Un fronte compatto di aziende leader nei settori agroalimentare e forestale ha lanciato un appello urgente all’Unione Europea: evitare ulteriori rinvii nell’attuazione del Regolamento sulla Deforestazione (EUDR).
Marchi come Nestlé, Mars Wrigley, Ferrero e altri attori strategici chiedono che la normativa entri in vigore nei tempi previsti, sottolineando i rischi ambientali, economici e reputazionali di un nuovo slittamento.
Il dibattito si sta intensificndo a seguito della proposta di rinviare l’applicazione della normativa al 2026, sollevando interrogativi cruciali per la filiera e per la governance ambientale europea.
Cos’è l’EUDR e perché è importante
Il Regolamento UE sulla Deforestazione, introdotto nel 2021, mira a impedire che prodotti legati alla deforestazione entrino nel mercato europeo.
La normativa impone alle aziende di dimostrare, tramite sistemi di tracciabilità e due diligence, che le materie prime e i prodotti derivati non provengano da terreni deforestati dopo il 2020.
Tra le merci interessate da questo tipo di certificazione si trovano olio di palma, cacao, caffè, carne bovina, legname, gomma e soia, oltre a derivati come cioccolato, pelle, pneumatici e mobili.
Il rischio di un nuovo rinvio
La Commissaria UE Jessika Roswall ha proposto a settembre un rinvio di un anno, citando l’inadeguatezza dei sistemi informatici per gestire il carico di dati previsto.
Questo slittamento – il secondo consecutivo – porterebbe l’entrata in vigore alla fine del 2026, anziché dicembre 2024.
Le aziende firmatarie della lettera ritengono che un ulteriore rinvio comprometterebbe gli obiettivi ambientali e penalizzerebbe chi ha già investito per conformarsi entro il 2025.
Impatto ambientale e climatico
Secondo le aziende, ritardare l’EUDR metterebbe a rischio la conservazione delle foreste e accelererebbe gli effetti del cambiamento climatico.
La normativa è infatti vista come uno strumento essenziale per mitigare i rischi ambientali e promuovere pratiche di approvvigionamento responsabili. Un rinvio, inoltre, minerebbe la fiducia nella capacità dell’UE di rispettare i propri impegni regolatori.
Le implicazioni per la filiera
Molti operatori, inclusi piccoli produttori, hanno già avviato investimenti per adeguarsi alla normativa. Un ulteriore rinvio genererebbe incertezza, disimpegno degli stakeholder e costi aggiuntivi, contraddicendo l’intento di semplificazione.
Le aziende chiedono che eventuali difficoltà tecniche siano gestite con misure transitorie, come la sospensione temporanea delle sanzioni e il riconoscimento della forza maggiore.
Le proposte delle aziende
Nel documento, le imprese suggeriscono soluzioni concrete per evitare il rinvio, partendo dal riconoscere l’impossibilità tecnica come causa di forza maggiore, facendola seguire dall’introduzione di un breve periodo di tolleranza, con sospensione delle multe, per poi istituire un comitato tecnico per facilitare il dialogo tra autorità e operatori.
Il confronto sull’EUDR rappresenta un crocevia tra sostenibilità, innovazione normativa e competitività industriale.
Le aziende chiedono coerenza e pragmatismo, affinché l’Europa possa guidare la transizione verso filiere più responsabili senza perdere slancio.