Non fare sistema ci rende deboli, in Europa, rispetto al giganti del trasporto mondiale della Cina e della Corea. Questa la fotografia della situazione che ha aperto l’assemblea pubblica di Federagenti di dicembre a Roma.
Forte la necessità di stringersi per far fronte alla concorrenza. Cominciando da dove? Secondo il presidente di Conftrasporto Paolo Uggè, dalle riforme: “La riforma dei porti, ad esempio, può rappresentare un ottimo punto di partenza verso opportunità di crescita e competitività. I nodi sono l’aggregazione e l’intermodalità, che è nello spirito di Conftrasporto, nata proprio per mettere assieme le tre principali espressioni del settore: gomma, ferro e mare”.
Tre le grandi questioni che secondo Conftrasporto mettono il settore nella condizione di dover fare delle riflessioni: “Il raddoppio del canale di Suez, la Via della seta, che apre un capitolo anche sul trasporto ferroviario (in 15 giorni le merci arrivano dalla Cina all’Europa del Nord), e il Gottardo, che ci pone in una condizione di indispensabile intervento rapido sul fronte dell’intermodalità. Se non si fa presto, l’idea del Corridoio 24 rischia di vedere invertita l’originaria rotta”.
Necessario, secondo Uggè, anche un recupero del valore della politica dei trasporti, “Magari attraverso la ricostituzione della Consulta del trasporto e della logistica con il compito di effettuare operazioni di interconnessione tra le diverse realtà del settore”.