La Spagna ha lanciato il prototipo della sua Infrastruttura Nazionale di Servizi Blockchain (Infraestructura Nacional de Servicios Blockchain o INSB), segnando un passo decisivo verso la digitalizzazione dei processi pubblici e privati in quella che viene definita una svolta digitale per Stato e impresa.
Non si tratta di un semplice esperimento pilota tecnologico, ma di una piattaforma progettata, nelle intenzioni di Madrid, per garantire trasparenza, sicurezza e interoperabilità tra cittadini, imprese e istituzioni. Per i dirigenti delle PMI iberiche, la blockchain nazionale dovrebbe rappresentare un’opportunità concreta per semplificare operazioni, ridurre costi e rafforzare la fiducia nei propri servizi.
Il modello spagnolo va tenuto d’occhio, in quanto può fare da apripista verso simili esperienze anche in altri Paesi, evidenziando in anticipo pro e contro di questo sistema.
Oltre le criptovalute: blockchain come infrastruttura
Normalmente, nell’immaginario comune, la blockchain viene associata esclusivamente al mondo delle criptovalute.
Si tratta di una riduzione delle potenzialità e dell’utilità di questo sistema, che è già utilizzato per la digitalizzazione dei contratti o per la certificazione delle garanzie legate soprattutto ad alcuni prodotti del lusso.
Il prototipo nazionale spagnolo contribuisce a smonta la visione limitata che lega blockchain e criptovalute: l’obiettivo del governo di Madrid è costruire un sistema di fiducia digitale su larga scala.
Ad essere interessati sono i processi di registrazione di contratti, la certificazione di titoli o la tracciabilità dei prodotti: grazie alla blockchain, questi passaggi possono essere automatizzati, resi immutabili e gestiti senza intermediari, con un notevole risparmio di tempo e risorse.
Leggi anche:
La Blockchain nella Logistica: quali vantaggi?
Casi d’uso concreti e interoperabilità
Il prototipo INSB è stato progettato come modulare e adattabile a diversi settori; tra le applicazioni previste sono incluse la gestione documentale, le certificazioni accademiche, i registri di proprietà intellettuale e la tracciabilità nelle catene di fornitura.
Per le PMI, ciò significa poter integrare soluzioni blockchain nei propri flussi operativi, migliorando la gestione dei dati e la trasparenza verso clienti e partner, con un occhio proprio agli scambi extra-nazionali: uno degli aspetti più innovativi (e fondamentali) del progetto è infatti l’interoperabilità.
La blockchain spagnola è pensata per dialogare con altre reti europee, aprendo la strada a progetti transnazionali. La Spagna punta a replicare modelli come quello estone nel settore sanitario: nel Paese baltico, la cartella clinica di un paziente è infatti digitalizzata e consultabile da qualsiasi centro autorizzato. Le potenziali ricadute di tali sistemi riguardano PMI attive in ambito medico, farmaceutico, ma anche assicurativo.
Ecosistema in crescita e alleanze strategiche
Il lancio della rete è frutto della collaborazione tra enti pubblici, centri di ricerca e aziende tecnologiche: Telefónica Tech lavora su soluzioni di identità digitale, mentre Banco Santander ha sperimentato la tokenizzazione nel campo delle obbligazioni, andando a costituire non delle iniziative isolate, ma un ecosistema in fase di maturazione.
Un’altra opportunità per le PMI, entrando in questo circuito, è data dall’accesso a nuove reti di innovazione e finanziamento.
Naturalmente, il percorso non è privo di ostacoli e la scalabilità della blockchain nazionale è cruciale e deve affrontare una serie di rodaggi: passare da test limitati a migliaia di operazioni quotidiane richiede infrastrutture robuste.
La sicurezza informatica è un altro nodo fondamentale, così come la formazione degli utenti, che richiederà alle PMI di investire in competenze digitali per sfruttare appieno le potenzialità della blockchain.