Amazon ed intelligenza artificiale: alla conquista del settore fashion

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Amazon è ormai uno tra i leader mondiali nella vendita al dettaglio, c’è però un settore che deve ancora essere “conquistato”, quello del fashion.

Rafforzare la propria presenza nel settore dell’abbigliamento porterebbe ad un ulteriore aumento dei volumi consegnati giornalmente ai propri clienti.

In questa direzione troviamo l’introduzione di un nuovo strumento di intelligenza artificiale: StyleSnap.

StyleSnap potrebbe essere definita come lo Shazam per il fashion, capace, quindi, di identificare i capi analizzando una semplice fotografia.

Questa funzione, disponibile sull’applicazione Amazon, permetterà quindi ai consumatori di scattare o caricare foto contenenti i capi desiderati, i quali saranno ricercati sul sito con l’obbiettivo di trovare il prodotto esatto o capi molto simili che saranno così suggeriti per l’acquisto.

Questa applicazione non è del tutto nuova, ad esempio, un colosso nel settore del fashion come Asos ha già tra i servizi offerti uno strumento simile.

Tra i progetti in ambito fashion di Amazon ricordiamo anche Prime Wardrobe, servizio grazie al quale i clienti Amazon possono ordinare i capi desiderati, provarli a casa ed entro 7 giorni decidere se tenerli o restituirli, pagando, ovviamente, solo per quelli scelti.

Un’altra iniziativa lanciata da Amazon è The Drop, la quale consiste in una serie di collezioni limited-edition disegnate in collaborazione con influencer. Le collezioni limited-edition saranno, poi, disponibili sul sito per sole 30 ore e con una politica di made to order per ridurre sprechi e scorte.

E’ chiaro che Amazon voglia elevare la propria offerta in ambito fashion: da prodotti basic e semplici come abbigliamento sportivo, intimo o calze a prodotti alla moda, ricercati e desiderati dai clienti.

Per raggiungere questo obiettivo la strada scelta è quella della tecnologia, dell’intelligenza artificiale e del cognitive computing, con l’obiettivo di offrire ai propri clienti servizi innovativi ed accattivanti. C’è quindi da chiedersi se gli attuali big player del settore fashion, siano pronti a questa nuova tipologia di competizione?

 

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