A seguito della sospensione avvenuta nel 2023 da parte dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), il World Shipping Council (WSC) ha ripristinato la pubblicazione dei dati sulle carenze riscontrate nelle ispezioni dei carichi navali.
Si tratta del ritorno di un monitoraggio cruciale per l’importanza e la qualità dei dati raccolti, che fotografano l’ambiente dello Shipping. Questo ritorno è coinciso con una sorta di brusco risveglio: infatti, il nuovo report del 2024 evidenzia una realtà preoccupante, dove ben l’11,39% delle spedizioni ispezionate presenta irregolarità, in aumento rispetto all’11% registrato l’anno precedente.
Le informazioni censite dal WSC, raccolte dagli Stati che hanno giurisdizione sui porti di approdo dei natanti cargo, rappresentano uno strumento essenziale per valutare il livello di sicurezza nel trasporto marittimo globale.
Le carenze che vengono rilevate
Le irregolarità riscontrate riguardano principalmente la mancata o errata dichiarazione di merci pericolose, l’assenza o la non completezza di documentazione relativa ai carichi imbarcati e l’utilizzo di imballaggi non conformi agli standard internazionali.
Una tale casistica di carenze può apparire come un semplice elenco di violazioni burocratiche, ma non si tratta di una mera questione formale: dichiarazioni irregolari e indicazioni incomplete sulle merci trasportate sono alla base di gravi incidenti – vedi gli incendi a bordo occorsi con maggior frequenza negli ultimi mesi – mettendo a rischio equipaggi, navi, carichi e, non ultimo, l’ecosistema ambientale marino.
Il fenomeno è, non a caso, aumentato in concomitanza con il moltiplicarsi delle rotte parallele a quelle tradizionali, che, soprattutto con la crisi del Mar Rosso e la formazione di ‘flotte ombra’ per eludere sanzioni di varia natura, hanno fatto lievitare la presenza di mercantili e portacontainer in servizio in barba a criteri di anzianità e sicurezza.
Un confronto con lo storico dei dati
Il report del WSC è interessante in quantoi, analizzando l’andamento dei dati raccolti dal 2017 al 2024, emerge una tendenza altalenante ma con picchi significativi concentrati negli ultimi anni: nel 2017 la percentuale di irregolarità riscontrate era stata dell’8,64%, seguita dall’8,40% del 2018, nel 2019 e nel 2020, anni pandemici per eccellenza, le rilevazioni parlavano del 6,54% e del 7,41%, mentre il 2021, assieme ad una forte ripresa dei traffici, registrava un picco di irregolarità al 10,86%.
Il 2022 crollava nuovamente al 7,84%, mentre dal 2023 il trend a crescere si confermava partendo con un 11%, seguito dall’11,39% del 2024.
Proprio il dato del 2024 rappresenta il valore più alto mai registrato, segno che le misure adottate fino a questo momento non sono sufficienti a invertire il trend.
L’importanza del monitoraggio
Secondo Joe Kramek, Presidente e CEO del WSC, «la sicurezza del carico inizia con una corretta dichiarazione e un imballaggio sicuro».
La ripresa della reportistica può giocare un ruolo di peso, poiché consente di individuare le tendenze e di intervenire in modo mirato. Tuttavia, solo sette Stati portuali contribuiscono attualmente con i propri dati, impedendo una visione globale del fenomeno.
Contromisure e sicurezza
Per contrastare l’aumento delle irregolarità, WSC e IMO propongono diverse iniziative, tra cui la diffusione della Guida Rapida e della Checklist del Codice CTU per l’imballaggio sicuro dei container, il rafforzamento delle regole sulle merci pericolose, lo sviluppo di un nuovo Programma per la Sicurezza del Carico, volto a migliorare lo screening e le ispezioni e la promozione della collaborazione internazionale per ampliare la base dati
La pubblicazione dei dati da parte del WSC rappresenta un passo fondamentale per la trasparenza e la prevenzione, perché solo attraverso standard chiari, controlli rigorosi e una cooperazione globale è possibile ridurre i rischi e garantire una navigazione più sicura per tutti.