Più corta la strada verso il camion che guida da solo

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3D Render of a Fleet of Delivery Vehicles
“Designed by kjpargeter / Freepik”

La guida autonoma dei mezzi di trasporto merci continua a fare passi in avanti e l’orizzonte temporale della loro applicazione si riduce, cominciando dalla situazione più complessa, ossia l’autotrasporto. Il tema merita una attenta analisi.

Una realtà sempre più vicina, un dato di fatto, bisogna però approfondire la questione, perché il termine di “guida autonoma” si declina in diversi modi. A livello internazionale la Sae ha codificato cinque livelli, più un livello zero, che è completamente privo di automatismo. Il primo livello è già disponibile da tempo sui veicoli industriali e comprende gli equipaggiamenti che assistono il conducente, che deve comunque occuparsi di ogni aspetto della guida, informandolo su eventuali situazioni di pericolo. Nel secondo livello entra una prima automazione della guida, ma l’autista deve sempre avere il controllo diretto dei comandi. In questo caso, l’automazione può entrare in situazioni d’emergenza, per esempio mantenendo la distanza di sicurezza dal veicolo che precede, frenando automaticamente per evitare un impatto o mantenendo il veicolo sulla carreggiata in caso di colpo di sonno. Anche questo livello è presente sui veicoli pesanti di ultima generazione. Il terzo livello offre al conducente una migliore automazione, perché in determinate condizioni il veicolo può marciare in modo autonomo in condizioni relativamente semplici, come l’autostrada, dove l’autista deve comunque compiere azioni, come il cambio di corsia. Questo livello è in fase di test operativo e i veicoli potrebbero essere posti in vendita entro cinque o sei anni.

Automazione sempre più spinta

Con il quarto livello si raggiunge un alto grado di automazione, perché il veicolo può procedere in modo autonomo in un maggiore numero di situazioni, ma il conducente deve comunque intervenire manualmente in condizioni particolari, come un elevato traffico cittadino o cattive condizioni meteo. A questo livello, l’autista deve sempre essere seduto al posto di guida ma può svolgere altre mansioni, come per esempio operare con un tablet. Il quinto e ultimo livello prevede la completa automazione, quindi il veicolo procede da solo in tutte le situazioni e può viaggiare senza conducente. Da pochi mesi questa soluzione è applicata nei camion in impianti chiusi al traffico e su percorsi fissi, come per esempio il trasporto d’inerti all’interno delle miniere dal luogo di scavo a quello di carico su mezzi di trasporto esterni.

Per il prossimo futuro si possono prevedere applicazioni simili all’interno terminal intermodali e porti per il trasferimento di container, semirimorchi o casse mobili. Sempre nel settore minerario è utilizzato un treno a guida autonoma, su percorsi ben più lunghi del camion. Avviene in Australia, dove la società mineraria Rio Tinto ha completato l’automazione della sua rete ferroviaria che trasporta il materiale estratto da sedici miniere di ferro a quattro porti. Anche in questo caso è possibile la completa automazione perché l’infrastruttura e i convogli sono sotto il diretto e completo controllo di un solo operatore.

Aerei & navi

La sperimentazione procede, seppure un passo indietro, anche nel trasporto aereo e in quello marittimo. Nel primo caso si sta procedendo soprattutto in Cina, dove sono apparsi lo scorso anno un paio di prototipi di velivoli a guida autonoma per trasporto merci su medie e lunghe distanze. Questa soluzione si adatta soprattutto per attivare nuove rotte cargo verso aree a basso traffico, dove non è conveniente aprire collegamenti con aerei con pilota. Procede anche lo sviluppo dell’automazione sulle navi cargo, anche se per ora sul piano operativo l’unico passo concreto riguarda l’applicazione dell’intelligenza artificiale come ausilio alla navigazione umana in aree ad alte densità di traffico, mentre la nave prima di equipaggio è ancora oltre l’orizzonte.

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