L’immobiliare nella logistica. Dove costruisco?

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L'immobiliare nella logistica. Dove costruisco?
La logistica italiana ha bisogno di ammodernarsi con edifici che rispondano al mutare delle esigenze. Ampie metrature sia per gli hub della distribuzione moderna sia per i magazzini degli operatori che gestiscono in outsourcing le merci prodotte dall’industria. L’opinione di Valentino Chiarparin, responsabile commerciale di GSE.

L’immobiliare nella logistica segue un andamento ciclico. E ora ci troviamo in Italia in un picco della domanda che prevediamo possa andare avanti con questo ritmo per un altro anno e mezzo almeno.
Le esigenze delle industrie e degli operatori logistici che offrono i loro servizi in outsourcing hanno fatto lievitare negli ultimi anni la domanda di grandi siti per lo stoccaggio dei prodotti e per la loro distribuzione, con una spinta crescente dal parte del commercio elettronico in continua espansione” ha dichiarato a Logistica Valentino Chiarparin, responsabile commerciale di GSE, uno dei più autorevoli general contractor a livello mondiale grazie alla sua riconosciuta esperienza che l’ha portato a essere presente in 20 paesi, nei quali realizza circa il 70% del fatturato proprio costruendo piattaforme logistiche.

La tendenza immobiliare nella logistica: nuovo è meglio

Per realizzare i moderni impianti è meglio, in genere, partire dal “verde”. La ricerca di nuove superfici da destinare alla logistica mal si concilia, infatti, con la disponibilità diffusa di magazzini e capannoni non più utilizzati che abbondano nelle periferie urbane e in zone produttive in crisi. “Si tratta spesso di edifici che non rispondono agli attuali criteri di sicurezza e di risparmio energetico – commenta Chiarparin – e le stesse dimensioni sono di frequente insufficienti per soddisfare esigenze in divenire riguardo alle altezze, ai volumi e alla capacità di carico e scarico delle merci in tempi rapidi tramite un buon numero di ribalte”.

Ragion per cui alle strutture esistenti ci si rivolge, sì, ma quando sono indisponibili aree libere. Che certo potrebbero diminuire nel prossimo periodo in seguito all’approvazione della legge nazionale sul consumo di suolo, alla quale sono seguite molte norme regionali che mirano a non edificare su molte aree non ancora occupate. “I vecchi capannoni possono diventare attraenti se possono essere demoliti a costi accettabili e si trovano comunque in punti raggiungibili con adeguate vie di comunicazione”, precisa il responsabile commerciale di GSE. I dubbi sono dunque leciti, quindi:

Come si arriva a costruire? Si progetta su misura? O è meglio recuperare l’esistente? Quali sono in genere le tempistiche?

da il “Dossier immobiliare logistico” a cura di Antonio Massa pubblicato in Logistica – Febbraio 2019

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