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Rotte container sotto osservazione: l’analisi di maggio 2025

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A maggio 2025 il commercio marittimo globale di container ha mostrato un andamento moderatamente positivo, con un incremento su base annua pari all’1,8%, come evidenziato dai dati di DynaLiners. 

Sebbene il dato confermi la resilienza del traffico internazionale, esso evidenzia un rallentamento rispetto ai mesi precedenti: rispetto allo stesso periodo del 2024, il ritmo di espansione si è attenuato, pur rimanendo in territorio positivo.

Andando nel dettaglio, 34 dei corridoi commerciali monitorati hanno registrato una crescita, contro 15 che hanno subito una contrazione. Su scala più ampia, i risultati cumulativi da gennaio a maggio 2025 delineano una traiettoria più incoraggiante, con una crescita del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato che riflette una domanda globale generalmente solida, seppur con performance regionali variabili.

Il Nord America ha rappresentato l’anello debole, con cali significativi nelle importazioni (−9,4%) e nelle esportazioni (−8,1%), con il dato più critico che riguarda il traffico interno alla regione, crollato addirittura del 26,6%. Anche l’Africa sub-sahariana ha evidenziato un calo delle esportazioni, mentre l’Australia ha registrato un decremento nelle importazioni.

Nonostante le difficoltà nordamericane, la maggior parte dei corridoi ha mantenuto una dinamica stabile, segnalando che il commercio mondiale continua a evolversi, influenzato da fattori regionali ma sorretto da fondamentali globali solidi. Solo febbraio 2025 si è distinto come mese negativo in termini di crescita, consolidando la narrativa di una ripresa generalizzata.

I trend da Drewry tra Asia, Europa e Stati Uniti

I dati rilevati da Drewry nella seconda settimana di luglio confermano una flessione delle tariffe spot containerizzate a livello globale

Il World Container Index è sceso del 5% su base settimanale, attestandosi a 2.672 dollari per container da 40 piedi, andando a costituire la quarta settimana consecutiva di ribasso e riflettendo la debolezza della domanda per le merci dirette negli Stati Uniti. Il picco d’importazioni seguito alla temporanea sospensione dei dazi statunitensi si è rivelato effimero, e non sta generando un effetto strutturale.

In particolare, le tariffe Shanghai–Los Angeles sono calate dell’8% in una settimana, a quota 2.931 dollari, mentre la tratta Shanghai–New York ha registrato una contrazione del 5%, a 4.839 dollari. Tuttavia, rispetto a nove settimane prima, i prezzi sono ancora in crescita: +8% per Los Angeles e +33% per New York, sintomo di una recente ripresa seguita ora da un raffreddamento, conseguenza di un eccesso di capacità e di una domanda instabile.

In Europa, il segmento Shanghai–Genova ha registrato una riduzione settimanale del 7% (3.491 dollari), mentre Shanghai–Rotterdam è scesa del 2%, confermando la fine temporanea della corsa delle tariffe osservato nel mese precedente.

Secondo Drewry, nella seconda metà del 2025 il bilancio domanda-offerta potrebbe ulteriormente indebolirsi. Le variabili che influenzano tale tendenza includono l’introduzione di dazi statunitensi sulle navi cinesi e l’implementazione delle misure tariffarie dell’amministrazione Trump. L’incertezza sulle tempistiche e sui reali tassi di applicazione finale di queste politiche alimenta la volatilità delle tariffe nel breve termine.

Scambi da e per l’Europa: criticità e preoccupazioni degli spedizionieri

In questa situazione globale, l’Europa si trova al centro di tensioni logistiche continue. 

Per quanto riguarda il versante degli scambi con l’Africa sub-sahariana, il traffico si mostra instabile in quanto, nonostante un aumento recente nei volumi, gli spedizionieri restano cauti per via dell’orientamento crescente verso l’Africa orientale, dove pesano i legami sempre più forti con Cina e India. Lo spostamento strategico riflette le difficoltà strutturali nei rapporti economici tra Africa occidentale ed Europa, che sono complicate da problemi finanziari e di volatilità valutaria.

Contemporaneamente, le rotte Asia–Europa mostrano segnali di indebolimento dopo una corsa a crescere prolungata: Il segmento Shanghai–Rotterdam, che ha registrato sei settimane consecutive di rialzo, ha segnato una flessione settimanale, indicando che la spinta tariffaria potrebbe essersi esaurita temporaneamente, rispecchiando un riequilibrio tra offerta e domanda, ma anche una crescente sensibilità agli sviluppi macroeconomici e geopolitici.

Gli spedizionieri europei hanno, pertanto, molteplici problemi da affrontare, che vanno dalla volatilità dei prezzi, all’instabilità nei flussi merceologici tradizionali, dalle riallocazioni regionali delle catene di approvvigionamento, all’incertezza legata alle politiche commerciali esterne, con il rischio di un aumento dell’esposizione ai costi variabili e di una maggiore difficoltà nel pianificare rotte stabili.

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