Blockchain per l’import-export: migliorare l’efficienza del commercio

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Un consorzio di Hong Kong introduce il primo sistema basato sulla tecnologia blockchain per gestire le spedizioni portuali

Tecnologia e logistica sono termini che andranno sempre più a braccetto, come dimostra la continua introduzione di applicativi destinati alla gestione di processi, uomini, infrastrutture e merci. Per migliorare l’efficienza commerciale a livello globale si vedono, ad esempio, sempre più utilizzi della tecnologia blockchain, diventata famosa nei primi anni Dieci del Duemila con la diffusione delle criptovalute.

Il principio può essere riutilizzato in vari settori, uno fra i quali è la gestione di un organismo complesso come un porto con tutta la catena di fornitura che gli sta alle spalle, per giungere sino alla consegna definitiva della merce.

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Le prime applicazioni in Asia

A fare da apripista sono, non a caso, alcune tra le realtà più aggressive dell’emisfero logistico delle spedizioni su scala planetaria.

Una piattaforma che sfrutta la tecnologia blockchain offrendo una soluzione paperless che collega i lavoratori al porto di importazione, inclusi gli agenti, i destinatari, le linee di navigazione e i terminali, è stata ad esempio introdotta nel porto di Hong Kong.

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Una rivoluzione per la logistica

I vertici del consorzio promotore di Cargo Release, questo il nome dell’applicazione, che è stato fondato per digitalizzare le catene logistiche su spinta del governo cinese, sostengono si tratti di una fase iniziale che prelude ad una vera e propria rivoluzione in grado di generare enorme valore.

A credere in questa ‘rivoluzione efficiente’ sono senza dubbio gli otto componenti del consorzio Global shipping Business Network (GSBN), che sono 8 compagnie di navigazione globali e operatori terminalistici: insieme rappresentano un container su tre gestito nel mondo e forniscono l’infrastruttura di dati necessaria al sistema.

 

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