Nel panorama della logistica internazionale, la Cina, nazione tutt’altro che immobile come, erroneamente, per decenni la si è creduta, sta ridefinendo il proprio ruolo strategico.
A Pechino e dintorni sta ormai stretta l’etichetta di ‘fabbrica del mondo’ e il ‘dragone’ punta ora a diventare il fulcro della supply chain globale, investendo risorse ingenti nella costruzione di un sistema industriale avanzato, interconnesso e digitalizzato.
È quanto emerge daI recente rapporto 2024–2025 della China Federation of Logistics & Purchasing (CFLP), chiaramente campana interna al Paese asiatico, che traccia con precisione questa trasformazione, offrendo dati e tendenze che senz’altro possono interessare i manager del settore logistico.
Da produttrice a regista
La Cina ha da tempo avviato un processo di transizione profonda: il passaggio che è sotto gli occhi di tutti è quello dalla ‘vecchia’ immagine di una Cina esportatrice di prodotti finiti e fornitrice di capacità produttiva a basso costo ad una nuova Cina esportatrice di interi sistemi industriali e di supply chain.
Questo cambiamento deriva dalla congiuntura che vede all’operatre forze convergenti: la ristrutturazione delle catene di approvvigionamento mondiali, l’aumento del protezionismo commerciale e l’accelerazione della trasformazione tecnologica.
Visto lo scenario, Pechino non si limita più a produrre, ma ambisce bensì a dirigere e orchestrare in prima persona i flussi logistici globali.
Una nuova infrastruttura industriale con 80 cluster manifatturieri avanzati
Secondo il report CFLP, la Cina ha sviluppato 80 cluster manifatturieri avanzati a livello nazionale, riunendo al loro interno poli industriali che coprono settori strategici come la produzione di apparecchiature di fascia alta e le tecnologie per l’energia rinnovabile.
I cluster dedicati alle apparecchiature avanzate rappresentano il 36,25% del totale, segno di una chiara volontà di spingere verso una manifattura ad alto valore aggiunto.
La rete di cluster venutasi così a creare non solo rafforza la capacità produttiva interna, ma funge da piattaforma per l’integrazione con ecosistemi industriali esteri.
Digitalizzazione e IA: il motore della nuova logistica
La trasformazione digitale della supply chain cinese è in piena accelerazione e lo è anche grazie al tasso di penetrazione dell’intelligenza artificiale, che nella logistica ha superato il 37%, con picchi del 78,18% nei processi di ottimizzazione dei trasporti.
L’AI è ormai integrata in tutte le fasi della catena: dalla ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alla gestione degli acquisti e dei fornitori. Secondo Peng Xinliang, segretario generale della sezione Appalti Pubblici della CFLP, il paradigma “AI + Supply Chain” è diventato una tendenza dominante, con le imprese logistiche cinesi che investono massicciamente nelle cosiddette ‘soluzioni intelligenti’.
Implicazioni geopolitiche: Europa e Italia di fronte al nuovo scenario
Il passaggio della Cina da fabbrica globale a hub logistico globale comporta implicazioni geopolitiche rilevanti sia per l’Europa, sia per l’Italia.
Di fatto, significa confrontarsi con un attore che non solo produce, ma che struttura e controlla le reti di approvvigionamento: non è infatti un caso la crescente presenza cinese in infrastrutture logistiche estere e la costruzione di ecosistemi produttivi fuori dai confini nazionali; due fatti, questi, che pongono delle questioni serie in termini di autonomia strategica, di competitività e di sicurezza delle forniture.
I manager europei probabilmente dovranno ripensare le proprie strategie di sourcing, valutando con molta attenzione il grado di dipendenza dalle piattaforme logistiche cinesi.