Non tutto il grano è perduto: la movimentazione ucraina si affida al treno

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Come noto, l’Italia dipende fortemente dalle esportazioni di grano che giungono dall’Ucraina: non è la sola, in quanto sia la nazione colpita dalla guerra, sia il paese aggressore, la Russia adesso sotto sanzioni, producono circa il 30% delle forniture di grano destinate a tutto il mondo.

Per l’Italia l’interruzione di questi traffici ha un impatto particolare, dal momento che per produrre pane e pasta il grano è vitale e, noi, la pasta la esportiamo in tutto il globo.

Detto ciò, incredibilmente l’Ucraina sotto assedio riesce ancora a far uscire delle derrate di grano dai propri confini: non più prevalentemente via nave, bensì via treno.

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La strategia delle ferrovie ucraine

Le ferrovie ucraine giocavano un ruolo molto importante nei rapporti commerciali del Paese già prima del conflitto, ma adesso sono divenute strategiche ed essenziali.

Chiusa la possibilità di far salpare navi dal Mar Nero, la strada ferrata è rimasta l’unica chance di comunicazione commerciale che garantisca una certa rapidità e sostanza.

Kiev aveva già in programma di potenziarne la rete, soprattutto al confine con i paesi della UE: in prossimità della Polonia è in costruzione un terminal container che avrebbe dovuto essere ultimato entro il prossimo aprile.

Malgrado i danni bellici, i treni in Ucraina continuano a fare la differenza: portano aiuti umanitari e rifornimenti, ma non solo.

Dalla parte più occidentale del paese potrebbero infatti partire convogli carichi di grano in direzione Unione Europea e la notizia è che le ferrovie ucraine stanno cercando di sfruttare al meglio i collegamenti esistenti con Varsavia, ma anche con la Romania e la Moldavia per far arrivare più grano possibile nei terminal portuali europei.

Si tratterebbe in ogni caso di un palliativo in grado di mitigare l’impatto iniziale dello stop alle esportazioni marittime, ma di certo non potrebbe né pareggiare i volumi usuali, né fare miracoli sul lungo termine, dato che la guerra ha fermato le coltivazioni.

Si tratta dunque di dare fondo alle scorte per non far avvizzire del tutto l’economia del paese, mentre le ferrovie ucraine si stanno muovendo anche per attrarre investimenti stranieri per potenziare la propria rete nelle zone di confine con l’Europa.

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