La transizione ecologica nel settore dei trasporti su strada è entrata nel vivo: la Commissione Europea ha avviato un percorso che mira a ridurre drasticamente le emissioni di CO₂, imponendo allo stesso tempo obiettivi stringenti sia per l’acquisto di camion a trazione elettrica o comunque a zero emissioni e l’obbligo di formazione per i conducenti di veicoli commerciali leggeri.
Due fronti paralleli che coinvolgono direttamente la logistica europea: da un lato la spinta verso flotte più sostenibili, dall’altro l’armonizzazione normativa che estende l’uso del tachigrafo e la conoscenza delle regole sui tempi di guida e riposo anche ai segmenti finora esclusi.
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Camion a zero emissioni: la proposta della Commissione
La Commissione Europea ha manifestato l’intenzione di introdurre obiettivi obbligatori di acquisto di veicoli a zero emissioni (VEC) per gli operatori del trasporto. L’idea che vi sta dietro è quella di accelerare la decarbonizzazione del settore, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili e favorendo l’adozione di tecnologie elettriche e a idrogeno.
Tuttavia, la proposta ha incontrato una forte resistenza: l’IRU (International Road Transport Union) ha trasmesso a Ursula von der Leyen la protesta pacifica di oltre 5.300 operatori europei, che hanno firmato una petizione con lo slogan “Sì alla transizione ecologica, no ai mandati di acquisto”.
Secondo il settore dell’autotrasporto, quelli che vengono definiti ‘mandati’ rischiano di distorcere il mercato e di imporre oneri insostenibili alle imprese, soprattutto alle PMI e alle aziende familiari, già alle prese con costi crescenti e margini di guadagno ridotti.
La posizione è chiara: il trasporto su strada è impegnato nella decarbonizzazione, ma ritiene che la domanda di veicoli a zero emissioni debba crescere naturalmente, una volta garantite le condizioni favorevoli (infrastrutture di ricarica diffuse, costi accessibili, incentivi mirati).
Veicoli commerciali leggeri: nuove regole dal 2026
In parallelo, la Commissione Europea, tramite la DG MOVE, ha confermato che dal 1° luglio 2026 anche i conducenti di veicoli commerciali leggeri con peso compreso tra 2,5 e 3,5 tonnellate impegnati nel trasporto internazionale dovranno rispettare le norme sui tempi di guida e riposo previste dal Regolamento (CE) 561/2006 e utilizzare correttamente i tachigrafi disciplinati dal Regolamento (UE) 165/2014.
Questa estensione normativa alla categoria dei veicoli leggeri segna un passo importante verso l’armonizzazione normativa in quanto, finora, tali obblighi erano riservati ai conducenti di veicoli pesanti, che sono coperti dal Certificato di Idoneità Professionale (CAP).
La novità è che per i veicoli leggeri non sarà richiesto il possesso della carta CAP, pur essendo obbligatoria una formazione adeguata. I moduli CAP potranno servire come riferimento, ma non costituiranno un requisito legale.
Resta ancora aperta la questione dell’obbligo di tachigrafo per i furgoni elettrici, su cui la Commissione non ha preso una decisione definitiva.
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Le reazioni del settore dei trasporti
Le associazioni di categoria hanno accolto con preoccupazione entrambe le iniziative.
Da un lato temono che l’obbligo di acquisto di camion elettrici imponga costi elevati senza garantire infrastrutture adeguate. Dall’altro, l’estensione delle regole ai veicoli leggeri comporta un aumento degli oneri formativi e organizzativi.
Le imprese sottolineano che la sostenibilità deve essere perseguita con strumenti proporzionati e realistici, evitando di penalizzare chi opera in mercati già altamente competitivi.
Le azioni richieste alle aziende di logistica
Per adeguarsi alle nuove richieste europee, le aziende di logistica dovranno investire in flotte a zero emissioni, pianificando gradualmente la sostituzione dei mezzi tradizionali, riorganizzare i programmi di formazione per includere anche i conducenti di veicoli leggeri, garantendo conoscenza delle regole sui tempi di guida e uso corretto dei tachigrafi e valutare incentivi e finanziamenti disponibili per ridurre l’impatto economico della transizione.
Infine dovranno adattare la pianificazione logistica, considerando le limitazioni di autonomia dei veicoli elettrici e la necessità di infrastrutture di ricarica.
Questi oneri non sono marginali: richiedono investimenti, tempo e una riorganizzazione interna significativa. Tuttavia, rappresentano anche un’opportunità per innovare il settore, migliorare l’efficienza e rispondere alle crescenti richieste di sostenibilità da parte dei clienti e della società.
La doppia direttrice della politica europea – camion a zero emissioni e nuove regole per i veicoli leggeri – segna un cambio di paradigma nel trasporto su strada. Le imprese si trovano di fronte a questioni complesse, ma inevitabili: la transizione ecologica non è più un’opzione, bensì un percorso obbligato: la vera questione sarà come renderlo sostenibile, equo e praticabile per tutti gli attori della filiera logistica.



