La Banca Mondiale boccia l’efficienza dei porti container italiani

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La classifica di produttività della Banca Mondiale relega agli ultimi posti quasi tutti i porti container italiani ma non risparmia nemmeno quelli del Nord Europa

È stata pubblicata in questi giorni la terza edizione del “Container Port Performance Index (CPPI)” redatto a cura della World Bank’s Transport Global Practice in collaborazione con Analytics Division of S&P Global Market Intelligence.

Lo studio di quest’anno ha analizzato le prestazioni di 348 porti in tutto il mondo che nel 2022 hanno operato nella movimentazione container, con l’obiettivo di redigere una classifica prestazionale della loro produttività.

A tale scopo, il tempo trascorso in media da ogni nave nello scalo per effettuare le operazioni di carico e scarico è stato assunto come misura principe dell’efficienza dello scalo stesso.

Infatti, come sottolinea l’analisi, oltre l’80%delle merci globali è traportato via mare e di questo il 35% in volume e oltre il 60% in valore è movimentato per container.

I porti, quindi, costituiscono nodi critici per le supply chain mondiali, essenziali per le strategie di crescita anche di molte economie emergenti. 

Si comprende pertanto come la qualità delle prestazioni delle strutture portuali possa influire su ritardi, interruzioni nelle catene degli approvvigionamenti, aumento dei costi e perdita di competitività non solo per le aziende coinvolte ma anche per i territori.

Alla luce di ciò poter disporre di una misurazione standard delle capacità e dell’efficienza dei porti che consenta di confrontare le diverse prestazioni operative, offre un indiscusso strumento di analisi.

In quest’ambito il CPPI, come enunciato nella premessa dello studio della Banca Mondiale, “si pone come punto di riferimento per tutte le parti interessate nell’economia globale, inclusi governi nazionali, autorità e operatori portuali, agenzie di sviluppo, organizzazioni sovranazionali, vari interessi marittimi e altre parti interessate pubbliche e private impegnate nel commercio, nella logistica e nella fornitura servizi a catena.”

L’obiettivo dell’indice di performance è quindi quello di aiutare a identificare le opportunità per intervenire e stimolare lo sviluppo portuale in quella parte significativa costituita dal trasporto container.

L’edizione di quest’anno, per la prima volta, presenta un solo ranking fondendo insieme in un’unica classifica i due approcci che avevano caratterizzato i precedenti report basati uno su una valutazione di variabili oggettive con l’utilizzo dell’analisi fattoriale (FA) denominata “statistica” ed una derivata da valutazioni qualitative e giudizi di esperti, detta “amministrativa”.

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La classifica 2022

Come già avvenuto nelle precedenti edizioni, i porti container maggiormente performanti si trovano prevalentemente in Oriente.

La classifica dei porti operanti nel 2022 vede, infatti, al primo posto lo scalo cinese di Yangshan che precede quello di Salalah nello stato di Oman.

Entrambi i porti avevano occupato le stesse posizioni anche nella classifiche del 2021, sia in quella cosiddetta “statistica” che in quella “amministrativa”, a conferma della riconosciuta qualità delle loro strutture portuali.

Nella prime posizioni compaiono altri due porti medio orientali, Kahlifa, che gestisce tutto il traffico container dell’Emirato di Abu Dhabi, e Hamad sito in Qatar.

Analogamente sono presenti altri due porti cinesi quali Ningbo e Guangzhou, confermando nell’area asiatica la presenza di strutture tra le più efficienti al mondo.

Completano le prime dieci posizioni il porto colombiano di Cartagena e quello di Tanjung Pelepas in Malesia, 

I porti che compaiono nelle prime dieci posizioni, ben nove hanno migliorato il proprio ranking rispetto all’anno precedente con la sola eccezione di Hamad.

Da segnalare anche il peggioramento del porto giapponese di Yokohama che dal primo posto conseguito nel 2020, è scivolato al 10° posto nel 2021, fino all’attuale 15°.

Il primo porto europeo è situato in Spagna, ad Algeciras, ma è solo al sedicesimo posto. In fondo alla classifica si trovano porti storici come Le Havre, Amburgo e Rotterdam.

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Male i porti italiani

Vado Ligure, a Savona, risulta il porto italiano con le migliori prestazioni nell’attività di movimentazione container.

Il porto ligure segna un progresso rispetto all’anno precedente grazie al miglioramento del livello di automazione, ma la classifica lo vede solo al 68° posto. 

A seguire si trova Gioia Tauro che è 123° e Ancona (157°)

Molto negative le performance conseguite da tutti i principali scali nazionali come Venezia (246°), Napoli (270°), Livorno (309°), Genova (316°), Spezia (332°) e Trieste (339°)

Risultati che peraltro sono in linea con quelli conseguiti negli anni precedenti e che, seppur suscettibili di discussioni in merito alla scelta di parametri che premiano essenzialmente la minor permanenza di una nave portacontainer in uno scalo per le operazioni di carico e scarico, evidenziano la necessità di interventi migliorativi per garantire la necessaria competitività.

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