Automazione di magazzino: un treno da non perdere

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Passata l’onda del “tutto 4.0”, che nel 2018 ha occupato pagine e pagine di questo sito, cosa ci dobbiamo aspettare dai prossimi anni?

Secondo McKinsey da qui al 2030 ci si aspetta una significativa crescita dell’automazione nei processi logistici, nell’ambito sia dei flussi fisici (ad esempio gli AGV al posto dei carrelli) sia delle attività di front e back office integrando soluzioni di intelligenza artificiale sempre più evolute nell’apprendere le operazioni da automatizzare, ossia il Robotic Process Automation.

L’RPA fa riferimento a quei software “intelligenti” in grado di imitare il comportamento di operatori e di eseguire in automatico alcune attività ripetitive e monotone, riducendo così il tempo necessario per completare le attività, i costi e il margine di errore.

Ma quando si parla di automazione della logistica si pensa naturalmente alla sostituzione di attività di stoccaggio, prelievo, movimentazione, trasporto, identificazione, conteggio, controllo, etc. connesse al flusso delle merci nei magazzini. Grazie agli incentivi ministeriali riconfermati per il 2019, quali l’iperammortamento con nuove percentuali, la nuova Sabatini e il bonus ricerca, chi non avesse ancora apportato automazioni nella propria logistica di magazzino questo è l’anno giusto per tre motivi.

In primis perché sarebbe folle non salire sul treno in corsa degli incentivi, sapendo che dopo tre anni di stimoli fiscali per l’automazione e con le politiche di sussidio
previste dall’attuale governo, potrebbe non essercene un altro in arrivo. Il rischio è quello di vedere fornitori, clienti e competitors che hanno fatto innovazioni nella logistica di magazzino, lasciandovi letteralmente al palo della stazione.

Secondariamente, i numerosi progetti di automazione degli ultimi due anni hanno generato una varietà di business case impressionante e ciò non fa altro che incrementare
la curva di esperienza, sia per i fornitori di soluzioni sia per i futuri acquirenti alla ricerca di una risposta alla domanda: “ma è una demo o posso vederne uno in funzione?”. Personalmente mai come quest’anno mi è capitato di visitare aziende che hanno automatizzato parte del loro processo logistico di magazzino: chi ha implementato una rete di AGV con guida intelligente, chi ha installato un robot per il picking a strati, chi invece ispirandosi ad Amazon, ha smesso di far camminare gli addetti di magazzino e ha modificato il modello di picking da uomo verso materiali a materiali verso l’uomo.

Infine, perché il futuro avanza e, come diceva qualcuno, non possiamo “fermare l’acqua con le mani”. Da una parte ci sono le aziende che operano in settori quali la robotica, i big data, la sicurezza informatica, i materiali intelligenti, la stampa 3D, l’internet delle cose che stanno registrando incredibili tassi di crescita dovuti all’esplosione delle richieste. Dall’altra ci sono le università insieme alle scuole superiori che stanno formando figure professionali con competenze di meccatronica, data analytics e automazione. Ma soprattutto c’è stato un cambiamento di mentalità nei logistici che hanno capito i grandi benefici dell’automazione anche nel breve-medio periodo.

A cura di Fabrizio Dallari – Direttore del Centro sulla Supply Chain, Operations e Logistica LIUC Università Cattaneo

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