La digitalizzazione, non solo sviluppo tecnologico ma anche nuovo modello organizzativo

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La rivoluzione digitale sta modificando profondamente le modalità operative aziendali attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie che per affermarsi hanno però bisogno di un nuovo approccio organizzativo e culturale

Il settore della logistica, negli ultimi anni, è stato chiamato a sfide importanti che ne hanno accelerato la trasformazione.

Già prima della pandemia, infatti, molte aziende avevano iniziato un percorso di modernizzazione in linea con le innovazioni introdotte da Industria 4.0.

Tale iter era finalizzato a rendere più competitiva la loro presenza sul mercato attraverso l’adozione graduale di nuove tecnologie quali ad esempio l’automazione ed i sistemi di gestione degli ordini.

L’emergenza sanitaria, l’esplosione del commercio elettronico, le improvvise interruzioni delle catene di approvvigionamento su base globale, la crisi dei trasporti, solo per citare alcune delle criticità occorse in un lasso di tempo relativamente breve, hanno messo a dura prova le caratteristiche di resilienza delle imprese del settore.

Nel contempo, tutto ciò ha rappresentato una formidabile spinta propulsiva per far evolvere il comparto verso quella che viene definita Logistica 4.0 con un coinvolgimento dell’intera supply chain in un processo di digitalizzazione profondo quanto dinamico.

La trasformazione digitale, intesa come modalità di integrazione delle nuove tecnologie nei processi aziendali, non può però limitarsi ad una semplice conversione dal tradizionale al formato digitale ma richiede un nuovo approccio gestionale basato su un modello organizzativo progettato ex novo che faccia perno sull’innovazione tecnologica.

La digitalizzazione, infatti, è una eccellente opportunità per dare alla logistica gli strumenti non solo per superare le criticità contingenti ma per rendere strutturale un approccio gestionale data-driven, guidato cioè dalla raccolta, analisi ed elaborazione dei dati caratterizzanti i diversi processi, alle diverse problematiche di mercato.

Perché ciò si realizzi è però necessario che si compia quel salto qualitativo per cui la digitalizzazione non resti solo un cambio di formato ma provochi una trasformazione del modello di business e di mentalità.

Leggi anche:
Digitalizzazione logistica e PNRR: quali le opportunità?

 

La nuova cultura digitale

Una recente indagine condotta da McKinsey ha evidenziato le difficoltà che molte aziende ancora incontrano ad abbandonare lo stile di gestione di stampo tradizionale e per questo perdono opportunità di mercato.

Si rileva, in particolare, che le strutture aziendali sono molto spesso composte da dirigenti che non hanno familiarità con il digitale, possedendo competenze prevalentemente tecniche considerate indispensabili nel contesto tradizionale.

Il nuovo scenario dominato dal digitale tende a valorizzare invece competenze più trasversali dove prevalgono doti quali la flessibilità, la capacità di comunicare, l’agilità, l’empatia e, naturalmente la propensione al digitale.

Qualità che consentono di anticipare gli imprevisti dimostrandosi pronti a reagire rapidamente, di guidare il cambiamento sapendolo comunicare al proprio team con l’utilizzo degli strumenti   più idonei al coinvolgimento dell’intera struttura.

Competenze, e soprattutto capacità di guida, che solo il 30% dei CEO intervistati dal MIT e da Harvard Business Review ritiene però di possedere.

Occorre, a tale proposito, tener conto, come evidenziato nella ricerca McKinsey, che non è facile attrarre figure manageriali esperte di tecnologia e con profilo adeguato a condurre un organizzazione dove, spesso, riscontrano difficoltà ad integrarsi.

A tale proposito, come rileva Sherpany, azienda svizzera di consulenza manageriale, in un suo contributo alcune aziende manifestano una resistenza nel passaggio al digitale in buona parte motivata dalla cultura aziendale di base. 

Nella rivoluzione tecnologica la creazione di una reale cultura digitale è fattore di primaria importanza che spesso non viene tenuto nella dovuta considerazione.

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