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Commercio internazionale e borse, la situazione aspettando i dazi 

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La tregua commerciale tra Cina e Stati Uniti rappresenta un’opportunità ‘a tempo determinato’ per i traffici globali, che stanno attraversando una fase di forte incertezza, influenzata da decisioni politiche e strategie economiche fortemente protezionistiche. 

Il riferimento è, com’è chiaro, all’istituzione dei dazi commerciali da parte di Washington, nel cui contesto si inserisce la recente ‘tregua’ stabilita tra Cina e Stati Uniti, che prevede la riduzione delle tariffe per 90 giorni a partire dal 12 maggio scorso: essa ha creato una finestra favorevole per le transazioni tra le due economie più grandi del mondo, i cui scambi reciproci erano altrimenti in stallo. 

I dati relativi ai traffici commerciali tra le due Superpotenze economiche hanno immediatamente mostrato un’impennata delle spedizioni: le prenotazioni su navi cargo dalla Cina agli USA sono aumentate fino a 228.000 TEU (dove 1 TEU sta per 1 container da 20 piedi), registrando un incremento significativo rispetto alla settimana precedente. Il comportamento degli spedizionieri sembra assimilabile ad una corsa al fare scorte prima che molti beni non possano nuovamente varcare i reciproci confini senza essere sottoposti a tassazioni elevate.

Shipping e trasporto aereo: una corsa contro il tempo  

Il settore dei trasporti ha reagito subito all’opportunità di riduzione delle tariffe. I prezzi per lo spazio sulle navi Shanghai-Los Angeles sono aumentati del 16%, arrivando a $3.136 per container da 40 piedi, come riporta il Drewry World Container Index. Parallelamente, anche il trasporto aereo ha beneficiato della finestra commerciale, con un incremento del 18% nelle operazioni cargo internazionali, almeno stando alle informazioni diffuse dal Ministero dei Trasporti cinese.  

Il rimbalzo sarebbe imputabile principalmente alla necessità di anticipare le spedizioni prima della scadenza della tregua, con molte aziende (esempi noti sono Walmart e Royal Philips), che hanno accelerato gli ordini per garantire la produzione e la consegna senza subire tariffe in entrata negli USA più elevate. 

Tuttavia, nonostante l’incremento momentaneo, il volume totale delle spedizioni resta in linea con lo scorso anno, segnalando una certa prudenza tra i rivenditori, in attesa di maggiori certezze sul fronte commerciale.  

L’export europeo verso gli USA: crescita e incognite

Mentre la Cina ha visto una ripresa momentanea nel commercio con gli Stati Uniti, l’Europa si è vista somministrare una vera e propria doccia fredda con l’annuncio unilaterale di Trump di voler imporre dazi al 50% sulle sue esportazioni verso Washington a partire dal 1° giugno 2025, ossia dalla fine della sospensione provvisoria dei dazi tra Buxelles e Washington. 

Se la decisione di tassare al 25% le merci e i prodotti a marchio UE poteva avere un impatto significativo su settori chiave come automobili, farmaceutica, macchinari industriali e agroalimentare, è ovvio che un suo rincaro al 50% sarebbe ancor più deleterio. Tuttavia, una mediazione con la presidentessa dell’Unione, Ursula Von der Leyen, ha già portato ad un ulteriore sospensione del provvedimento sino al primo luglio, rimettendo nuovamente in discussione le mosse della Casa Bianca in materia di rapporti commerciali, che paiono soprattutto volte a destabilizzare i mercati e le economie estere.

In ogni caso, il primo trimestre 2025 ha visto l’export italiano registrare un incremento del 6%, trainato in particolare dal comparto agroalimentare (+11%). Malgrado i segnali positivi, con l’introduzione dei nuovi dazi le esportazioni italiane potrebbero subire una contrazione del anche 20-30%, con perdite stimate tra gli 1,3 e i 2 miliardi di euro. Parallelamente, tutte le borse europee hanno risentito degli annunci sui dazi, con un’altalena di rendimenti non riconducibile a nessun evento del passato.  

L’Unione Europea, che attualmente vanta un surplus commerciale con gli Stati Uniti di 155 miliardi di euro, sta valutando misure di ritorsione per proteggere i propri interessi: tra le opzioni sul tavolo, c’è l’applicazione di tariffe aggiuntive su prodotti americani per un valore di 107 miliardi di dollari.  

Prospettive future: il commercio tra incertezze e strategie

L’economia globale si trova in una fase molto delicata, in cui le decisioni politiche possono rapidamente alterare gli equilibri commerciali. La tregua tra Cina e Stati Uniti ha offerto un respiro momentaneo, ma il ritorno in vigore dei dazi potrebbe innescare una nuova fase di tensioni e rimodellare le strategie delle imprese.  

Nel caso dell’Europa, la reintroduzione dei dazi o il loro innalzamento potrebbe portare a un rallentamento delle esportazioni, costringendo le aziende europee a rivedere i propri mercati di destinazione e le politiche di pricing. Le risposte europee potrebbero mitigare l’impatto delle tariffe USA, ma il rischio di una spirale protezionistica resta concreto.  

L’incertezza domina il panorama economico e finanziario, mentre governi e aziende tentano di adattarsi a un ambiente commerciale sempre più volatile. La chiave, nei prossimi mesi, sarà la capacità di trovare nuove strategie per mantenere competitività e garantire la stabilità delle filiere produttive globali.  

Fonte: ttnews.com

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