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Verso una strategia portuale europea: FEPORT rilancia gli aiuti di Stato marittimi

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Foto di Wälz da Pixabay

Durante l’assemblea generale di metà anno tenutasi a Napoli, i membri della Federazione Europea degli Operatori dei Terminal Portuali (FEPORT) hanno ribadito con forza la necessità di un’evoluzione normativa per il sistema portuale dell’Unione Europea. 

La cornice è stata la definizione della futura Strategia Portuale Europea, che, secondo FEPORT, dovrà puntare non solo sulla resilienza ma soprattutto sulla competitività dei porti europei.

Una vittoria legale che segna la rotta

Un evento giuridico importante ha dato slancio al dibattito: il 28 aprile 2025, la Corte di giustizia dell’UE ha riconosciuto che l’azione di FEPORT ha costretto la Commissione Europea a porre fine a nove anni di inattività sulla Tonnage Tax greca del 2015

Questo ha portato alla pubblicazione di due decisioni fondamentali che delineano l’ambito e le condizioni per l’applicazione del regime, in linea con le Linee Guida sugli Aiuti di Stato Marittimi e i principi BEPS (Base Erosion and Profit Shifting).

Fiscalità: definizioni e limiti

Tra gli aspetti chiave emersi c’è l’inquadramento dell’ammissibilità delle attività portuali al regime agevolato: solo le operazioni integrate di movimentazione merci rientrano nel perimetro. 

La movimentazione effettuata da compagnie per conto terzi, ad esempio, resta esclusa. Una distinzione tecnica ma sostanziale per gli operatori economici.

La richiesta: un quadro europeo per gli aiuti di Stato ai porti

FEPORT chiede che la strategia includa un vero e proprio State Aid Framework per i porti, che elenchi in modo trasparente tutti gli strumenti di finanziamento e sostegno attivabili dagli Stati membri. 

L’obiettivo è creare un ambiente normativo prevedibile, che stimoli la concorrenza leale e attragga investimenti pubblici e privati in infrastrutture sostenibili, innovative e strategicamente rilevanti.

Competitività glocale e pressione extra-UE

Il presidente di FEPORT, Gunther Bonz, sottolinea come la competitività europea sia messa a dura prova da porti concorrenti extra-UE, spesso supportati da forti sussidi nazionali. 

L’assenza di regole UE uniformi rischia di indebolire l’intero ecosistema. Per affrontare sfide come la transizione energetica, la sicurezza, la mobilità militare e il traffico intercontinentale, i porti devono essere equipaggiati con strumenti adeguati.

Collaborazione istituzionale e visione comune

FEPORT si è detta pronta a collaborare con le Direzioni competenti della Commissione Europea per contribuire alla redazione dei pilastri della Strategia. 

L’obiettivo è chiaro: dotare l’Europa di un sistema portuale forte, resiliente e proiettato verso il futuro.

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