Le guerre commerciali globali – è inutile negarlo – stanno ridefinendo le regole del gioco per il settore dei trasporti e della logistica.
Se, da un lato, l’aumento dei dazi e l’instabilità geopolitica sembrano minacce immediate, dall’altro le imprese più strutturate stanno reagendo con lucidità e strategia.
Non è più tempo di panico: è tempo di vera resilienza, flessibilità e visione sistemica.
Dalla reazione all’anticipazione: il mito della corsa dell’ultimo minuto
Nel settore logistico, la scadenza del 1° agosto per l’entrata in vigore delle tariffe doganali non ha colto impreparate le grandi aziende: le imprese hanno anticipato l’impatto accumulando scorte, riorganizzando rotte e sfruttando accuratamente l’inventario.
Questo approccio ha permesso di creare dei cuscinetti, dei ‘buffer’ operativi, utili a ridurre l’esposizione ai dazi e a mantenere la continuità dei flussi.
In pratica, le grandi società del mondo logistico non hanno aspettato l’ultimo per rincorrere l’esigenza, bensì hanno giocato d’anticipo.
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Il nuovo paradigma: dal Just-in-Time al Just-in-Case
Già la pandemia aveva insegnato che l’efficienza portata all’estremo può diventare fragilità.
Il settore logistico ha fatto tesoro di questa constatazione e ha abbandonato il modello Just-In-Time, ossia della produzione in base all’effettivo ordine, per abbracciare il Just-in-Case, aumentando le scorte strategiche e investendo in magazzini decentralizzati.
Questo cambio di paradigma operativo ha rafforzato la capacità di risposta agli shock e ha reso le reti di distribuzione più robuste.
L’Intelligenza Artificiale come bussola operativa
L’adozione di tecnologie AI nel settore logistico è d’altronde diventata cruciale.
Gli algoritmi predittivi aiutano a simulare gli scenari tariffari, a ottimizzare i percorsi e ad identificare fornitori alternativi.
A cascata, l’automazione consente di reagire in tempo reale ai cambiamenti normativi e di ridurre i costi operativi, trasformando la volatilità in vantaggio competitivo.
Impatto finanziario: margini sotto pressione, non operazioni a rischio
Il vero effetto temuto dalla Logistica delle guerre commerciali non è il blocco operativo, come molti pensano, ma la compressione dei margini.
Ad esempio, settori a basso profitto come l’automotive e la logistica vedono riduzioni fino al 30%.
Le imprese stanno rispondendo con una gestione attiva del conto economico: assorbendo parte dei costi, rinegoziando tariffe e comunicando con trasparenza agli stakeholder.
USA vs UE: due modelli di adattamento
Interessante è notare le differenze di approccio tra Stati Uniti e UE ad un identico problema.
Negli States la risposta è aggressiva e marcatamente tecnologica: le ricette per la Supply Chain sono a base di reshoring, incentivi fiscali e anti-fragilità.
L’Unione Europea, invece, adotta un approccio più diplomatico e sostenibile, puntando su accordi multilaterali e digitalizzazione. Entrambi i modelli mirano alla resilienza, ma con velocità e priorità diverse.