Il trasporto aereo cargo ha vissuto negli ultimi anni fasi altalenanti, ora penalizzato dalle restrizioni figlie della pandemia, ora contagiato dal rialzo dei noli marittimi.
Secondo le rilevazioni di WorldACD, società specializzata nell’elaborazione di dati sull’andamento globale del trasporto aereo delle merci, i primi mesi del 2023 hanno visto la tendenza del settore ad una progressiva stabilizzazione dopo le perdite registrate nei mesi precedenti.
Ciò non vuol dire, però, che la flessione del mercato commerciale si sia arrestata ma soltanto che la discesa avviene con minore inclinazione.
A titolo d’esempio, se il quarto trimestre 2022 aveva segnato un calo del trasportato in tonnellate del 13%, il primo trimestre 2023 ha ridotto la perdita all’11% con il singolo mese di marzo in flessione dell’8% a livello internazionale.
Questi dati, secondo IATA (International Air Transport Association), vanno tuttavia interpretati alla luce di una lunga serie di fattori che incidono sul loro andamento e rendono complicata l’anticipazione dei futuri trend.
Un ruolo primario è infatti giocato dalla generale situazione macroeconomica mondiale che è caratterizzata da un rallentamento dell’economia per le spinte inflattive in atto nei paesi occidentali, le restrizioni delle condizioni finanziarie con la stretta sui tassi monetari.
Ad essi si aggiungono gli oggettivi problemi che le catene di approvvigionamento globali hanno dovuto affrontare a causa delle tensioni geopolitiche e del conflitto tra Russia ed Ucraina che non sono ancora superate ed anzi costituiscono motivo di future preoccupazioni.
Ciò indubbiamente deprime la domanda mondiale, che in molti casi è tornata al di sotto dei livelli pre-Covid 19, e rende il mercato particolarmente volatile.
Le previsioni degli analisti rimangono pertanto, per la maggior parte, piuttosto prudenti ritenendo che la situazione attuale si protrarrà almeno sino alla fine del primo semestre 2023 mentre la ripresa dovrà probabilmente aspettare l’anno successivo.
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L’Italia non differisce dall’Europa
Il primo trimestre 2023 ha registrato anche per gli aeroporti italiani, una flessione delle spedizioni valutata da Assaeroporti nel 7,2%, rispetto all’analogo periodo del 2022.
In maggior dettaglio, nel trimestre sono state movimentate 249.396 tonnellate complessive di merci di cui 237.641 tonnellate di merci con una perdita del 7,5% e 11.755 tonnellate di posta con un incremento dell’1%.
Il calo risultante segue quello del mese precedente, seppur in forma numericamente più contenuta, e non si discosta da quello osservato sui principali mercati europei, misurato mediamente nel 7% circa.
Anche le motivazioni non dovrebbero essere dissimili da quelle evidenziate dall’ATA a livello globale, che si concentrano sul fattore macroeconomico e sulle conseguenti riduzioni della domanda.
Tuttavia, come osservato da ANAMA, l’Associazione Nazionale Agenti Merci Aeree, il progressivo calo delle movimentazioni di merci per via aerea si può anche attribuire ad un fenomeno di aggiustamento della ripartizione dei traffici con il trasporto marittimo.
Infatti, occorre ricordare che le grandi difficoltà riscontrate nel 2021 e 2022 del trasporto via mare per la forte carenza di stiva con conseguente rialzo dei noli avevano provocato lo spostamento sul trasporto aereo di buona parte del traffico soprattutto delle merci più urgenti quali farmaceutici e materie prime.
Oggi è probabile che questo surplus di domanda, cessata la fase emergenziale, stia rientrando nei suoi ambiti più naturali.
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Il caso Malpensa
L’andamento registrato a livello nazionale trova puntuale riscontro nell’analisi, dei singoli aeroporti, pur nelle diversità dettate dalle particolari situazioni e scelte locali.
Tuttavia, attira l’attenzione il dato di Milano Malpensa, il più importante scalo italiano sul piano dei volumi di merci movimentate con una quota del 65,5% del totale nazionale.
La flessione dell’aeroporto milanese nel trimestre indicato è stata del 15,2%, praticamente il doppio della media nazionale.
Dato che si aggrava analizzando il risultato nel singolo mese di marzo 2023 che registra una perdita di volumi del 12,9% contro una media nazionale del 5,2%.
Anche in questo caso le motivazioni dell’ANAMA attingono al riequilibrio in atto tra diverse modalità di trasporto e tra scali nazionali, ora che i voli passeggeri hanno ripreso quota e si vanno riempiendo le stive in tutti gli aeroporti riequilibrando i pesi tra loro.
Da segnalare, a tale proposito, il risultato trimestrale molto positivo di Roma Fiumicino che guadagna il 37% rispetto all’anno precedente, pur restando del 18,7% al di sotto dei volumi di marzo 2019.
Positivi i risultati anche di Bologna (+9,4%), Venezia (+1,4%) mentre Brescia perde il 2% nel trimestre ma è protagonista di un grande guadagno, pari al 49,5% nel mese di marzo 2023 rispetto allo stesso mese del 2019.