La tecnologia del cloud e la flessibilizzazione del lavoro stanno già determinando grandi cambiamenti destinati a moltiplicarsi nei prossimi tre anni. A sostenerlo è l’indagine “The Future of the Jobs” presentata al World Economic Forum, secondo la quale dovrebbero crearsi 2 milioni di posti in “nuove” attività, ma ne spariranno 7 milioni in quelle più tradizionali, con un saldo negativo di circa 5 milioni di posti di lavoro. L’Italia ne uscirebbe con un sostanziale pareggio (200mila posti creati ma altrettanti persi) e meglio Francia e Germania. A livelli di gruppi professionali le perdite si concentreranno nelle aree amministrative e della produzione: rispettivamente 4,8 e 1,6 milioni di posti distrutti. le perdite saranno almeno in parte compensate nei settori della Finanza, del management, dell’informatica e dell’ingegneria con capacità di problem solving privilegiate nei rapporti di lavoro, insieme al pensiero critico e alla creatività. Nell’industria vera e propria crescerà parecchio la smart manufacturing, che chiederà e creerà nuove opportunità di impiego.