Nuovi trend: i carrelli elevatori saranno autonomi

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Tra le tante opzioni che si fanno largo nella mente di chi immagina i magazzini di domani, spunta anche quella di automatizzare del tutto le flotte di carrelli elevatori.

L’idea che prende corpo nella supply chain è sempre più orientata verso un futuro nel quale agli uomini spettano i ruoli decisionali e gestionali, mentre la mano d’opera è del tutto – o quasi – robotizzata.

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Gestire gli esseri umani

Il presupposto di base, sebbene possa suonare come una battuta, è che gestire la componente umana è complesso. Una scoperta dell’acqua calda che, però, in un’ottica di sempre maggior efficienza dei processi viene tenuta in considerazione.

Il problema è che, oltre alla gestione di turni, assenze, malattie, ferie e quant’altro, la redditività delle operazioni di magazzino viene condizionata anche dalle imprecisioni dei manovratori, dai danni arrecati accidentalmente alle merci, dagli infortuni – purtroppo non così rari – agli operatori stessi.

Il ricambio stesso degli operatori all’interno della turnistica non può garantire sempre la stessa qualità del servizio: si tratta di osservazioni banali, scontate, ma che le aziende che si occupano di automazione mettono nel conto complessivo.

 

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Bassa manovalanza a macchine di precisione

Una prospettiva di evoluzione del magazzino 4.0 si sta dunque concentrando sullo sviluppo di carrelli elevatori autonomi: del tutto guidati dai software, si dovrebbero muovere in un ambiente, il magazzino, che si configura come ‘sterilizzato’ rispetto alla presenza umana.

A differenza della robotica collaborativa, l’idea è quella di compartimentare in modo stagno i compiti e le sfere di azione: uomini a gestire – ad usare il cervello, se vogliamo – robot autonomi a lavorare ‘con le mani’.

Tutto ciò comporta inevitabilmente una migliore distribuzione del carico di lavoro ed un abbassamento di tempi e costi. Anche la sicurezza dovrebbe guadagnarne.

Automatizzare i processi, dall’ingresso delle merci alla loro movimentazione in realtà riduce al minimo tutte le operazioni, eliminando tutte le ‘incertezze’ dell’agire umano.

Certo, occorre una mutazione sostanziale e non solo ‘di pelle’ dell’infrastruttura aziendale, oltre che di mentalità, forse l’ostacolo più grande all’attuazione di questi propositi. 

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