Il Gruppo Veronesi, con i suoi tre marchi di riferimento Veronesi, Aia e Negroni, dispone di una filiera completa e integrata che parte dalla produzione dei mangimi sino alla trasformazione e distribuzione delle carni, dei salumi e delle uova. Una logistica che serve tutti gli stabilimenti produttivi del Gruppo e i clienti gestendo migliaia di consegne giornaliere. Ne parliamo con Fabio Brevini, direttore Logistica presso Gruppo Veronesi.
La sua formazione è da ingegnere gestionale. Quanto è stata importante la formazione universitaria rispetto a quanto ha appreso sul campo?
“La scelta di intraprendere la carriera ingegneristica è stata determinante, sia perché rappresentava un mio obiettivo personale sin dall’infanzia, sia per il valore del percorso formativo che offre solide competenze tecniche e metodologiche, essenziali per affrontare le sfide dell’attuale panorama industriale. Inoltre, l’esperienza maturata presso un’importante azienda alimentare mi ha permesso di integrare efficacemente le conoscenze ingegneristiche con competenze pratiche operative“.
Lei ha un trascorso anche nel corpo dei Vigili del Fuoco. Quanto è stato importante per lei questa formazione nelle decisioni che riguardano gli aspetti di sicurezza?
“Durante quattro anni di servizio presso il Corpo dei Vigili del Fuoco, parallelamente agli studi universitari, ho imparato e vissuto lo spirito di squadra, il senso di responsabilità e la capacità di prendere decisioni rapide e ragionate in situazioni di emergenza. L’uscita da questa professione ha rappresentato una scelta significativa nel mio percorso. In ambito di sicurezza sul lavoro, tale esperienza mi ha permesso di comprendere come anche in contesti apparentemente ordinari le circostanze possano evolvere rapidamente in modo negativo.
La disciplina contribuisce molto anche nel campo dell’analisi del rischio, attraverso l’utilizzo di formule e azioni tecniche che, se applicate secondo le procedure, permettono di prevenire o mitigare la gravità di un evento. Analogamente l’intelligenza artificiale, se opportunamente indirizzata, potrà fornire un contributo significativo anche in questo settore“.
Distribuire prodotti freschissimi in tempi stretti, anche inferiori a quelli dell’ecommerce: come si vince questa sfida?
“I nostri prodotti a base di carne hanno una shelf life molto breve. La logistica deve essere rapida per garantire freschezza e offrire al consumatore il massimo dei giorni residui fino alla scadenza. Bisogna inoltre minimizzare sprechi e svalorizzazioni tramite una pianificazione accurata e un servizio efficiente“.
Qual è il requisito fondamentale per raggiungere questo obiettivo?
“Sostanzialmente quello di riuscire a mantenere la catena del freddo lungo tutta la filiera, non solo durante il trasporto o nel magazzino ma soprattutto in tutte le fasi di passaggio tra un nodo e una fase di trasporto“.
Quali sono i vantaggi di gestire internamente la catena del freddo, all’interno di una rete logistica complessa e capillare?
“Gestiamo direttamente la catena del freddo per controllare freschezza, tempi di consegna e rispetto degli standard fino al cliente finale. Questo approccio ci permette di rispondere rapidamente alle esigenze in evoluzione dei clienti. Tuttavia, richiede organizzazione, competenze avanzate e sistemi di controllo integrati per monitorare oltre tre milioni di consegne annue, dai grandi volumi della GDO ai piccoli ordini di negozi tradizionali come macellerie e botteghe molto radicate nel nostro paese“.
In un contesto caratterizzato da prodotti con caratteristiche logistiche molto eterogenee, in termini di
shelf life, temperature di conservazione, valori medi, quali sono stati i driver che vi hanno portato a integrare i flussi distributivi invece di mantenerli separati?
“L’accorpamento dei flussi risponde all’esigenza di ottimizzazione e rappresenta un elemento fondamentale per assicurare efficienza e sostenibilità sotto il profilo ambientale, sociale ed economico. Attraverso la valorizzazione della funzione logistica quale elemento aggregante per le diverse tipologie produttive, è possibile uniformare i servizi erogati e proporre ai clienti l’intera gamma del nostro assortimento“.
Per la logistica questi sono tempi duri per la mancanza di personale qualificato e di autotrasportatori, quali soluzioni potrebbero esserci dal suo punto vista?
“Attualmente, il settore della logistica sta riscontrando una progressiva diminuzione di interesse da parte delle maestranze: reperire personale qualificato nell’handling e nel trasporto risulta oggi particolarmente complesso. Questa sfida, tuttavia, rappresenta anche uno stimolo per individuare nuove soluzioni di efficientamento, puntando soprattutto sulla riduzione degli sprechi e sull’incremento delle ottimizzazioni in ogni ambito operativo“.
Livello di servizio e sostenibilità non più antagonisti ma alleati. Condivide l’affermazione?
“L’attenzione al cliente nel garantire un servizio di qualità è da sempre centrale nel nostro lavoro quotidiano. La stessa attenzione deve essere però dedicata a non sprecare risorse produttive, di magazzino e trasporto cercando di introdurre criteri moderni e immediati. Si può fare tanta sostenibilità anche semplicemente ridefinendo i volumi minimi trasportati e le logiche di rifornimento“.
Avete due magazzini con forte automazione. Quali sono i benefici ottenuti?
“Le potenzialità dell’automazione non possono più essere trascurate: attualmente si parla persino di “ecosistemi di automazioni” che favoriscono la transizione digitale dei processi ancora manuali. Tuttavia, l’implementazione di queste soluzioni richiede investimenti iniziali rilevanti e comporta una significativa complessità organizzativa nella gestione degli impianti stessi. L’automazione presuppone un percorso strutturato e un adeguato livello di maturità aziendale. I magazzini su cui abbiamo investito in automazione consentono una maggior efficienza in tutti i flussi dall’azzeramento degli errori all’ottimizzazione degli spazi e non ultimo, nella tracciabilità dei prodotti un tema al quale noi siamo molto sensibili“.
In Italia, qual è il livello di collaborazione tra produttori e GDO?
“La collaborazione nella supply chain è fondamentale per la sostenibilità del servizio. Relazioni win-win tra produttori e distributori, supportate da ECR, si realizzano tramite iniziative come la previsione condivisa della domanda, la pianificazione congiunta e la consegna certificata. Queste azioni mirano a migliorare il servizio lungo tutta la filiera, favorendo una gestione integrata rispetto all’approccio ‘individualista’“.
Qual è il ruolo dei KPI condivisi e delle dashboard integrate nel facilitare una collaborazione efficace lungo la supply chain?
“È importante monitorare costantemente la performance aziendale e delle diverse funzioni, al fine di identificare rapidamente eventuali problematiche e intraprendere le necessarie azioni correttive. Tuttavia, una delle principali sfide è sviluppare dashboard integrate e KPI condivisi che permettano un linguaggio comune cliente-fornitore, fornendo uno strumento tecnico utile per la collaborazione nella supply chain“.
Se Fabio Brevini avesse la bacchetta magica, quali cambiamenti apporterebbe per migliorare il sistema logistico nazionale?
“A mio avviso, è necessario intervenire su tre fronti: modernizzare le infrastrutture come alternativa sostenibile al trasporto su gomma, semplificare le procedure burocratiche per facilitare il flusso delle merci anche a livello internazionale e accelerare la digitalizzazione e l’adozione di standard tecnologici. GS1 ed ECR dovrebbero supportare concretamente questi sviluppi“.
Hobby: pizzaiolo privato per mia moglie e le mie due bambine.
Ultimo film: nei pochi tempi liberi riguardo volentieri “Breubaker” con Robert Redford, la storia di un direttore di carcere che vuole introdurre un cambiamento ma deve cambiare il sistema classico.
Sport o viaggi?: entrambi anche se purtroppo solo occasionali.
Messaggio in bottiglia: “Abbiate il coraggio e la voglia di sognare. Osare cambiare e mettersi in gioco per fare qualcosa di bello per sé e per gli altri“.
Silvia Grizzetti