Vino ed Olio: necessità di linee guida per il trasporto

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Comprende rappresentanti delle istituzioni, dei produttori, dei distributori e dei trasportatori delle due massime eccellenze alimentari Made in Italy il Tavolo di Lavoro convocato da OITA a Roma martedì 25 giugno con l’obiettivo di definire le buone pratiche per il trasporto di vino ed olio EVO, attualmente privo di una normativa specifica.

La riunione, che inaugura i lavori del nuovo Gruppo organizzato dall’Osservatorio Interdisciplinare Trasporto Alimenti (il polo consultivo neutrale nato nel 2016 per approfondire le tematiche connesse al trasporto Food&Beverage e di tutte le merci che richiedono temperatura e/o atmosfera controllata), ha come obiettivo la definizione degli obiettivi conoscitivi, del cronoprogramma e delle modalità di realizzazione delle linee guida, nonché della loro promozione nelle filiere di riferimento.

Hanno accettato di essere parte attiva e propositiva nel Gruppo di lavoro le seguenti personalità: Deborah Appolloni, Segretario Generale Freight Leaders Council; Giuseppe Bertini, Direttore Logistica e Supply Chain, Coop Italia; Olga Landolfi, Segretario Generale TTS Italia; Sergio Lo Monte, Segretario Nazionale Confartigianato Trasporti; Alfredo Pinto, Responsabile marketing e sviluppo, Vinarius, Associazione delle enoteche italiane; Stefano Sequino, ICQRF – Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari – Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali; Umberto Torello, Presidente TransFrigoroute Italia e Coordinatore Sezione Trasporto Alimentare, ANITA.

Il tavolo è coordinato dalla Presidente di OITA, Clara Ricozzi, e si avvale della collaborazione di Marco Comelli, Segretario Generale.

Olio e vino sono liquidi alimentari sensibili alle condizioni ambientali (temperatura, vibrazioni), che influiscono sulla loro conservazione e sul mantenimento delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali originarie. Queste condizioni alteranti possono verificarsi nella fase del trasporto.

Non esistono però normative specifiche che regolino questa fase, e anche la denominazione in etichetta, per esempio per l’olio, “conservare al riparo della luce e lontano da fonti di calore”, è facoltativa.

La scarsa attenzione alla regolazione del settore, in Italia e nella UE, deriva dal fatto che l’alterazione di olio EVO e vino provoca un’alterazione qualitativa, apparentemente non un degrado con conseguenze sanitarie. In questo i due generi merceologici differiscono da molti prodotti alimentari per i quali il trasporto è normato in modo stringente.

Nonostante diversi spedizionieri e trasportatori forniscano indicazioni e offerte specifiche per il trasporto di vino, l’attenzione viene posta sulle modalità di imballo e si concentra sull’integrità del contenitore, comunque importante per il valore economico e per la commerciabilità del prodotto, piuttosto che su quella del contenuto.

Vista l’importanza che olio EVO e vino hanno per l’economica italiana, è necessario intervenire con la definizione di linee guida minime, che siano inizialmente raccomandate e alla fine obbligatorie per chi imballa e trasporta. Per quanto riguarda i parametri da utilizzare, sono disponibili studi scientifici dai cui risultati si possono trarre indicazioni precise di condizioni, soprattutto in termini di temperature, livello di vibrazioni e modalità di maneggio delle confezioni, al verificarsi delle quali esiste il rischio elevato e concreto di alterazione del prodotto.

Secondo OITA una strada potrebbe essere l’estensione dell’applicabilità delle norme internazionali ATP (temperatura controllata), oppure raccomandazioni come quelle esistenti a livello europeo in ambito farmaceutico. Un primo passo potrebbe essere uno standard ad adesione volontaria per poi passare a una normativa cogente, da rendere valida in ambito interno e nel contesto europeo/internazionale.

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