Dando un’occhiata al panorama globale dei noli, il settore del trasporto marittimo containerizzato mostra segnali di rallentamento, con una riduzione significativa delle tariffe spot su diverse rotte strategiche.
Secondo i dati di Xeneta, sono le rotte tra Asia e USA a registrare un calo marcato: il nolo di un container da 40 piedi in direzione della West Coast statunitense si attesta a 2.313 dollari, con una flessione del 58% rispetto al picco di giugno.
Sulla East Coast, il prezzo è sceso a 4.314 dollari: qui il calo è del 35%. Il divario tra le due coste, ora pari a circa 2.000 dollari, riflette una riprogrammazione logistica da parte dei carrier, che stanno riducendo la capacità per contenere la discesa dei prezzi.
Rotte Europa-USA e Asia-Europa
Le rotte Europa-USA mostrano una tenuta maggiore, ma anche qui ci sono dei segnali di rallentamento. Le tariffe spot si mantengono stabili, grazie alla minore volatilità dei flussi commerciali transatlantici.
Diversa la situazione sulla rotta Asia-Europa: il nolo verso il Nord Europa è salito a 3.410 dollari, con un incremento del 78% verificatosi da fine maggio, dunque in pochi mesi, causato da congestioni portuali e problemi idrici sul Reno.
Al contrario, la rotta Far East-Mediterraneo registra un calo del 25%, con tariffe a 3.853 dollari, segno di saturazione della capacità e di dinamiche simili a quelle transpacifiche.
Cause del calo delle tariffe
Il generale trend al ribasso dei noli è da imputare a molteplici fattori, che vanno dalla riduzione delle esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti alla saturazione della capacità navale, il tutto condito dalla fortissima instabilità geopolitica.
La guerra commerciale tra USA e Cina, per non dire USA vs ‘resto del mondo’ varata dalla Casa Bianca a trazione Donald Trump, ha spinto molti importatori a ridurre i volumi, mentre le compagnie di navigazione hanno risposto con la strategia delle blank sailings – ossia l’annullazione programmata dei viaggi – per contenere le perdite.
Ad intricare la situazione, la sostituzione con altrettante (o in numero inferiore) navi di quelle costruite in Cina che prestano servizio sulle rotte da e per gli USA, ora passibili di ulteriori sanzioni: anche questo ha generato discontinuità nei servizi, contribuendo all’instabilità dei prezzi.
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Effetti sui porti europei e italiani
I porti europei risentono ovviamente delle oscillazioni dei flussi, con il Nord Europa sotto pressione per le congestioni e il Mediterraneo che è, invece, in una fase di riequilibrio.
In Italia, Genova mostra una resilienza moderata: il calo dei noli ha ridotto i margini per gli operatori, ma ha favorito una maggiore competitività rispetto ai porti del Nord, mentre le e infrastrutture genovesi, pur sotto stress, mantengono una buona capacità di assorbimento dei volumi.
La tenuta delle tariffe nel Mediterraneo, rispetto al calo più marcato nel Nord Europa, potrebbe favorire una riallocazione dei traffici verso gli scali italiani.
Possibili nuovi equilibri
Nel medio termine, si prospetta una ridefinizione degli equilibri commerciali globali, in quanto la riduzione della dipendenza dalle esportazioni cinesi potrebbe favorire rotte alternative e nuovi hub logistici.
I porti mediterranei, Genova inclusa, potrebbero beneficiare di una maggiore centralità, a patto di investire in digitalizzazione e sostenibilità.
La volatilità resta elevata e, in quest’ottica, le strategie di lungo periodo saranno decisive per consolidare la posizione europea nel commercio marittimo globale.
In un contesto come questo, Genova potrebbe trovarsi nella posizione per rafforzare il proprio ruolo come snodo strategico tra Asia, Europa e Nord America.