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Carrelli elevatori. Crescono automazione e noleggio a breve

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Si vende meno, ma sale lo “spot renting” in risposta al bisogno di flessibilità che chiede anche più innovazione tecnologica volta al contenimento dei costi di manodopera. Outsourcing logistico e grande distribuzione trainano il mercato italiano dominato dalle soluzioni elettriche. Modesta la domanda di controbilanciati da parte dell’industria in crisi. 

In principio era il “muletto”, veloce e instancabile, in grado di sostituire le schiere di uomini necessari per scaricare camion pieni di sacchi o casse di materiali che dovevano essere sollevati a mano prima di appoggiarli a spalle robuste. Certo, all’inizio la macchina non fu da molti vista bene proprio per la sua capacità di rendere inutile una gran quantità di forza lavoro. Come non fu presa bene l’introduzione di tante macchine agricole, dei torni in officina, dei container nei porti o dei computer negli uffici al posto delle macchine per scrivere che hanno eliminato mansioni e mestieri. Difficile tuttavia immaginare un mondo privo di questi avanzamenti tecnologici. Ciascuno, per suo conto, ha rivoluzionato il proprio ambito di applicazione moltiplicando produttività e benessere, fino a declinarsi in segmenti di specializzazione crescenti.E così il muletto, o per meglio dire il carrello elevatore, grazie anche all’introduzione dei pallet nel dopoguerra e alla loro veloce diffusione, da frontale s’è fatto laterale, bilaterale, chiuso e riscaldato, idrodinamico e idrostatico, diesel o elettrico fino a che, con il proliferare delle attività di magazzino, ha finito per comporre un parco di veicoli sempre più speciali: prima commissionatori, stoccatori e trans pallet; poi, con il continuo progredire delle tecnologie, shuttle automatici, veicoli a trazione ibrida e così via.

Termometro dell’economia

Lo sviluppo tuttavia non è stato e non è lineare. A una prima fase di crescita tumultuosa, innescata dalla globalizzazione, ha fatto seguito come noto una gelata dell’economia occidentale sul finire degli anni ’90, le cui ferite non sono ancora rimarginate, soprattutto in Italia. E il mercato del carrello elevatore, termometro sensibile all’andamento della produzione e dei consumi, ha rivelato una febbre particolarmente alta in Europa dove il settore, forte di una domanda di 400 mila pezzi l’anno ancora nel 2007, alla fine di quel decennio si era contratto del 50% e oltre nelle nazioni più deboli come la nostra. E se, restando nel Vecchio Continente, la situazione è migliorata negli ultimi due anni (si stimano vendite risalite nel complesso a 250mila pezzi), altrettanto non si può dire per l’Italia, dove tra controbilanciati e carrelli da magazzino si è passati dai 47mila del 2007 ai 39mila del 2008 per poi scendere ancora a 24mila nel 2009, livello al quale si è ancora sostanzialmente ancorati. Tutto questo con una quota di macchine elettriche vicina al 92% e con il noleggio che copre il 50% circa della domanda complessiva. Se del resto si va a guardare più che l’andamento dello spread tra titoli pubblici italiani e tedeschi quello del Pil a prezzi costanti, vero rivelatore dello stato di salute dell’economia nazionale, si nota che nel secondo trimestre di quest’anno l’indice è tornato ai livelli del 2000; 13 anni perduti. Di più: se si tiene conto che nel frattempo la popolazione è aumentata, il Pil pro-capite è tornato indietro al 1998. Il 2007, l’anno migliore per chi produce e commercializza carrelli elevatori in Italia, è stato insomma anche il migliore per il Pil, sceso da allora del 9% (dell’11% pro capite). Cadute di questo genere non si erano mai rivelate in tempo di pace dall’unificazione del nostro Paese. Negli anni della depressione, dal 1929 al 1934, la riduzione del Pil era stata del 5% e del 7,8% dopo la recessione del 1866 che provocò le grandi emigrazioni. Tra il 1913 e il 1915, periodo immediatamente a ridosso della prima Guerra mondiale, la diminuzione fu dell’8,8%. Davanti a questi scenari apocalittici le performance dei carrelli elevatori in Italia appaiono tutto sommato apprezzabili. Resta inteso che se l’Italia ricomincerà a crescere come qualcuno prevede a partire dal 2015 al tasso medio degli anni ’90 (1,7%) non si potrà recuperare il livello del 2007 prima di 6 anni. In sostanza si potrà dire che la crisi è alle spalle, se tutto va bene, nel 2021. E nel frattempo?

La quadratura del cerchio

In mano a multinazionali specializzate nella costruzione delle più svariate tipologie di carrelli elevatori, nel frattempo i marchi leader del settore stanno già compensando le difficoltà in un paese o in un continente con la crescita della domanda in altre parti del mondo facendo in modo che i ricavi consentano investimenti in ricerca non solo per lo sviluppo dell’hardware ma anche per l’esplorazione di altri campi d’attività, in particolare nell’area dei servizi. Ne sono un chiaro esempio la campagna di Toyota per la sicurezza nei posti di lavoro, l’insistenza di Om Still sul concetto di intralogistica e così via. Dalle più flessibili forme di finanziamento per l’acquisto dei carrelli all’espansione delle formule di noleggio a breve e brevissimo termine, in risposta alla forte domanda di flessibilità da parte della clientela, è tutto un fiorire di proposte le più innovative e ritagliate su misura, caso per caso, con sforzi evidentemente protesi a non perdere fatturato e quote di mercato. Un cambiamento continuo sul quale incide la priorità espressa in questi anni dalla clientela a ridurre i costi, a chiedere maggiore flessibilità e risposte più rapide. Tutto ciò costringe la logistica mondiale, i cui operatori specializzati (le terze parti logistiche, quelle che più si sono evolute in Italia mentre si contraeva la domanda di carrelli da parte dell’industria in crisi) a migliorare l’efficienza senza trascurare aspetti vincolanti ed essenziali come la sicurezza e il rispetto dell’ambiente. Si è insomma chiamati alla quadratura del cerchio con i 3PL che, facendo fatica a convincere i loro clienti a impegnarsi reciprocamente con contratti a lungo termine (strategic contract logitistics) si vedono costretti a noleggiare gli indispensabili carrelli su orizzonti temporali che non vanno oltre il breve-medio periodo. Così, vestendo i panni della clientela che chiede appunto aiuto nel ridurre costi, i ricercatori si concentrano nell’escogitare soluzioni che tengano sotto controllo l’efficienza dei carrelli e automatizzino le fasi più ripetitive impiegando al meglio la professionalità degli addetti. Da qui il successo delle formule di fleet-management che, sulla falsariga di quanto avviene da tempo nell’autotrasporto, permettono alle aziende che impiegano flotte consistenti di carrelli di monitorarne le prestazioni e le modalità di utilizzo da parte degli addetti. Appositi accelerometri, infatti, installati nei punti più soggetti a subire colpi, sono, infatti, in grado di registrare gli urti subiti dalle macchine durante l’utilizzo e l’ora precisa in cui l’evento è avvenuto, in maniera tale da poter individuare il soggetto che magari necessita di un aggiornamento formativo. Ma vediamo che cosa pensano di tutto questo i manager di alcuni tra i più importanti produttori di carrelli attivi in Italia che Logistica ha voluto ascoltare.

LA PAROLA A…

Loreno Leri di Om Still

Preziosi come sono, gli spazi di magazzino impongono la necessità di disporre le merci nel miglior modo possibile, alimentando la diffusione del carrello elevatore un po’ in tutti i segmenti produttivi e dei servizi. Infatti, dalla moderna distribuzione all’impresa artigiana evoluta, dall’industria metalmeccanica alla logistica conto terzi, la domanda di carrelli è cresciuta a lungo in Italia, fino a incontrare la fase di congiuntura negativa che si protrae da qualche anno. Tanto che oggi, a “fare” il mercato, più che le industrie sono gli operatori logistici che le hanno affiancate nel gestire la movimentazione di merci e materiali in maniera professionale e flessibile e la stessa Gdo. “Notiamo un aumento considerevole della domanda di automazione”, commenta Loreno Leri, Head of Marketing and Intralogistics Systems di Om Still che a Luzzara (RE) possiede uno degli impianti più all’avanguardia d’Europa per la produzione di carrelli da magazzino, segmento che nel nostro Paese rappresenta circa il 60% del mercato. “La domanda di automazione cresce – continua Leri – perché grazie a questi sistemi è possibile contenere l’aumento del costo del lavoro e rendere i processi più efficienti”. Si amplia tuttavia anche il numero di aziende che chiedono soluzioni logistiche ritagliate su specifiche esigenze. Da qui la scelta di Om Still di indirizzare la sua strategia verso quella che chiama intralogistica, un insieme d’idee, servizi e progettualità che creano valore per un cliente non più interessato solo al costo della singola macchina ma al bilancio complessivo della soluzione logistica messa a punto.

Enrico Marcato di Degrocar (Mitsubishi)

Quali dunque le prospettive e gli scenari possibili per i carrelli elevatori? Enrico Marcato, direttore commerciale Degrocar, referente per l’Italia di Mitsubishi: “La crisi c’è, è inutile nasconderlo. Bisogna però sapersi convertire, valorizzando l’esistente e mettendosi in gioco. Noi stiamo puntando ad esempio sulle macchine da magazzino, un segmento di mercato che certo rende meno, ma che cresce e va sfruttato. Le industrie che stanno ripartendo non hanno le necessità di un tempo. In questo senso serve anche un cambiamento di cultura, di prospettive. Come Degrocar insistiamo sulla formazione di venditori e tecnici, sul coinvolgimento di tutti i soggetti che fanno parte della nostra rete. A partire dai concessionari di zona, che sono i nostri primi clienti e con i quali stiamo dando vita a piani industriali costruiti ad hoc, tenendo in considerazione che ogni area geografica o addirittura le stesse province all’interno di una stessa regione sono diverse e quindi hanno esigenze diverse. Il nostro motto è ‘Insieme Possiamo’, consapevoli di parlare a un mondo variegato ed eclettico”. Il noleggio ha preso piede per motivi evidenti. Continua Marcato: “Le aziende non hanno liquidità, le banche faticano a concedere crediti e quindi questa formula rimane l’unica adottabile per non bloccare la produzione. Fino a qualche anno fa prevaleva la mentalità del possesso, ora venuta meno. È un cambiamento importante e la diffusione del marchio Mitsubishi anche in questo campo lo testimonia”. La crisi richiede non solo un cambio di passo, ma di mentalità, anche dei manager: “Che non devono limitarsi a impartire direttive, ma devono saper ascoltare tutti gli operatori, per comprendere bene le potenzialità di ogni situazione. E anche per spiegare che il mondo in questi anni si è fortemente modificato, bisogna essere sì sul mercato con i propri prodotti, ma con capacità competitiva che non deve basarsi solo sul prezzo ma sulla qualità. Una volta possedere il capannone era significativo di un consolidamento imprenditoriale, le banche facevano credito. Oggi non è più così. Si può non possedere ma stare in affitto, reinvestendo nella produzione per presidiare meglio il mercato”. Nell’ambito di questa strategia il costruttore ha lanciato di recente una gamma di trattori che, evoluzioni concettuali del carrello, moltiplicano la produttività del singolo addetto. L’operatore, con le nuove macchine è in grado di spostare, soprattutto nei luoghi in cui si assemblano prodotti e le linee hanno l’esigenza di essere continuativamente rifornite di materiali, fino a sei pallet su vagoncini “fedeli alla traccia”. Costruiti cioè in maniera tale da far percorrere al convoglio traiettorie strette e precise replicando esattamente il percorso effettuato dal veicolo trainante. “Dal carrello con un uomo e con un pallet si passa così – spiega Leri – al carrello con un uomo ma con più pallet”. Dopo l’industria, l’orizzonte cui si guarda è la moderna distribuzione, nelle cui piattaforme il sistema potrebbe essere introdotto con l’obiettivo di aumentarne l’efficienza logistica. Consolidato il proprio radicamento sul mercato grazie anche al successo dei carrelli ibridi a basso consumo energetico, OM guarda con attenzione allo sviluppo della formula del noleggio a breve termine. Osserva Leri: “Sempre più lontani i tempi in cui le aziende acquistavano intere flotte di carrelli dotandosi di un proprio reparto manutenzione e pezzi di ricambio a magazzino, flessibilità ed estrema attenzione ai costi in attività no-core spingono il noleggio, che oggi vale circa il 50% del mercato in Italia, a livelli impensabili anche solo 10 anni fa, quando raggiungeva il 15-20%. La crescita della logistica in outsourcing, con contratti che spesso non superano i tre anni, stimolano queste imprese a preferire la formula del noleggio spesso per periodi molto limitati, magari solo di alcuni giorni, in occasione di picchi di lavoro o per impieghi spot. Come l’organizzazione di un evento, la partecipazione a una fiera e via di seguito”.

Pietro Ricca di Yale

“È plausibile che i prossimi anni – interviene Pietro Ricca, Regional Manager Yale Italia – vedano valori di mercato sostanzialmente stabili rispetto al 2012, con attenzione crescente ai consumi e al corretto dimensionamento delle flotte, riducendo gli sprechi a qualsiasi livello. Quello che probabilmente cambierà, o forse sarebbe più giusto dire continuerà a cambiare, sono le aree europee di mercato con maggiore redditività. Conseguenza di tale diversificazione è anche il cambiamento del target di clientela che, da imprese di medio-piccola portata, si spostano verso aziende più grandi e strutturate, dove le valutazioni vengono fatte in base alla movimentazione complessiva piuttosto che sul costo della flotta”. Se questi sono gli scenari più probabili, quali sono invece le tendenze per settori d’impiego? “Confermiamo lo spostamento verso imprese medio-grandi. Più nello specifico, per quanto riguarda l’Italia, rimangono settori trainanti quello alimentare e della distribuzione, dove la vendita di carrelli warehouse rimane fondamentalmente costante. Risente maggiormente della crisi, invece, il settore industriale, cui è per lo più destinato il segmento del controbilanciato”.Ogni carrello Yale viene progettato e realizzato garantendo un’elevata qualità tecnologica che ottimizzi al massimo i costi di manutenzione: “Questo rende sia le strategie legate alla vendita sia quelle legate al noleggio ugualmente valorizzate dall’azienda verso i propri dealer che possono contare su tutto il supporto necessario per raggiungere la soddisfazione del cliente finale”, aggiunge Ricca che insiste a proposito dell’innovazione: “Sicuramente abbiamo assistito al trasferimento di molta tecnologia dal mondo automotive a quello dei carrelli elevatori; uno su tutti il CANbus iniziato parecchi anni fa. Sul fronte dei carrelli a combustione interna, le direttive per la riduzione delle emissioni di CO2 hanno portato a una nuova generazione di motori, ma anche al ripensamento generale dei carrelli elevatori e della potenza installata, ricercando una maggiore efficienza energetica a parità di applicazione. Sul fronte dei carrelli elettrici, l’attenzione è sempre sui consumi, ma anche sulle differenti sorgenti d’energia, dalle celle a combustibile, alle batterie, agli ioni di litio”. Se parliamo di carrelli elevatori in senso stretto, avverte Ricca, più che d’innovazione si dovrebbe parlare di specializzazione, con la creazione di modelli di nicchia derivati ad hoc da modelli più generali. “Ne sono chiari esempi il pallet truck con montante basso da utilizzare nelle operazioni di rifornimento nei supermercati, derivato dal pallet truck convenzionale, oppure il carrello elevatore da grande portata equipaggiato per la sostituzione dei pneumatici dei grandi mezzi di movimentazione materiali utilizzati nelle miniere. Se invece parliamo di tecnologia a bordo macchina, l’attenzione è rivolta ai consumi e alla riduzione dell’inquinamento, senza compromettere la produttività”.Sui servizi d’assistenza va sottolineato come Yale, diversamente da altri concorrenti, si avvale della stretta collaborazione di dealer indipendenti sparsi su tutto il territorio nazionale. “Tale scelta è motivata – spiega Ricca – dalla forte conoscenza del mercato che il distributore può vantare, così come del territorio sul quale opera, presupposti per una più efficace azione di vendita”. Yale ha sviluppato un’intensa attività di customer service per affiancare e supportare i dealer. In Italia sono attivi cinque Coordinatori Responsabili che gestiscono sia il contatto BtoB, sia il resto dello staff dedicato e centralizzato in Europa. I servizi di assistenza, ampli e completi, coprono una vasta area di interventi: dall’assistenza tecnica a quella sui ricambi, attiva per altro H24 e seguita da specialisti addetti alla consulenza al supporto finanziario e alla formazione professionale. Per quanto riguarda la crisi e l’incidenza della deindustrializzazione Ricca non ha dubbi: “Portando a una riduzione generale dei consumi, influenza al ribasso il mercato totale dei carrelli elevatori, sia perché ci sono meno merci da movimentare, sia perché si ripara ciò che in tempi migliori si sarebbe sostituito. La deindustrializzazione, a parità di consumi, influenza di più il mix delle differenti tipologie di carrelli elevatori richieste”.

 

Paolo Genovese di Euroassistance

Difficile tornare ai numeri top che il mercato dei carrelli elevatori ha toccato nel 2007. “Ritengo probabile che ci si manterrà a lungo su quelli attuali. Che insomma i 20mila siano il livello fisiologico per un’economia come quella italiana”: parola di Paolo Genovese, responsabile commerciale e contitolare di Euroassistance, che importa in esclusiva i prodotti della Combilift irlandese cui fa capo il marchio Aisle Master.“Penso che ai 45mila carrelli l’anno non si arriverà più – insiste Genovese – e neanche a 30mila. Temo siano antistoriche le strutture commerciali da cento e passa addetti che alcuni concessionari hanno costruito negli anni. Visito per lavoro industrie di ogni genere, tutte o quasi alle prese con i bilanci, e noto una crescente attenzione ai costi spesso superiore anche alla ricerca di ricavi”. Da qui la brusca frenata alla domanda di frontali e il successo delle varie formule di noleggio. “Formule normalmente apprezzate dai segmenti che sono riusciti a resistere meglio, come le cooperative e le imprese logistiche che, lavorando in outsourcing, non acquistano i macchinari ma appunto si rivolgono al renting contando su flessibilità e costi certi”. Genovese è convinto che diverse imprese italiane si trovino, per tracciare un parallelo in senso figurato, nelle condizioni affrontate dalla fauna preistorica: “Quelle sovradimensionate somigliano ai grandi dinosauri che si estinsero dopo aver esaurito le foglie degli alberi più alti. Non riuscendo a piegarsi per brucare l’erba morirono. Ecco, penso che nel futuro immediato si salverà chi riuscirà a calibrare la propria dimensione sulla domanda del mercato, di parecchio inferiore rispetto al passato, e saprà per così dire mangiare di tutto, offrendo in sostanza servizi e prodotti specifici”. Che è poi la strada scelta da Euroassistance, che in Italia propone carrelli per impieghi di nicchia: “Spesso ci capita di fornire alcune nostre macchine a completamento di una commessa ben più numerosa di carrelli standard che un costruttore da grandi numeri o un suo concessionario di zona si vede affidare. Case che costruiscono decine di migliaia di carrelli da magazzino o controbilanciati per gli usi più comuni e che non intendono costruire carrelli multidirezionali, o per impieghi particolari come i nostri”. L’imprenditore/manager riscontra una preponderanza della trazione elettrica nel nostro Paese, frutto di una diversa mentalità e interpretazione delle norme rispetto ai paesi di matrice anglosassone e del Nord Europa, in cui la trazione a Gpl è molto diffusa e ritenuta più rispettosa dell’ambiente rispetto all’elettrico. “Sul Gpl ci frena una scarsa cultura in materia e la mancanza di una rete distributiva adeguata per il rifornimento. Un peccato perché le emissioni causate da un motore a Gpl sono minime. Gli ostacoli da superare frenano tuttavia molti dal farvi ricorso nonostante la convenienza nei costi di esercizio”.

Maurizio Mazzieri di Toyota

“C’è bisogno di individuare la quota fisiologica di assorbimento di carrelli elevatori da parte del mercato italiano. Il picco di vendite raggiunto nel 2007 non può essere ripreso come target. Tutti i produttori sanno di aver forzato le vendite in quel periodo, come del resto avveniva nell’automotive con politiche commerciali che oggi danno luogo a riflessioni”: parola di Maurizio Mazzieri, Deputy managing director di Toyota Material Handling Italia, che distribuisce lo storico marchio Cesab di cui è stata appena presentata la nuova gamma di carrelli elevatori elettrici B600 . “Dobbiamo comprendere qual è il modello sostenibile per il nostro Paese”, ragiona Mazzieri, secondo il quale il mercato nazionale non è in grado di assorbire più di 35mila carrelli l’anno. Intanto, mentre la domanda dall’industria ristagna, i carrelli da interni reggono meglio, rendendo più simile l’Italia a quanto avviene in altre nazioni europee: “Ma se cambia il mix dei prodotti venduti, anche i profitti si riducono. È tuttavia inevitabile che su carrelli meno costosi, come quelli da magazzino, anche i servizi di manutenzione, assistenza e così via abbiano un valore inferiore a quello che si avrebbe vendendo dei più potenti controbilanciati. E i margini si restringono di conseguenza”. Da qui la scelta di puntare sia su iniziative come Toyota Academy, caratterizzata da un’offerta di training da un lato e di consultancy dall’altro, e sulla rivisitazione della rete dei dealer, acquisendone alcuni tra quelli che hanno sviluppato le migliori competenze e posizionati in aree strategiche.“Con Toyota Academy proponiamo corsi di addestramento e formazione mirati a favorire la crescita delle competenze di operatori, tecnici e dealer che devono diventare sempre più capaci di ridurre le scorte di magazzino. Con la consultancy ci indirizziamo in particolare proprio alle nuove generazioni di dealer che spesso sono chiamati a proseguire un’attività di famiglia in un mercato fortemente competitivo”, insiste Mazzieri. La revisione della rete ha portato TMHIT a rilevare nell’ultimo anno il controllo di cinque dealer. Dopo Ceteas di Roma, Mbt di Treviso, Arce di Bologna e Samet di Prato, sul finire del 2013 è stata la volta della Ovas di Erba (Co), organizzazione con 70 dipendenti e un fatturato di circa 11 milioni di euro prodotto vendendo sì carrelli, ma anche servizi innovativi che arrivano alla progettazione di soluzioni complete per il magazzinaggio e la logistica. Nei cinque equity dealer, dei quali TMHIT ha acquisto il 70% delle quote, è rimasto come amministratore delegato il precedente proprietario: “Un segno di rispetto della persona che riteniamo sia così portata a sentirsi parte di un team, un principio cardine teorizzato dal Toyota production system che basa il suo successo mondiale proprio sul riconoscimento del valore degli individui”, sottolinea Mazzieri che nel rendere ufficiale l’operazione portata a termine con Ovas ha invitato in Italia Yoshihito Wakamatsu, il guru nipponico che all’elaborazione e applicazione del Tps ha praticamente dedicato la sua esistenza. Toyota, Wakamatsu e Considi, la sola società di consulenza che interloquisce con il Maestro in Europa, insieme hanno formato un team strategico per l’estensione alle piccole e medie aziende italiane del sistema gestionale (Toyota way) e organizzativo (Tps) che ha tra l’altro portato la Toyota corporation al vertice mondiale nel settore automotive.

Angela Sgualdi di Linde

Negli ultimi anni il mercato dei carrelli elevatori è cambiato in modo radicale. Il nostro paese è sempre stato ricco di piccole imprese costruttrici di successo, che hanno notevolmente contribuito alla crescita tecnica e commerciale di questo segmento produttivo. “Le statistiche evidenziano tuttavia un mercato in netta contrazione, soprattutto in Europa e in Italia”, osserva Angela Sgualdi, responsabile marketing di Linde Material Handling Italia. “Ciò nonostante – aggiunge – Linde si conferma in crescita, grazie al fatto che i grandi produttori restano i protagonisti a discapito dei competitor minori, i quali soffrono l’alto livello di qualità e servizio richiesto dalla clientela”. Il principale cambiamento si è cominciato a intravvedere 10-15 anni fa, quando le principali aziende cominciarono a proporre il noleggio come alternativa alla vendita. “Negli ultimi cinque anni – continua Sgualdi – questo trend ha subito un’accelerazione legata alla crisi economica. Il mercato è diventato molto meno prevedibile. E la richiesta, altalenante in termini di volume, legata alla carenza di liquidità, ha dato origine a uno scenario in continuo cambiamento”. Il mercato oggi richiede tempi di risposta immediati da parte dei fornitori, mentre servizio e consulenza sono diventati i punti chiave della competizione. Linde MHI ha da tempo cambiato vestito affrontando in modo aggressivo e strutturato la realtà. “Proponiamo, oltre alla vendita, nuove forme contrattuali di noleggio a breve e a lungo termine. Per dare un servizio a 360°, stiamo offrendo ai clienti strumenti finanziari ad hoc per affrontare i problemi di liquidità che tutti conosciamo. Linde sta, inoltre, investendo per avere una presenza commerciale e di assistenza più capillare sul territorio, con un servizio ricambi più veloce”. Questo mentre in Italia si evidenzia un calo di domanda nel settore industriale, dove l’impiego delle macchine termiche è sempre stato importante. Di contro, si registra un notevole incremento dei volumi nel mondo dei servizi logistici e trasporti con conseguente richiesta di macchine elettriche e in particolare da magazzino. “Le principali dotazioni richieste – aggiunge Sgualdi – sono relative all’ergonomia, alla facilità d’impiego e all’efficienza in termini di produttività e consumi. La logistica in Italia non ricopre ancora l’importanza che dovrebbe e questo costituisce un problema culturale. Non esiste la piena consapevolezza del ruolo determinante che gioca un fluido sistema di movimentazione delle merci, che si parli di supply chain interna o di distribuzione”. Linde è da sempre attenta alla sostenibilità ambientale e in parallelo all’efficienza, ai consumi e alle emissioni: “Da anni affrontiamo il tema dei consumi e dell’energia, con l’obiettivo di incrementare le prestazioni delle macchine a fronte di una costante riduzione dei costi d’esercizio. Il nostro centro Ricerca & Sviluppo studia nuove soluzioni che offrano migliori prospettive nella motorizzazione, atte ad ottenere benefici per l’azienda e per l’ambiente. Un esempio di questa tendenza sono i nuovi carrelli termici EVO, equipaggiati con un nuovo motore e filtro antiparticolato integrato che soddisfano le più recenti normative europee. Emissioni inferiori del 69% rispetto ai limiti consentiti e accorgimenti innovativi per la massima sicurezza e protezione dell’operatore e dell’ambiente. Anche i carrelli a metano rappresentano nuove prospettive che anticipano il futuro e che portano vantaggi competitivi per il profitto dell’azienda e per la salvaguardia dell’ecosistema”.

I PRODOTTI

Quando il gioco si fa duro arriva Aisle Master

Corsie strette e logistica del freddo sono le sfide preferite dai carrelli Aisle Master. La logistica del freddo è quella che mette a più dura prova le performance dei carrelli elevatori progettati in questo caso per resistere a condizioni di utilizzo davvero proibitive. Come accade con l’Aisle-Master Cold Store, un “elettrico” capace di lavorare senza affaticarsi in ambienti dove la temperatura scende fino a -30°C senza soffrire degli inevitabili sbalzi termici. Oltre ad essere dotato di cabina ad alta visibilità, chiusa e riscaldata, Cold Store è provvisto di componenti che ostacolano l’aggressività del freddo indispensabile nella supply chain del largo consumo per la conservazione degli alimenti e in quella dell’industria farmaceutica. Contenimento dei costi da un lato e aumento di produttività e capacità di stoccaggio nel magazzino dall’altro sono i traguardi che i carrelli Aisle-Master, importati in esclusiva per l’Italia da Euro Assistance, si prefiggono di raggiungere mediante, tra l’altro, il restringimento del corridoio di lavoro. Le macchine Aisle-Master, disponibili anche con motore endotermico alimentato a Gpl, aumentano gli spazi di stoccaggio merci fino al 50% rispetto ai normali carrelli frontali e del 30% se impiegati al posto dei tradizionali retrattili. Il tutto riducendo il numero di veicoli necessari e di manodopera impiegata a parità di compiti eseguiti. Condizioni possibili lavorando in corsie strette fino a 1,80 m, con scaffalature che si ergono fino a 12,5 m e portate da 1,5 a 2 ton. Le loro applicazioni illimitate nella logistica e nell’industria di recente sono state apprezzate da una grande piattaforma distributiva farmaceutica che copre un’area di circa 23mila mq, con ambienti a temperatura controllata e in grado di gestire oltre 2mila referenze secondo le stringenti normative che regolano lo stoccaggio e la gestione del farmaco. Il design e le caratteristiche progettuali dei carrelli Aisle Master consentono di movimentare con facilità non solo la merce pallettizzata ma pure i carichi fuori standard. Anche in questi casi il carrello può prelevare i prodotti direttamente dal camion depositandoli nel magazzino finale riducendo passaggi intermedi e possibili danni al materiale movimentato. Le ruote in gommatura superelastica e i motori altamente performanti permettono operazioni di carico e scarico veloci in piazzali dissestati assicurando una guida regolare, indipendentemente dal tipo di terreno. La moderna tecnologia conferisce inoltre ai carrelli Aisle Master resistenza e una modesta manutenzione offerta da Euro Assistance su tutto il territorio nazionale, con un servizio ad ampio spettro dalla vendita al noleggio, dall’assistenza tecnica alla fornitura ricambi. Gestito con la massima tempestività ed efficienza da tecnici specializzati lungo l’intera vita del carrello, il servizio di assistenza può prevedere manutenzione preventiva, tagliandi programmati per i controlli di sicurezza, full service per la sola manodopera o comprensiva dei ricambi, controlli su batterie e raddrizzatori e altro ancora.

Velia ES Mitsubishi, commissionatori per bassi livelli di prelievo

La garanzia di due anni conferma la validità del prodotto Mitsubishi, la cui parola d’ordine è comfort e sicurezza per l’operatore. Tecnologia d’avanguardia e servizi d’assistenza di prim’ordine in via di potenziamento, insieme all’aumento dei dealer lungo lo Stivale (sono 30, a breve saranno 33), completano l’offerta di Degrocar, referente in Italia del marchio nipponico. Più concessionari, più visibilità, maggiori possibilità d’intervenire in poche ore con l’assistenza necessaria: questa la strategia dell’azienda che ha saputo adattarsi alla mutazione del mercato colpito dalla deindustrializzazione del Paese in quanto, se chiudono le grandi realtà, quelle con maggiori necessità di mezzi, la ricaduta è senza dubbio negativa. Da qui l’orientamento verso le macchine da magazzino, su cui Mitsubishi ha importanti soluzioni tecniche di movimentazione da proporre. Come Velia Es, una serie di carrelli commissionatori per bassi livelli di prelievo dalle elevate caratteristiche tecniche, capaci di combinare comfort e controllo di precisione. Tra le dotazioni spiccano il comodo e sensibile volante Maxius, l’ampio e spazioso comparto operatore attraversabile, senza ingombri, con la più̀ ampia pedana mai vista sul mercato. I Velia sono stati progettati pensando alla produttività. Ogni modello offre una velocità di traslazione massima di 12 km/h con l’operatore a bordo mentre nella modalità di conduzione da terra opzionale è stato impostato un limite di sicurezza. Nei modelli, capaci di soddisfare ogni esigenza, sono sollevabili sia la piattaforma sia le forche (anche a forbice). E per offrire la massima versatilità e produttività, il controller programmabile regola accelerazione, velocità di avanzamento e frenata a seconda del conduttore e dell’applicazione. Il sensore nella pedana permette inoltre l’attivazione del carrello non appena l’operatore si posiziona in una ergonomica postura di guida, riducendo il ritardo di risposta. Il design esclusivo delle luci a Led, che offre la sicurezza data dall’essere visti e dal vedere bene ciò che si trova attorno nel magazzino, comprende anche l’indicatore di svolta. La piattaforma sollevabile permette il commissionamento fino a 2.5 m, per un prelievo sicuro al secondo livello di altezza.

 Linde, retrattili new generation

Ha fatto la sua apparizione sul mercato la nuova generazione di carrelli retrattili R14/R20 di Linde Material Handling, con portata da 1,4 t a 2 t. Grazie al design compatto e innovativo i nuovi retrattili permettono una movimentazione ancora più produttiva delle merci all’interno dei magazzini, mentre le nuove soluzioni tecniche rendono il veicolo più confortevole, potente, sicuro e di semplice manutenzione. L’ampia scelta di montanti, batterie, telai ed equipaggiamenti speciali permette, inoltre, di offrire al cliente soluzioni su misura derivate direttamente dalla produzione di serie. Utilizzabili sia per il trasporto delle merci sia per lo stoccaggio in altezza, i nuovi Linde raggiungono un sollevamento di 13 m, così da poter utilizzare ulteriori posti-pallet. L’inedito concept del montante, realizzato con profili più resistenti e rinforzati, consente una riduzione delle oscillazioni abbinata a una portata residua superiore del 20% con una visibilità ottimale. I costi del personale rappresentano la voce di spesa più importante nella movimentazione merci. Inoltre, gli operatori influenzano significativamente le prestazioni dei loro carrelli. Per queste ragioni, durante il processo di sviluppo dei nuovi carrelli retrattili, Linde ha concentrato la propria attenzione sul miglioramento dell’ergonomia. Le migliorie introdotte riducono lo stress per il conducente e contribuiscono a salvaguardare la sua salute. Gli operatori possono regolare la console di comando, il volante, il display, i joystick e il bracciolo, in modo da adattare perfettamente il posto di guida alle proprie esigenze. Le vibrazioni causate da superfici irregolari, dossi o pavimentazioni danneggiate vengono ridotte al minimo grazie ad un sedile ammortizzato ad aria, che permette anche la regolazione in altezza. In relazione al peso dell’operatore è anche disponibile il posizionamento automatico ottimale della corsa del sedile. Il deposito e il prelievo di merci alle grandi altezze è reso più semplice se l’operatore ha visibilità sulle forche e sul carico. Per questo il nuovo retrattile Linde può essere equipaggiato con l’inedito tettuccio panoramico in vetro antisfondamento che protegge l’operatore dalla caduta accidentale di oggetti e consente una visuale superiore senza alcun ostacolo. Sistemi di sicurezza supplementari includono la protezione addizionale all’altezza delle spalle, il dispositivo Linde BlueSpot con tecnologia a LED che informa preventivamente tutto il personale nelle vicinanze circa l’imminente uscita del carrello dal corridoio e i quattro sistemi di frenatura indipendenti, che garantiscono spazi d’arresto ridotti anche in casi di emergenza. Il nuovo retrattile può raggiungere una velocità di sollevamento di 0,55 m/s, con un incremento del 41% rispetto alla serie precedente. Anche la velocità di abbassamento senza carico è stata incrementata del 22% rispetto ai modelli precedenti fino a raggiungere 0,55 m/s. Per allineare il più possibile il consumo energetico alla produttività è anche possibile selezionare una tra le tre differenti parametrizzazioni dinamiche di guida: “Performance”, per la massima produttività, “Efficiency”, per combinare le prestazioni con l’efficienza energetica, ed “Economy” per le applicazioni più leggere. Grazie alla combinazione della doppia pedaliera Linde e dello sterzo a 180°, i carrelli retrattili possono girare velocemente e con precisione anche in spazi ridotti. Ciò significa raggio di volta ridotto al minimo e massima manovrabilità nei corridoi. L’elevato livello di affidabilità rappresenta una priorità assoluta per l’operatività di un carrello. E il tempo di inattività deve essere ridotto al minimo. Per questo motivo Linde ha ulteriormente migliorato l’accesso ai componenti per la manutenzione, rendendo gli interventi più veloci ed efficienti.

Automazione e intralogistica, le frontiere presidiate da OM STILL

Per gli ormai sempre più piccoli magazzini dei punti vendita della grande distribuzione, dove si svolgono attività di carico e scarico quotidiane pur non intensive, nei quali è il fattore spazio è fondamentale, OM STILL ha studiato il doppio stoccatore uomo a terra EXD18, agile e compatto. L’offerta del costruttore s‘è da poco arricchita anche grazie all’arrivo del commissionatore verticale EK-X che ridefinisce gli standard di eccellenza di questo segmento di prodotti in termini di prestazioni, altezza di lavoro, capacità di carico residua, funzionalità ed ergonomia. Per rispondere al meglio alle esigenze di tutti i clienti, l’EK-X è stato sviluppato utilizzando il concetto di modularità, già applicato con successo a molti altri prodotti della gamma OM STILL. Pertanto il prodotto finale può essere totalmente personalizzato: dalle classi di potenza per i motori di sollevamento alla potenza della batteria (da 24 V o 48 V), dalla larghezza del telaio all’altezza del tettuccio conducente, fino alle colonne di sollevamento (disponibili in versione telescopica e triplex) e alle componenti della cabina del conducente. E se la complessità dell’attuale scenario economico impone alle imprese la massima attenzione ai costi con l’obiettivo di aumentare l’efficienza, la ricerca OM STILL insiste sullo sviluppo di prodotti versatili, personalizzabili e capaci di assicurare un reale risparmio di costi. Tra le più recenti innovazioni in tal senso è il programma Blue-Q che, a seconda dell’impiego e dell’attrezzatura, garantisce risparmi del 10-20% nei consumi di energia attraverso una gestione intelligente delle curve caratteristiche, con conseguente ottimizzazione della trazione. Nel caso di un carrello elettrico con una portata di 1,6t, impiegato per cinque anni su tre turni, ciò si traduce secondo il costruttore in un risparmio di 2500 euro. Senza contare che da questo conteggio sono stati tralasciati gli altri effetti di riduzione dei costi dovuti alla minor usura e alla maggior durata della batteria. La modalità Blue-Q non influenza solo il comportamento di guida, ma anche il disinserimento intelligente di utenze elettriche: proprio le utenze secondarie (luci, riscaldamento elettrico, tergicristalli e via di seguito) sommate tra loro contribuiscono in certe condizioni fino al 35% del consumo totale di un carrello elettrico. OM STILL ha sviluppato anche il concetto di automazione iGoEasy, pensato per applicazioni che prevedono volumi modesti, dove la movimentazione delle merci, con un carrello elevatore tradizionale è stata l’unica soluzione ragionevole in passato. Il sistema consiste nell’utilizzo di un carrello stoccatore opportunamente automatizzato, di catarifrangenti, un computer di bordo e un iPad, iPad mini o un iPad touch, utilizzati come unità di controllo. Per la prima volta sarà possibile per gli utilizzatori, automatizzare le operazioni di trasporto semplici, in modo completamente indipendente, senza bisogno di aiuto da qualsiasi tipo di esperto con una formazione specifica. Con iGoEasy OM STILL stabilisce nuovi standard in termini di facile e intuitiva movimentazione dei materiali. Un’applicazione ideale dell’iGoEasy è, ad esempio, l’approvvigionamento e il recupero di pallet, da e verso la produzione. In questo tipo di soluzione un singolo carrello può essere utilizzato su percorsi che coprono distanze fino a 100 m, svolgendo missioni ripetitive di trasporto orizzontale e sollevamento fino a 800 mm: una tipica applicazione che si trova spesso in piccoli e medi impianti di produzione.

Maggiore produttività e più sicurezza con i Cesab B600

Grazie all’estrazione laterale della batteria, il nuovo Cesab B600 è un carrello ideale per applicazioni prolungate, tali da consentirne un facile utilizzo su turni di lavoro multipli, quelli particolarmente frequenti ad esempio nella logistica e nella distribuzione. Equipaggiato con i più avanzati sistemi capaci di ottimizzare produttività e sicurezza, il nuovo Cesab è dotato della moderna tecnologia IMD – Intelligent Mast Design – ed è stato disegnato mantenendo il caratteristico family feeling degli altri carrelli elevatori elettrici della gamma offerta dal marchio distribuito in Italia da Toyota Material Handling Italia. L’inedito 80V a 4 ruote Cesab B600 è dotato di tecnologia di trazione a corrente alternata. La gamma comprende sei modelli con capacità di carico compresa tra le 2 ton del nuovo modello compatto B620 fino alle 3,5 ton del carrello ad alta capacità B635. I carrelli con capacità da 2,5 e 3 ton sono disponibili anche nelle versioni “L”, in grado di utilizzare batterie dalla capacità elevata, aumentandone l’autonomia operativa, senza comprometterne la compattezza. Le innovative caratteristiche della tecnologia IMD e il design ergonomico e arrotondato della protezione conducente, permettono al B600 di offrire all’operatore un’ottima visibilità dal posto di guida, per lavorare in maniera più facile, sicura e più produttiva. Il veicolo è, infatti, dotato anche di sensori posti sul montante in grado di verificare la presenza e l’altezza del carico sulle forche e di ridurre automaticamente la velocità di traslazione portandola a un livello di sicurezza secondo la posizione del carico. È inoltre disponibile in opzione un’ulteriore protezione dei motori elettrici, che permette al B600 di lavorare sia all’aperto sia al chiuso, riducendo al minimo rischi connessi al contatto con acqua e polvere, in maniera tale da renderlo una valida alternativa ai carrelli endotermici. Costruito con gli standard produttivi più elevati per durare nel tempo, il B600 ha telaio e pannelli laterali in metallo che, pur non aggiungendo peso inutile, sono in grado di proteggere il mezzo e l’operatore da possibili danni accidentali. Il nuovo carrello rappresenta dunque un efficiente strumento di lavoro con una limitata necessità di manutenzione, in grado di assicurare ridotti costi di gestione operativa e un elevato ritorno dell’investimento. Assemblato secondo le riconosciute procedure del Toyota production system, il design del B600 vede nell’ergonomia un aspetto fondamentale. Lo spazioso e confortevole posto guida, i comandi elettro-proporzionali posti sul bracciolo multi-funzione e il facile accesso da entrambi i lati del carrello assicurano un elevato comfort all’operatore. Sono tra l’altro disponibili un’ampia scelta di diversi sedili e di configurazioni della pedaliera, e tre sono i settaggi di guida del carrello selezionabili dal display, che combinano le performance del mezzo in maniera ottimale con le diverse applicazioni, modificabili in base alle preferenze e all’esperienza di guida dell’operatore per favorire prestazioni elevate o ridotti consumi energetici.

Sempre più in alto con il nuovo retrattile Yale

Livelli di produttività e affidabilità superiori, riducendo al minimo i costi di gestione, sono possibili con il nuovo carrello retrattile MR di Yale, riprogettato dotandolo di una robusta struttura in grado di assicurare eccellenti livelli di comfort e di un sistema di funzionamento intuitivo. Le portate disponibili sono di 1,4, 1,6, 2,0 e 2,5 t; data l’esigenza delle aziende di servizi logistici per conto terzi (3PL) e degli operatori di magazzino di raggiungere altezze di sollevamento sempre maggiori, il modello da 2,5 t è stato progettato per sollevare un carico di 1,0 t a un’altezza di 12,5 metri. Le velocità di marcia di 14 km/h e di sollevamento di 0,8 m/s, unitamente alla elevata manovrabilità e facilità d’utilizzo, permettono di ottenere la massima produttività. Ideale anche in ambienti operativi ristretti, l’MR è stato progettato con un sistema montante dal design esclusivo che permette di migliorare notevolmente le prestazioni durante il sollevamento dei carichi, riducendo al minimo la flessione del montante stesso. Inoltre, in presenza di altezze di sollevamento che, di norma, avrebbero richiesto modelli grandi e costosi, consente l’utilizzo di carrelli di portata inferiore con conseguente risparmio sui costi d’acquisto del carrello e sui consumi energetici. Disponibile in tre diverse misure e con quattro tipi di telaio per rispondere con efficacia sia in situazioni standard, sia in ambienti ristretti, sia con scaffalature drive-in, la nuova cabina imbullonata della serie MR vanta una serie di caratteristiche che preservano il clima all’interno dell’abitacolo e aumentano il comfort del conducente, consentendogli di rimanere concentrato durante l’intero turno di lavoro. Molto facile e intuitivo anche il controllo del carrello, grazie a un volante di dimensioni ottimali sul lato sinistro e un modulo mini-leva a quattro vie o il nuovo mini-joystick Yale per le funzioni idrauliche sulla destra. Entrambi consentono di controllare la macchina con precisione e di eseguire movimentazioni del carico con disinvoltura, assicurando una risposta precisa e quasi istantanea agli input del conducente. Il carrello MR può essere fornito anche con il display standard con schermo Lcd, lo stesso utilizzato sulla gamma di successo di carrelli controbilanciati Yale, sul quale è ugualmente possibile ricevere le notifiche sulle condizioni del carrello e selezionare le modalità di esecuzione. Per il nuovo carrello MR è stata prevista una semplice manutenzione preventiva con lunghi intervalli d’intervento, pezzi di ricambio comuni per tutta la gamma Yale e facilità di accesso ai componenti principali, contribuendo ad aumentare i tempi di piena operatività e a diminuire notevolmente i costi di manutenzione.

 

 

 

 

 

 


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