Le piccole e medie imprese europee non sfruttano a pieno le opportunità legate all’esportazione dei loro prodotti.
A evidenziarlo la ricerca European SME Exporting Insights commissionata da UPS (NYSE.UPS) condotta su oltre 8mila titolari e direttori di PMI del Regno Unito, Germania, Italia, Paesi Bassi, Francia, Polonia e Belgio, operanti nei settori automotive, healthcare, high tech, industriale e retail. A frenare l’espansione delle esportazioni sarebbero il timore che le merci vengano smarrite o danneggiate e la scarsa informazione sulla gestione delle normative e procedure di esportazione.
Tra le PMI dei paesi analizzati, quelle italiane sono le più inclini verso il mercato domestico, seguite da quelle di Regno Unito e Germania.
Gli Stati Uniti rappresentano la principale destinazione extraeuropea delle esportazioni da parte dell’Italia con una percentuale del 40%. La Cina invece non sembra essere appetibile per l’export delle PMI Italiane che con il 6% evidenziano la percentuale più bassa tra i paesi indagati.
Le imprese indagate ritengono che il rischio di smarrimento o danneggiamento delle merci costituisca uno dei principali ostacoli all’esportazione nei paesi dell’Unione Europea.
La competizione con i prodotti dei mercati locali è considerata fra i primi tre ostacoli in paesi come la Germania, il Belgio, i Paesi Bassi e il Regno Unito ma non per l’Italia, la Francia e la Polonia. Inoltre le normative, le procedure, gli onerosi adempimenti amministrativi e i costi elevati figurano tra le principali barriere all’esportazione verso gli Stati Uniti. Molti esportatori dimostrano scarsa conoscenza del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), ovvero il partenariato transatlantico su commercio e investimenti tra l’UE e gli Stati Uniti volto ad eliminare gli ostacoli commerciali relativi a tariffe e burocrazia doganale, e del modo in cui potrebbe aiutarli ad espandere le proprie attività verso gli USA. In tutti i paesi analizzati, la conoscenza e la comprensione di questo accordo sono scarse, in media pari o inferiori al 21%. I più preparati riguardo il TTIP risultano gli esportatori tedeschi con un 47%, anche se gli intervistati dichiarano di non essere certi dell’impatto che il TTIP potrà avere. Gli esportatori italiani si collocano al di sotto della media europea rispetto ad informazione su TTIP (12%): più disinformate di quelle italiane, solo le PMI del Regno Unito (11%).