Reshoring e ‘de-risking’ nel settore della logistica
Il nearshoring e il reshoring stanno cambiando i flussi commerciali, spingendo i cosiddetti 3PL – ossia coloro che costituiscono la ‘logistica di terze parti’ fornendo trasporti, magazzinaggio e quant’altro si possa esternalizzare – a sviluppare nuove competenze e servizi.
Un esempio significativo nell’attualità è la rotta commerciale USA-Messico, che sta vedendo il Messico superare la Cina come principale partner commerciale degli Stati Uniti: anche questa è una risposta al fatto che il mercato è in continua evoluzione a causa di mutazioni nei modelli commerciali, dei conflitti geopolitici e di altre sfide.
La logistica vive oggi un’epoca nella quale le strategie di approvvigionamento globale stanno subendo aggiustamenti definibili ‘drammatici’.
Strategie antifragili
Le aziende stanno dunque cercando di rendere le loro catene di fornitura ‘antifragili’, vale a dire dotate dell’attitudine «a modificarsi e migliorare a fronte di sollecitazioni, fattori di stress, volatilità e disordine», come da definizione.
Una delle mosse più praticate è produrre prodotti più vicino al cliente finale: questa tendenza, che prevede ordini più piccoli ma più frequenti, rappresenta una serie di nuove sfide concatenate, ad esempio per la gestione del trasporto.
La fine dei servizi ‘in bundle’?
Un’altro tema di cambiamento è legato ai servizi ‘in bundle’, vale a dire ai ‘pacchetti’ che includono la fornitura di più servizi assieme: una tendenza odierna è quella di acquistare separatamente quanto sino a poco tempo fa veniva venduto in blocco.
Questo approccio fa parte anche di una razionalizzazione dei 3PL da parte dei clienti, sebbene il concetto del ‘in bundle’ nascesse nel marketing proprio per consentire la vendita di più servizi assieme a prezzi ribassati rispetto alla somma delle singole forniture.
Nello scomporre gli ‘in bundle’, le aziende cercano fornitori sempre più specializzati nel tentativo di capire meglio il costo effettivo di ciascun servizio e garantirsi che non ci sia stato un ‘margin creep’ (ossia un’erosione dei margini di profitto).
De-Risking della Supply Chain
Le aziende e i 3PL stanno inoltre cercando di sottrarre al rischio le loro catene di fornitura, mettendo in atto processi e attraendo partner che possono identificare e mitigare, appunto, i rischi.
Per fare ciò, ambiscono a disporre di visibilità in tempo reale sui rischi attraverso tutte le modalità e i nodi di una catena di fornitura globale.
I clienti esigono sempre più che i 3PL cui si rivolgono forniscano non solo un controllo molto più approfondito delle loro catene di fornitura, ma anche analisi sofisticate e sicurezza dei dati a corredo.
Oggi, invece di accontentarsi si sapere solo su quale camion si trovino le merci e il loro orario di arrivo, molte aziende vogliono conoscere le dimensioni, i colori e le quantità di ogni prodotto in arrivo. Si tratta del riflesso di un’esigenza, molto forte nel settore retail, relativa alla pianificazione del magazzino e all’ottimizzazione dell’evasione degli ordini nei negozi.
Parlando di food & beverage, la conservazione è una variabile enorme che richiede un livello di dettaglio tale da informare la pianificazione e la programmazione con dati precisi in merito a cosa stia arrivando in un sito di produzione e quando. Tutte informazioni, queste, fondamentali per ottimizzare la pianificazione della produzione.
I 3PL stanno insomma diventando gestori del rischio, fornendo sia visibilità, sia trasparenza. Questo cambio di dinamica sta portando a una maggiore integrazione a più livelli e su più fronti tecnologici tra le aziende e i loro 3PL.