XPO, vendita in vista per il ramo contract logistics europeo?

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L’operazione è stimata tra i 4 ed i 4,5 miliardi di dollari ed accrescerebbe la valutazione aziendale

Vendere per capitalizzare il valore dell’azienda: ha le idee chiare il fondatore di XPO Brad Jacobs, che pare aver riavviato dei contatti per la cessione del ramo di contract logistics europeo, con sede a Lione, in Francia.

L’operazione, che viene data sui 4-4,5 miliardi di dollari, consentirebbe a XPO di aumentare notevolmente il proprio valore, obiettivo cui punta senza farne mistero Jacobs.

Vendere tutte e 4 le unità di business XPO

XPO, che nasce a Greenwich, nel Connecticut (USA), è dotata di differenti segmentazioni nel business della logistica, andando dal LTL (‘less-than-truckload’, ossia trasporto merci a carico ridotto) alla contract logistics, alla quale dedica quattro business unit, due in Nord America e due in Europa.

Jacob ha più volte affermato di ritenere che il valore dell’azienda fosse compresso da quello che lui stesso ha definito come ‘conglomerate discount’, ossia una svalutazione dovuta alla frammentazione.

Prima dell’arrivo della pandemia di Covid-19 era dunque già stata paventata l’ipotesi di ridurre XPO alla sola attività pura LTL, vendendo i segmenti europei e nordamericani di contract logistics.

Sebbene Jacobs abbia ribadito non essere la sua priorità, rumors e stampa specializzata statunitense parlando di contatti per un eventuale cessione del ramo francese, non ancora confermati dall’azienda.

XPO, vendendo guadagnerebbe

La nascita di XPO in Europa avvenne con l’acquisto della francese Norbert Dentrassangle nel 2015: la società di trasporti di Lione andò a costituire la gran parte dell’esposizione europea di XPO, con un esborso, all’epoca, di 3,5 miliardi di dollari.

La situazione attuale vede il ramo francese aver generato 3,7 miliardi di dollari in entrate nell’arco del 2019, ma, soprattutto, 290 milioni di utili al netto di interessi, tasse, deprezzamento e ammortamento.

Se XPO la vendesse ad un prezzo compreso tra 4 e 4,5 miliardi di dollari, vorrebbe dire ottenere una rendita 15 volte superiore il valore dell’EBITDA dell’azienda.

La rivalutazione del gruppo

Un simile colpo permetterebbe a XPO di veder rivalutate tutte le sue parti da parte degli investitori, esattamente ciò cui Jacobs punta affermando di avere come priorità la massimizzazione del valore per gli azionisti più che la costruzione di un impero.

Jacobs ha poi una questione in sospeso con Wall Street, che a sua detta non comprende il valore di molte delle parti mobili dell’azienda, sottostimandone il valore.

Le azioni di XPO valgono circa 10 volte l’EBITDA, ossia molto meno rispetto a quanto non siano valutati i migliori vettori LTL puri o ai fornitori 3PL.

A gennaio 2020 gli analisti avevano stimato che le azioni XPO sarebbero aumentate da $ 30 a $ 60 per azione se tutte e quattro le unità aziendali fossero state vendute. Il business non LTL da 13 miliardi di dollari di XPO è stato scambiato a 4,25 volte l’EBITDA, secondo le stime all’epoca di Deutsche Bank, ed era, secondo l’istituto bancario stesso, ben al di sotto della cifra otto volte l’EBITDA considerata accettabile per un’azienda con solide prospettive di crescita e bassi investimenti di capitale.

Le azioni XPO hanno chiuso la scorsa settimana a 86,26 dollari per azione, segnale che anche le sole illazioni rispetto alla vendita di una delle quattro parti giova al suo rendimento.

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