Se l’ordine è collaborativo, la logistica migliora!

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La supply chain dei beni di largo consumo in Italia è stata oggetto, negli ultimi 10 anni, di profonde trasformazioni dal punto di vista logistico, che hanno portato in qualche momento di difficoltà ad un allontanamento tra i logistici delle due controparti: le aziende di produzione da un lato, le insegne della Grande Distribuzione dall’altro.

In un progetto denominato Supply Chain 2.0, Indicod-ECR (ora GS1 Italy) ha evidenziato
alcuni fenomeni indicativi della mancata ottimizzazione della filiera quali ad esempio:
– l’elevata incidenza di unità di carico pallettizzate a strati;
– la saturazione non ottimale in partenza dei mezzi;
– la complessa gestione delle attività di scarico in banchina presso i Ce.Di.;
– il tema, sempre verde, della gestione dei pallet.

Il nodo cruciale per l’ottimizzazione della “logistica di filiera” è risultata essere la fase di riordino, in cui viene scelta la quantità e la frequenza con cui produttori e operatori logistici devono evadere gli ordini della GDO. Nei pochi minuti a disposizione, infatti, i riordinatori devono emettere per decine di fornitori un ordine relativo a numerose referenze, valutando diverse variabili quali: il consumo previsto, il livello di stock, la presenza di promozioni e di sconti quantità, l’eventuale cambio di palletizzazione ed altri aspetti ancora.

Risulta quindi evidente l’importanza che assumono i software per la generazione delle proposte di riordino, che devono essere confermate ed eventualmente rettificate.
Ma come avviene la parametrizzazione di questi sistemi?
È possibile farlo in modo collaborativo, analizzando i costi “end-to-end” del processo “order-to-delivery” al fianco dei fornitori, per capire quando ha senso riordinare un pallet intero o mezzo strato di cartoni?

Per supportare le aziende in questo percorso di avvicinamento, è stato sviluppato un tool denominato SI.RI.O. (SIstema per il RIordino Ottimale di filiera) che consente di determinare il lotto ottimo e di valutare l’impatto economico delle scelte di riordino sul processo order-to-delivery.

I benefici evidenziati non sono solo di natura economica, ma anche connessi alla riduzione dell’impronta ambientale, sia in termini di minori percorrenze complessive che di maggiore ricorso a modalità di trasporto più efficienti.

Tuttavia il processo che porta ad effettuare riordini “ottimi di filiera” non è spontaneo e spesso, tra i motivi che ne ostacolano la diffusione, si riscontrano la difficoltà nella ripartizione dei benefici o la scarsa attenzione verso gli sconti logistici. Il nodo cruciale da sciogliere è la “volontàa condividere le informazioni in entrambe in sensi e
a coordinare il flusso degli ordini secondo una logica collaborativa.

La collaborazione, infatti, è un processo che coinvolge due business partner e che nasce con l’obiettivo di ottimizzare le performance della supply chain nel suo complesso, identificando le aree di miglioramento legate ai processi di interfaccia tra gli attori di filiera.

Per accelerare il “cambiamento di mentalità” con cui fornitori e GDO affrontano il tema della collaborazione, GS1 Italy ha recentemente presentato un “Vademecum” che vuole rappresentare un modello per valutare i potenziali benefici da cogliere e per implementare quelle soluzioni che sono alla base dell’ottimizzazione dei costi del processo “order-to-delivery”.

A cura del Prof. Fabrizio Dallari
Direttore del C-log, LIUC Università Cattaneo

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