Un Ponte ancora in sospeso

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Questa che vedete è un’immagine del ponte giapponese a tre archi Akashi, la cui campata centrale misura 1991 metri. Il Ponte sullo Stretto potrebbe assomigliargli molto. La sua campata però sarebbe ancora più lunga: 2000 metri.

3350 kilometri che unirebbero la Calabria alla Sicilia, costi di realizzazione del ponte 3.410 milioni di euro, costo totale dell’opera 4372 milioni di euro, costi per allacci stradali e ferroviari 1322 milioni di euro, tempi di realizzazione 6 anni, traffico stimato a regime 18 mila veicoli al giorno. Queste le stime che la “Stretto di Messina Spa” forniva nel 2007 e quindi tutte da confermare e attualizzare. Varie le soluzioni sul tavolo circa le modalità realizzative dell’opera, alcune decisamente datate come il tunnel flottante e quello sotto il fondale dello stretto, entrambe considerate ormai archiviate. Considerate papabili invece l’ipotesi del ponte a tre campate e quella della campata unica. Unico fatto certo è che di concreto, ancora nulla. La vicenda del ponte sullo stretto rimane oggetto di accesi dibattiti ormai da anni. Dibattiti nei quali interviene anche la logistica, nella voce del presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè che conferma: “Sarà che i tempi erano stretti perché potesse essere inserito nel Pnrr , fatto sta che del Ponte sullo Stretto di Messina si continua sempre e solo a parlare. Lo si fa da un secolo. Ora è tempo di agire”. Uggè, ironizza sul fatto che “Quando non si vuole fare qualcosa, in Francia si istituisce una commissione, in Italia si aprono dibattiti ad ogni nuovo governo”. Non era necessario un nuovo via libera da parte di un’altra commissione di tecnici, come quella voluta dall’ex ministra Paola De Micheli (probabilmente per nascondere le resistenze di una parte della maggioranza dello scorso governo) – prosegue Uggè – Il progetto era nelle condizioni di avviarsi, tanto che alcuni lavori relativi alla rete ferroviaria erano già stati intrapresi”. “L’iniziativa di approfondire è sicuramente positiva – aggiunge Uggè, riferendosi al dibattito annunciato oggi – ma l’economia che si basa sul tempo ci impone di iniziare i lavori”.“Il Ponte sullo Stretto è un’opera di natura europea pensata, voluta e sostenuta da due commissari europei dei trasporti, Karel Van Miert e Loyola De Palacyo, peraltro inserita nella legge-obiettivo redatta dall’allora ministro Pietro Lunardi – ricorda Uggè – Inoltre l’hanno appoggiata ben due presidenti del Consiglio italiani: Romano Prodi e Silvio Berlusconi, per collegare il Nord Europa con il punto più avanzato nel Mediterraneo allo scopo di rafforzare la competitività dell’intero sistema europeo. Il Ponte sullo Stretto era un’opera cofinanziata a livello europeo, già approvata anche a livello nazionale, ed era parte dei dieci interventi infrastrutturali che il Consiglio europeo aveva ipotizzato e approvato”. “Da allora, solo parole e fiumi d’inchiostro. È ora di mettere mano ai lavori! –  sbotta Uggè – Non si può accantonare l’idea nel momento nel quale l’esecutivo italiano sta puntando, con il grande Piano nazionale di resilienza, al rilancio del nostro Paese. L’opera non risponde solo ad un’esigenza economia, ma anche sociale, che vede collegato all’Europa il popolo siciliano”.

Conftrasporto, nell’invitare il presidente del Consiglio Draghi a voler porre rimedio all’assenza dell’opera nel Pnrr, non può sottacere le positività che ne deriverebbero per l’intera economia nazionale, e per lo sviluppo dell’intera economia europea.

La mancata realizzazione del Ponte sarebbe un autogoal incomprensibile, anche perché rischia di lasciare ai margini di uno sviluppo previsto per l’intera area mediterranea una realtà in cui vivono più di cinque milioni di cittadini italiani”, conclude Uggè.

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