telecamere AI per ‘interpretare’ caratteristiche che solo un occhio umano sarebbe in grado di ‘valutare’. In aggiunta, a supporto di alcuni colleghi del montaggio, utilizziamo sistemi a Realtà Aumentata (AR) che permettono un’interazione in tempo reale sulle operazioni che vengono svolte intercettando eventuali anomalie. Riteniamo sia importante avere un approccio progressivo e consapevole dello spettro di opportunità che le tecnologie ci offrono, crediamo che questa sia la strada tracciata per ottenere una vera integrazione uomo-macchina“.

La carta d’identità di Antonello De Magistris
Come si definisce: padre di tre ragazzi, ama fare quello che accende la sua passione.
Hobby?: dedicarsi al suo fedele Labrador.
Ultimo film e ultimo libro?:Oppenheimer” di Christopher Nolan e “L’Etica del viandante” di Umberto Galimberti: in modi diversi, entrambi offrono la visione del ruolo del manager per agire nel segno del progresso tecnico con la consapevolezza delle conseguenze che ogni scelta comporta.
Sport o viaggi?: escursioni in montagna accompagnato da valide guide.
Messaggio in bottiglia:Accetta l’incertezza, ascolta chi chiede, agisci responsabilmente e lascia un segno di cura alle persone che incontri“.

Silvia Grizzetti

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