L’Ue vuole regolare il ricorso all’AI nel settore doganale. Questa decisione presenta numerosi vantaggi, ma anche diverse problematiche. Da un lato, l’utilizzo di questa tecnologia contribuisce allo sviluppo di un sistema di analisi di rischio più efficace, dall’altro lato, però, pone problematiche ancora irrisolte connesse ai profili di responsabilità per gli errori commessi dall’AI.
Nella pianificazione logistica si deve tenere conto dei controlli in dogana. Questi, da un lato, proteggono aziende e consumatori, garantendo la sicurezza delle merci che attraversano le frontiere dell’Unione europea e contrastando l’evasione di dazi e IVA; dall’altro lato, rappresentano un costo per le imprese in termini economici e di tempo.
L’Ue è ben consapevole di questo scenario e, di conseguenza, si è posta tre obiettivi:
– avere controlli doganali efficaci
– agevolare il commercio lecito
– ridurre i costi e rischi per le imprese
Raggiungere questi obiettivi è tutt’altro che semplice. Per capire come l’Ue intende muovere verso questo scopo, c’è da chiedersi, innanzitutto, qual è il risultato finale che la commissione persegue.
Lo scopo ultimo è quello di eliminare i controlli in sede di sdoganamento rispetto alle merci che presentano elementi di rischio bassi o nulli, in modo da concentrare i controlli sulle merci che presentano profili di rischio più elevati. Ciò comporterebbe per le imprese più “virtuose” meno controlli (o addirittura nessun controllo) e, per l’autorità doganale, la possibilità di concentrarsi sulle spedizioni più rischiose.
Come individuare il livello di rischio delle merci
Il livello di rischio delle merci si individua attraverso l’analisi dei flussi di merci che attraversano le frontiere dell’Ue. I dati necessari per quest’analisi provengono dallo scambio di informazioni tra le diverse autorità doganali europee, soprattutto attraverso l’impiego di reti informatiche e banche dati condivise, alimentate con i dati derivanti dall’esito dei controlli effettuati.
L’uomo, senza l’ausilio della tecnologia, non potrebbe svolgere efficacemente quest’analisi, visto l’enorme volume di spedizioni che ogni giorno attraversano le frontiere dell’Ue. Diventa, quindi, indispensabile ricorrere a strumenti tecnologici sempre più innovativi, come l’intelligenza artificiale (AI) e la blockchain, il cui impiego – tuttavia – presenta anche problemi dal punto di vista giuridico.
L’AI e i controlli doganali
Il ricorso all’AI nei controlli in dogana non è ancora realtà. Il sistema informatizzato di controllo utilizzato dall’Agenzia delle Dogane Italiana, infatti, non è un sistema di AI, ma un sistema automatizzato (Tabella 1).
In dogana, un sistema automatizzato che non riesce a gestire autonomamente una situazione non standard, può causare l’interruzione delle operazioni doganali. Con l’utilizzo dell’AI, invece, in caso di situazioni anomale si avrà un sistema che può analizzare la situazione, valutare diverse soluzioni e scegliere quella più adatta senza bisogno di intervento umano.
Ma l’AI fornisce altri strumenti importanti all’autorità doganale per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei controlli. Infatti, l’AI può:
– generare previsioni su quali spedizioni hanno maggiori probabilità di essere a rischio analizzando i dati storici sui flussi commerciali e sui modelli di contrabbando
– coadiuvare la corretta classificazione delle merci, assumendo le informazioni sui prodotti contenute nei documenti commerciali e, in caso di errore, proponendo una diversa classificazione
– segnalare discrepanze tra le informazioni contenute nei manifesti di spedizione e altra documentazione, consentendo ai funzionari di indagare ed eventualmente identificare casi di frode o contrabbando
– consentire la separazione tra controllo documentale (che potrebbe essere svolto dell’AI, mentre oggi è necessariamente effettuato da un funzionario) e controllo fisico delle merci
– consentire la standardizzazione degli approcci per l’esame delle dichiarazioni doganali e dello svincolo delle merci tra le diverse dogane degli stati membri
– consentire l’esclusione del contatto diretto tra dichiarante e funzionari doganali, con conseguente ulteriore riduzione del rischio di corruzione rispetto all’adozione di un sistema automatizzato
Le nuove tecnologie: la blockchain
L’importanza dell’AI come applicativo nei controlli doganali dipende dalla sua capacità di autoapprendimento e lo sviluppo di tale capacità dipende dalla quantità di dati che le si forniscono. Una parte considerevole di questi dati può derivare dall’integrazione dell’AI con i database a disposizione delle istituzioni europee.
Tuttavia, più dati l’AI ha a disposizione, più sarà efficiente la sua attività, e la blockchain può fornirgliene una quantità enorme!
La tecnologia blockchain consiste in un sistema di archiviazione di dati peer-to-peer completamente decentralizzato, in cui i dati sono strutturati logicamente come una sequenza di blocchi e che – proprio in ragione di tale sua struttura – è ritenuto particolarmente affidabile.
Ciò nonostante, la tecnologia blockchain ha numerose e importanti applicazioni nel settore della logistica e del commercio internazionale, con evidenti risvolti anche nel settore dei controlli doganali.
Innanzitutto, i partecipanti ad una blockchain sono pre identificati attraverso un sistema di autorizzazioni di accesso: questa caratteristica potrebbe permettere all’Autorità doganale di identificare in modo più rapido e certo i soggetti coinvolti nelle operazioni di dogana.
Inoltre, l’autorità doganale avrebbe un panorama chiaro di tutte le informazioni relative alle merci che transitano in dogana (fornitore delle materie prime e loro origine, valore delle materie prime, lavorazioni effettuate e loro valore, accordi di licenza, trasporti effettuati, vettori, assicurazioni, posizione in tempo reale delle merci…). Avendo a disposizione tutte queste informazioni, l’autorità doganale del paese importatore sarebbe in grado di:
– monitorare l’origine delle merci importate, garantendo che non si tratti di prodotti contraffatti.
– garantire un maggior rispetto degli standard di sicurezza e conformità dei prodotti (la blockchain potrebbe garantire che le autorizzazioni e i certificati caricati siano stati correttamente emessi e che la firma digitale sia valida, proteggendo al tempo stesso il certificato da qualsiasi rischio di alterazione, manomissione o uso improprio del suo contenuto)
– garantire a una maggiore trasparenza e tracciabilità, aiutando a rilevare frodi ed errori e riducendo il rischio di evasione di dazi e IVA
– implementare la capacità di analisi del rischio
I rischi legati all’utilizzo dell’AI e della blockchain: l’errore dell’AI
L’impiego dell’intelligenza artificiale e della blockchain pone rischi non indifferenti.
Innanzitutto, il rischio legato alla correttezza dei dati da cui l’agente intelligente autoapprende ed elabora le proprie decisioni.
L’AI, infatti, impara dai dati di cui viene ‘nutrito’, che, dunque, dovrebbero essere:
1) reali e oggettivi
2) validi e scientificamente rigorosi
3) qualitativamente e quantitativamente idonei a comprendere i casi prevedibili e prevenibili
4) intellegibili
5) completi e accurati
6) corretti
7) trasparenti
8) verificabili
In caso contrario, i dati potrebbero essere errati e un errore nel dato fornito all’AI come input comporterebbe un errore in tutte le previsioni o le decisioni finali che da quel dato dipendono, generando errori a cascata che si moltiplicherebbero in modo esponenziale.
L’eliminazione di tutti i processi errati sarebbe impossibile se non mediante reset dell’intelligenza artificiale, perdendo in tal modo tutti i progressi fatti dall’algoritmo.
Nel settore doganale, ciò potrebbe avere gravi conseguenze. Ad esempio, se l’AI ritenesse corretto un comportamento che non lo è, tutte le volte che incontrerà quel comportamento validerà la spedizione come lecita, con il rischio di ledere gli interessi finanziari dell’Ue o di immettere nel territorio doganale merci dannose per l’ambiente o per la salute dell’uomo.
I rischi legati all’utilizzo dell’AI e della blockchain
La responsabilità dell’errore
In caso di errore dell’AI, chi sarebbe responsabile? L’AI o il funzionario? Se ne sta ancora discutendo. Ci sono, tuttavia, due teorie principali.
La teoria della responsabilità by design afferma che, laddove si verifichi un errore nell’attività dell’AI, l’errore è imputabile all’essere umano che lo ha progettato, programmato o che le ha fornito i dati.
Questa tesi, però non sembra idonea per il settore doganale. Come si può imputare al progettista un errore che derivi dall’elaborazione di dati errati, immessi nel sistema dagli operatori commerciali o dall’Autorità doganale?
La teoria funzionalistica, invece, afferma che il rischio della decisione errata sia connaturata alla delega all’AI. La responsabilità sarebbe dell’AI e la soluzione sarebbe quella di far dotare l’amministrazione di un fondo assicurativo per il risarcimento di danni.
Anche questa soluzione non sembra andare bene. I dati immessi nell’AI, infatti, non provengono dall’amministrazione, ma da una molteplicità di soggetti pubblici e privati. Inoltre, la necessità di dotarsi di un fondo assicurativo potrebbe penalizzare una diffusa adozione dell’AI nei paesi più poveri.
Il deskilling
Il deskilling professionale è il fenomeno per cui un’eccessiva dipendenza dal ricorso agli strumenti telematici comporta – nel tempo – una graduale riduzione delle competenze professionali, in assenza di un serio protocollo di verifica. Più sono sofisticate le tecnologie adottate, più si verifica questa situazione.
Quale futuro ci attende?
Già nel 2020 la commissione europea evidenziava la necessità di una autorità doganale europea unica per armonizzare i sistemi informatici degli stati membri fino al passaggio ad un unico sistema informatico dell’Ue e ad una gestione comune della valutazione del rischio.
Nel 2022, il Wise Persons Group (WPG) ha ampliato queste raccomandazioni, suggerendo:
– l’adozione di un nuovo approccio ai dati, incentrato sull’ottenimento di dati di migliore qualità, convalidati in modo incrociato lungo la supply chain, meglio condivisi tra le amministrazioni e meglio utilizzati per la gestione del rischio dell’Ue
– lo sviluppo di un unico portale di inserimento dati per le formalità doganali per le imprese
– l’istituzione di un’agenzia doganale europea
Su tali raccomandazioni la commissione europea ha basato la proposta di riforma del Codice doganale dell’Unione, presentata il 17 maggio 2023.
La novità più rilevante è la realizzazione dell’Eu Customs Data Hub, ovvero un portale unico in cui gli operatori commerciali dovranno inserire i dati relativi a tutte le merci che entrano ed escono dal territorio doganale dell’Unione. Questo portale sarà supervisionato da un’unica autorità doganale dell’Ue di nuova concezione.
L’obiettivo dell’Eu Customs Data Hub è quello di consentire l’analisi dei rischi, l’analisi economica e l’analisi dei dati, anche attraverso l’utilizzo di sistemi di AI, offrendo alle autorità doganali una panoramica delle supply chain e dei processi di produzione delle merci che entrano nell’Ue.
Il nuovo sistema avrà importanti risvolti anche con riferimento ai controlli doganali, che saranno gestiti integrando le più moderne tecnologie (Big Data analysis e AI).
Nella proposta di regolamento si affronta anche il tema della responsabilità affermando che lo scambio automatizzato di informazioni tra gli operatori economici e le autorità doganali non esclude la responsabilità delle autorità o degli operatori.
Avv. Costanza Lugli