Ecco i punti della riforma portuale

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Il momento del coraggio. Così lo ha definito Pasqualino Monti nell’indicare in anteprima quelli che – secondo lo schema che Assoporti ha in queste ore fornito al governo – dovranno essere i capisaldi della riforma portuale, ovvero i contenuti operativi in applicazione delle linee guida dello “Sblocca Italia”.

Ecco quali sono i punti fermi della riforma presentata da Assoporti:

Autonomia finanziaria e autodeterminazione finanziaria. Per realizzare le opere che sono di interesse per il Paese e che sono state selezionate come tali nell’ambito del Piano strategico della logistica e dei porti, viene destinato da una parte l’1% dell’Iva, e dall’altra è parallelamente previsto il ricorso a forme di collaborazione pubblico-privato e alla finanza di progetto utilizzando anche a garanzia delle operazioni di finanziamento delle nuove opere le banchine di cui le singole Autorità portuali dovranno patrimonialmente disporre nei porti di competenza e che possono diventare lo strumento per la necessaria leva finanziaria.

L’autorità portuale è anche libera di determinare le tariffe per quanto attiene le tasse sulle merci e quelle sui passeggeri, in coerenza con le sue esigenze di competitività e/o di finanziamento di opere. Le autorità tra l’altro possono costituire ovvero partecipare a società, operanti anche all’estero, che esercitano attività accessorie, strumentali o comunque connesse ai compiti istituzionali affidati alle autorità stesse.

Alla base di questi processi si colloca un cambiamento strutturale anche nella natura giuridica e operativa delle Autorità portuali. Secondo lo schema di Assoporti, le Autorità portuali “escono dall’elenco ISTAT della pubblica amministrazione”, diventano a tutti gli effetti enti pubblici ad ordinamento speciale, così come per altro evidenziato con chiarezza in questo periodo da più sentenze anche della Corte di giustizia comunitaria.

Stessa impostazione di snellimento amministrativo per risolvere il problema dei dragaggi e dell’iter di approvazione di questi lavori. Qui si cambia in modo radicale. I materiali dragati in porto, una volta verificata la caratterizzazione, sono esclusi dalla normativa sui rifiuti se vengono riutilizzati nello stesso porto ad esempio per effettuare lavori di riempimento.

Sul fronte doganale l’altra importante innovazione. La proposta di Assoporti da un lato prevede un servizio reale doganale h24, attraverso lo sblocco della mobilità per il personale doganale con un’operazione a costo zero coperta dai maggiori introiti garantiti dall’incremento negli standard di efficienza e dai maggiori volumi di merce: Assoporti quindi prevede l’obbligo (attraverso l’immediata emanazione di una direttiva da parte del ministero della Sanità) della Sanità marittima e degli altri enti concorrenti allo sdoganamento, di adeguarsi allo sforzo di informatizzazione e di efficientamento attuato dalle Dogane, prevedendo forme analoghe allo sdoganamento in mare (il cosiddetto pre-clearing) e quindi a un drastico sveltimento delle operazioni in porto.

La riforma dovrà affrontare il tema del lavoro portuale, riconoscendo che, l’alta flessibilità e la specializzazione coniugate all’esigenza di garantire massimi standard di sicurezza e di mercato fanno parte integrante della natura dell’attività portuale. Per questo occorrerà stabilizzare le attività svolte dal soggetto di cui all’art. 17 ampliandone le competenze in materia di formazione professionale e dando alle nuove autorità più poteri in materia di governo del mercato del lavoro.

Le nuove Autorità, in numero inferiore all’attuale, più autonome dal punto di vista amministrativo e più forti finanziariamente, dovranno essere soggetti di governo di aree vaste, in forte collegamento con le realtà locali, in grado di pianificare e programmare interventi infrastrutturali nelle aree retroportuali connesse al proprio mercato di riferimento. Questo può comportare altresì accordi internazionali e veri e propri investimenti anche esteri per aumentare la propria capacità di attrarre traffico. La pianificazione logistica su aree extraportuali dovrà individuare nuovi limiti territoriali extra demaniali delle circoscrizioni delle nuove Autorità Portuali e logistiche. Ad esse, nel quadro di una forte autonomia amministrativa, non dovranno essere precluse la possibilità di investimenti anche in servizi ferroviari ed in infrastrutture logistiche .

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