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Noli in calo e mercati in transizione: la foto dello Shipping a giugno 2025

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Image by jcomp on Freepik

Nel mese di giugno 2025, il settore dello shipping marittimo globale ha registrato un rallentamento visibile nelle tariffe spot e una dinamica di flussi che riflette le recenti tensioni tariffarie tra Stati Uniti e Cina. 

Dopo l’impennata dei volumi causata dalla “pausa dei dazi” annunciata lo scorso aprile, l’effetto domino ha iniziato a svanire lasciando spazio a un contesto più fragile, dove l’equilibrio tra domanda e offerta mostra crepe evidenti.

Di fatto, si tratta di uno scenario globale in continua rimodulazione.

Asia-USA: la corsa rallenta, giù le tariffe

Le rotte transpacifiche sono le più colpite dal raffreddamento della domanda: le tariffe spot da Shanghai a New York hanno subito una flessione settimanale del 13%, attestandosi a 5.703 dollari per container (FEU), pur mantenendosi superiori del 56% rispetto all’8 maggio

Ancora più marcato il calo sulla tratta Shanghai–Los Angeles: -20% nell’ultima settimana di giugno, ma in rialzo del 38% sulla base delle ultime sette settimane.

Questa flessione riflette il venir meno della corsa all’importazione verso gli Stati Uniti, innescata dalla sospensione temporanea dei dazi Trump. La società di analisi e consulenza del comparto marittimo Drewry sottolinea che l‘ondata di traffico seguita al “cessate il fuoco” tariffario non avrà effetti strutturali duraturi

La domanda si è contratta, ma le capacità restano elevate, con molti vettori che avevano precedentemente potenziato i servizi soprattutto da e verso la West Coast degli Stati Uniti. Secondo SEKO Logistics, dopo luglio si prevede un brusco calo dei volumi con riduzioni a doppia cifra tra agosto e ottobre.

A ciò si somma che le incertezze legali relative all’introduzione di nuove forme di penalizzazione statunitensi nei confronti delle navi cinesi e l’evoluzione delle dispute sui dazi amplificano la volatilità, rendendo difficile ogni previsione lineare. 

In quest’ottica i vettori iniziano a reagire, con sospensioni di servizi, navigazioni a vuoto e downsizing della flotta che sono già in fase operativa per contrastare l’eccesso di capacità.

Asia-Europa: segnali misti in uno scenario più stabile

Le rotte Asia-Europa hanno mostrato un andamento più stabile rispetto alle omologhe verso l’America del nord, ma non privo di variazioni. Le tariffe spot da Shanghai a Rotterdam e da Shanghai a Genova sono aumentate dell’1%, raggiungendo rispettivamente 3.204 e 4.100 dollari per FEU. 

Si tratta di aumenti marginali, ma che indicano una domanda ancora solida verso il Vecchio Continente, dove i traffici mostrano maggiore regolarità rispetto al versante nordamericano.

Il fatto che le tariffe reggano suggerisce che i flussi commerciali euroasiatici siano meno esposti agli shock tariffari e che il sistema logistico europeo stia mantenendo una certa resilienza, nonostante le incertezze sul fronte asiatico. 

Tuttavia, gli operatori restano cauti, soprattutto in vista di una possibile estensione delle tensioni geopolitiche anche alle rotte euroasiatiche.

Sud America e Africa: crescita discontinua e fragilità strutturali

Lo scenario nei mercati latinoamericani appare frammentato. Panama registra una flessione mensile del 5% ad aprile, nonostante i volumi restino superiori del 1,5% rispetto al 2024. 

Santos (Brasile) resta stabile mese su mese e segna un aumento del 2% su base annua, mentre Callao (Perù) mostra un calo mensile dell’11%, pur mantenendosi in crescita dell’11% rispetto all’anno precedente. I porti sudamericani scontano una domanda più volatile e infrastrutture meno scalabili, ma complessivamente mantengono un tasso di crescita medio mobile al 9%, comunque sopra la media globale (6,5%).

I dati relativi ai flussi africani non sono esaustivi nel periodo, ma gli indici del traffico containerizzato nelle regioni dell’Africa occidentale e subsahariana indicano una crescita rallentata, con flussi sensibili a shock esterni e ritardi infrastrutturali cronici. Il continente continua a essere caratterizzato da un forte potenziale, ma con margini di sviluppo ancora frenati da instabilità economiche e logistiche.

Un mercato sotto pressione

Il quadro dello shipping globale a giugno 2025 si configura come un mix di segnali di rallentamento e tenuta: se da un lato le rotte Asia-USA riflettono chiaramente l’esaurirsi dell’effetto “dazi” e l’attesa di nuovi shock regolatori, dall’altro l’asse Asia-Europa si dimostra più stabile. I mercati emergenti del Sud America e dell’Africa offrono invece occasioni di crescita, ma espongono a forti vulnerabilità strutturali.

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