Davos 2026: il WEF e il futuro delle Supply Chain globali

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Il World Economic Forum (WEF) rappresenta da oltre cinquant’anni un crocevia di idee e strategie per l’economia mondiale: ogni gennaio, Davos diventa il palcoscenico dove leader politici, imprenditoriali e della società civile discutono delle sfide globali. 

Nel 2025 il tema centrale è stato “Collaboration for the Intelligent Age”, con focus su intelligenza artificiale, digitalizzazione e transizione energetica

Nel 2026, invece, l’agenda si sposterà su “A Spirit of Dialogue”, un invito alla cooperazione in un contesto di crescente instabilità economica e geopolitica.  

Dal 2025 al 2026: un cambio di prospettiva  

Il 2025 ha visto la supply chain al centro di un dibattito sulla resilienza. Nel mondo Shipping, Vincent Clerc, CEO di Maersk, aveva sottolineato la necessità di soluzioni concrete e collaborative per affrontare la complessità delle catene di fornitura moderne. Parallelamente, la sostenibilità era stata confermata come priorità, con mercati ‘verdi’ quadruplicati e regolamentazioni sempre più stringenti. Nella passata edizione, l’accento era stato posto proprio sull’innovazione tecnologica e su una fiducia da ricostruire.  

Il 2026 segna un cambio di tono. Non più soltanto ottimismo verso l’“età intelligente”, ma piuttosto consapevolezza di una fase di disruption strutturale

Il Chief Economists’ Outlook del WEF evidenzia che il 72% degli economisti prevede un indebolimento dell’economia globale, mentre il 56% stima una crescente divergenza tra economie avanzate e in via di sviluppo. La supply chain, in questo scenario, diventa un terreno di prova per la capacità di adattamento e dialogo.  

Le prospettive per la Supply Chain globale  

Il tema “A Spirit of Dialogue” richiama la necessità di un confronto aperto tra industrie e nazioni. Per la logistica globale, questo si traduce in alcune direttrici fondamentali, che sono riassumibili nella resilienza, nella diversificazione, nella sostenibilità e del dialogo.

La resilienza è una priorità strategica, dal momento che le catene di fornitura oggi devono essere progettate per resistere a shock climatici, geopolitici e tecnologici oramai all’ordine del giorno.  

Di diversificazione geografica si sente parlare con insistenza e i primi segnali di una ristrutturazione delle catene produttive sono evidenti; inoltre, la crescente divergenza tra economie impone di ridurre la dipendenza da singoli mercati o regioni.  

Le regolamentazioni ambientali e gli eventi estremi richiedono supply chain più verdi e adattabili, portando ad una sostenibilità sempre più integrata.

Infine, il dialogo visto come leva di innovazione, perché la cooperazione tra attori diversi diventa essenziale per generare fiducia e soluzioni condivise.  

‘Disruption’ e nuovi equilibri  

Il WEF sottolinea che lo stato di turbolenza attuale non è congiunturale, ma strutturale: riguarda commercio, tecnologia, risorse e istituzioni. Saadia Zahidi, Managing Director del WEF, ha parlato di ‘contorni di un nuovo ambiente economico’ che già si delineano. 

Per la logistica globale, ciò significa operare in un quadro dove l’incertezza è la norma. Le aziende devono quindi investire in competenze, tecnologie predittive e sistemi di monitoraggio capaci di anticipare i rischi.  

Indicazioni per la logistica globale  

Dalle linee di pensiero del WEF emergono alcune raccomandazioni chiave, come la necessità di prepararsi alla frammentazione dovuta al fatto che le catene del valore saranno meno lineari e più distribuite. 

Anche integrare la sostenibilità come fattore competitivo e non solo in quanto obbligo normativo, è centrale in questa fase storica.  

Altro aspetto vitale è colmare i gap di competenze per gestire le odierne supply chain complesse; in parole povere, in un’epoca che punta dritta verso l’automazione totale, bisognerà ricordarsi di investire nel capitale umano

Ovviamente, occorre anche adottare strumenti digitali avanzati: intelligenza artificiale e analisi predittiva sono indispensabili per affrontare le interruzioni delle catene logistiche.  

Davos 2026 non sarà un semplice proseguimento del dibattito del 2025, ma un momento di svolta. La logistica globale dovrà interpretare il “dialogo” non come retorica, ma come pratica quotidiana di collaborazione e adattamento. In un mondo fatalmente segnato da instabilità e frammentazione, la tenuta delle supply chain diventa il vero banco di prova per l’equilibrio economico internazionale.  

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