Automazione e Intelligenza Artificiale (IA) rivestono un ruolo sempre più cruciale nella logistica, come negarlo? Qual’è, tuttavia, il livello di accettazione del loro impiego da parte del personale in carne ed ossa che lavora in magazzini, centri di distribuzione e aziende di trasporto?
Un sondaggio YouGov, commissionato da SafetyCulture, ha cercato di scoprirlo coinvolgendo oltre 10.000 lavoratori del settore logistico a livello globale.
Lo studio offre una prospettiva interessante su come l’IA venga percepita nel contesto lavorativo logistico, rivelando dati sorprendenti in merito a quello che si potrebbe definire un “ottimismo generazionale”, ossia legato all’età degli intervistati, all’efficienza tecnologica e alle sfide che persistono nell’applicazione di queste tecnologie.
Le vecchie generazioni sono più ottimiste
Di solito, quando ci si avvicina al tema dell’Automazione industriale e dell’uso dell’Intelligenza Artificiale, scattano una serie di naturali diffidenze. La prima, nell’immaginario comune, minaccia infatti una serie di posti di lavoro cosiddetti ‘manuali’, mentre la seconda potrebbe far traballare posizioni di tipo più intellettuale o, quanto meno, modificarne le prassi e le competenze al contorno.
Nonostante queste preoccupazioni comuni riguardo all’IA, che celano il timore per la possibile perdita di posti di lavoro, il sondaggio rivela che due terzi dei professionisti della logistica si sentono rafforzati nei loro ruoli proprio grazie all’IA, vedendola come un supporto piuttosto che una minaccia. Un ottimismo che risulta particolarmente evidente tra i lavoratori più anziani, con solo il 10% dei Baby Boomers che esprime preoccupazioni riguardo all’IA e alla sicurezza del lavoro.
Al contrario di quanto si potrebbe pensare di primo acchito, sono i più giovani a guardare con sospetto l’IA. In netto contrasto con i loro colleghi senior, infatti, il 57% dei lavoratori della Gen Z manifesta preoccupazioni sull’impatto dell’IA sul proprio lavoro, dichiarandosi meno certi della sua sicurezza.
Paradossalmente, questa disparità generazionale può essere attribuita proprio all’esperienza: i lavoratori più anziani, che corrispondono mediamente a quanti hanno una carriera consolidata, sono più propensi a vedere l’IA come un’ulteriore risorsa, uno strumento, più che una minaccia. I più giovani, invece, che stanno ancora costruendo le loro carriere (e, va detto, lo stanno facendo in un periodo di estrema incertezza globale), temono di essere letteralmente sostituiti dalla tecnologia in nome dell’efficienza e del taglio dei costi.
Tecnologie comunque vantaggiose
Un altro aspetto evidenziato dallo studio riguarda l’insoddisfazione per le soluzioni tecnologiche obsolete e che, pertanto, influiscono negativamente sulla produttività.
Le inefficienze dovute aI sistemi legacy costano al settore logistico, secondo una stima, oltre £1.88 miliardi all’anno.
Le grandi multinazionali della logistica non per niente stanno incorporando sia Automazione che IA nei propri processi, iniziando a mostrare il beneficio che può derivarne rispetto a metodi più classici di lavoro.
Il settore logistico ha infatti già iniziato a vedere applicazioni di successo di queste tecnologie, in quanto esercita un discreto fascino la possibilità di colmare lacune di manodopera e competenze oggi molto diffuse.
Per fare degli esempi, Amazon utilizza “Robo-Stow”, un braccio robotico che aiuta gli operatori umani con i sollevamenti pesanti, riducendo lo sforzo fisico sui dipendenti e aumentando l’efficienza.
DHL, invece, impiega l’analisi predittiva per prevedere la domanda e ottimizzare i livelli di stock, riducendo i costi di inventario e soddisfacendo meglio le esigenze dei clienti.
FedEx ha introdotto una tecnologia di ottimizzazione delle rotte basata sull’IA, che adatta i percorsi di consegna in base ai dati in tempo reale, migliorando i tempi di consegna e l’efficienza del carburante.
Ancora, UPS sfrutta l’apprendimento automatico nei processi di smistamento dei pacchi e nella pianificazione delle rotte, riducendo i costi e migliorando l’efficienza del flusso di lavoro.
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Innovazione nelle piccole aziende
Anche le piccole aziende stanno sfruttando l’IA per ottenere un vantaggio competitivo. Le startup nel settore stanno innovando con robotica autonoma nei magazzini e strumenti di gestione intelligente dell’inventario che utilizzano l’IA per bilanciare i livelli di stock, monitorare le fluttuazioni della domanda e gestire l’evasione degli ordini. Questa tendenza non solo aiuta a far fronte alla carenza di manodopera, ma aumenta anche la velocità e l’accuratezza, critiche per le piccole imprese che affrontano margini più ridotti e una concorrenza più agguerrita.
L’accettazione dell’IA nel settore logistico è dunque un fenomeno in crescita che va di pari passo con la modernizzazione della tecnologia sul posto di lavoro, cruciale per sfruttarne appieno il potenziale.
Con l’aumento degli investimenti nell’IA, ad emergere è l’importanza di programmi di formazione su misura che consentano ai dipendenti di utilizzare con fiducia le nuove tecnologie. Il passaggio del settore verso un ambiente più tecnologico offre vantaggi promettenti per i lavoratori, suggerendo che mentre l’automazione cresce, cresceranno anche le opportunità per coloro che sapranno usarla efficacemente.