Nel contesto internazionale nel quale stiamo vivendo ormavi da anni, destabilizzato dalla pandemia, prima, e segnato da crescenti tensioni geopolitiche – a partire dal ritorno della guerra nel cuore dell’Europa – per fare fronte alle vulnerabilità economiche e ai rischi ambientali, Giappone e Unione Europea compiono un passo deciso verso una maggiore cooperazione strategica.
L’instabilità nelle rotte commerciali asiatiche, i conflitti geopolitici, che non mancano tra est Europa, medio Oriente e sud-est asiatico, le pressioni protezionistiche da parte degli Stati Uniti e la corsa all’approvvigionamento di risorse critiche (vedi le terre rare), hanno imposto nuove priorità in materia di difesa e sicurezza economica.
In questo scenario di interdipendenza globale, le supply chain non sono solo infrastrutture logistiche ma leve geostrategiche, e la loro resilienza è diventata un obiettivo prioritario per le economie avanzate, soprattutto in un momento nel quale le alleanze e gli equilibri storici vengono meno: da qui la decisione di Bruxelles e Tokio di adivenire ad un una nuova collaborazione in supporto della Supply Chain.
Dal vertice di Tokyo un patto per la stabilità
Il 23 luglio 2025, il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha accolto a Tokyo il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen per un vertice volto a consolidare una visione comune tra UE e Giappone.
Al termine dell’incontro, le parti hanno formalizzato l’evoluzione del partenariato strategico siglato nel 2018, dando vita alla nuova “EU-Japan Competitiveness Alliance”: l’accordo prevede una cooperazione rafforzata nei settori della difesa, della sicurezza economica, della transizione ecologica e, soprattutto, della catena di approvvigionamento, ora considerata un bene strategico.
Supply Chain: da vulnerabilità a vettore di forza
Nel cuore dell’accordo si colloca l’obiettivo di aumentare la resilienza delle catene di approvvigionamento di entrambe le economie, in particolare quelle legate ai minerali critici, ai componenti tecnologici e ai beni industriali strategici.
La dipendenza da forniture concentrate in aree a rischio geopolitico, come le rotte marittime del Mar Cinese Meridionale, scenario delle prove di forza di Pechino nei confronti di Taiwan e delle potenze atlantiche, ha spinto UE e Giappone a diversificare i propri approvvigionamenti e a cercare meccanismi comuni di monitoraggio e intervento.
L’intesa prevede investimenti congiunti in filiere strategiche per semiconduttori, batterie e terre rare, muovendosi in una direzione di priorità simile a quelle perseguite dall’amministrazione della Casa Bianca in risposta all’oligopolio cinese in materia, condivisione di tecnologie e know-how per rendere le reti di produzione più flessibili, ma anche coordinamento normativo per armonizzare gli standard e facilitare l’interoperabilità.
Infine, sono stati messi sul tavolo anche meccanismi contro la coercizione economica e le pratiche di mercato non concorrenziali.
Il pacchetto di misure mira a costruire una rete di approvvigionamento trasparente, sostenibile e pronta a reagire a shock esogeni, siano essi eventi climatici o attacchi informatici.
Difesa economica e sicurezza integrata
Durante il vertice è stato sottolineato come la sicurezza dell’Europa e dell’Indo-Pacifico siano interconnesse ed è stato definito un programma congiunto per la difesa economica, che include la protezione delle infrastrutture critiche legate al commercio, al digitale e all’energia.
In questo ambito, la catena di approvvigionamento assume un valore difensivo per proteggere le rotte, garantire continuità e prevenire la manipolazione strategica da parte di attori ostili.
Per i professionisti del settore logistico, questo accordo rappresenta un punto di svolta in quanto apre a nuove collaborazioni transcontinentali con le aziende nipponiche, all’apertura di mercati e supporta la crescita della domanda di competenze nel risk management.
Nei prossimi anni, la gestione del rischio, la trasparenza della catena di fornitura e la sostenibilità saranno fattori sempre più determinanti.
C’è poi una forte attesa per una integrazione tra digitalizzazione, analisi predittiva e cooperazione intergovernativa che dovrebbe rendere le supply chain non solo più efficienti, ma anche più “intelligenti” e reattive.
Il nuovo patto strategico tra Bruxelles e Tokyo segna l’inizio di una fase più consapevole del ruolo che la logistica globale svolge nella sicurezza delle economie moderne.
Per chi opera nella catena di approvvigionamento, l’orizzonte si amplia, con la supply chain a divenire una vera e propria linea di difesa.