Si fatica spesso ad attribuire sostanza all’etichetta ‘innovazione tecnologica’ di cui ogni settore si fa oggi vanto, logistica marittima compresa.
Proprio in questo campo di applicazione si stanno ridefinendo le regole dell’efficienza e della sostenibilità con l’impiego sempre maggiore di materiali ad alte prestazioni, che si distinguono per maggior leggerezza, resistenza e durevolezza – cambiando, per quanto riguarda il comparto marittimo, il modo in cui le navi vengono costruite, equipaggiate e gestite.
I risultati sono tangibili: secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia Rinnovabile (IRENA), l’adozione di acciai ad alta resistenza e materiali compositi consente risparmi di carburante fino allo 0,5% per tonnellata di carico trasportato – e la proporzione è disarmante, se si pensa che una portacointainer classe Panamax può caricare fino a 3mila Teu, ciascuno dei quali corrispondente ad un container da 20 piedi (ossia lo standard, 6 metri), del peso, tra tara e carico massimo, di 24mila kg.
Più leggerezza, minori consumi
Va da sé, meno un veicolo pesa, meno energia occorre per muoverlo, principio che vale a terra tanto quanto in mare: ogni chilogrammo risparmiato a bordo si traduce in minori consumi, maggiore velocità e minore usura.
A tal proposito, il progetto europeo CREATING ha testato un composto innovativo di schiuma di alluminio e idruro di titanio per sostituire le piastre d’acciaio degli scafi. Il risultato è stato una riduzione del peso del 30%, pari a oltre 1.000 tonnellate per una nave da carico di stazza media, da 7.000 metri cubi.
Si tratta di un impatto notevole sulle prestazioni: basti pensare che anche una riduzione dell’1% nel peso dello scafo comporta un calo del consumo giornaliero di carburante dello 0,2–0,3%; intervenire sulla struttura stessa delle navi ha dunque un’importanza primaria.
Anche i tween decks, tradizionalmente in acciaio, possono essere sostituiti con materiali compositi fino al 50% più leggeri: la sostituzione di quattro ponti comporta una riduzione del consumo di carburante dello 0,25%.
I vantaggi non si fermano qui: maggiore capacità di carico, installazione semplificata e minore manutenzione grazie alla resistenza alla corrosione. Un altro esempio di come l’innovazione nei materiali migliori più aspetti della gestione navale.
Titanio: durabilità e ritorno sull’investimento
Un altro materiale che si sta affermando per componenti soggetti a corrosione marina, come alberi motore per le eliche, scambiatori di calore e raccordi strutturali, è il titanio.
La resistenza all’acqua salata di questa lega metallica allunga la vita utile delle navi dilazionando al contempo le revisioni; per dire, se impiegato nei depuratori dei gas di scarico, il titanio ha una durata di circa 25 anni, contro i 5–7 dell’acciaio inossidabile.
Secondo l’International Titanium Association (ITA), il ritorno sull’investimento può avvenire in meno di 24 mesi, rendendolo una scelta economicamente vantaggiosa.
Isolamento termico intelligente
I pannelli in materiali a cambiamento di fase (PCM) offrono un isolamento termico avanzato grazie alla capacità di assorbire e rilasciare calore latente.
Questo meccanismo stabilizza la temperatura interna della nave, riducendo il carico sui sistemi HVAC. I benefici sono concreti: si ha un risparmio di carburante del 6,9% e una riduzione della carbon footprint del 7,1%. Inoltre, il peso ridotto dei pannelli contribuisce ulteriormente alla diminuzione dei consumi e delle emissioni.



