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La sanità prende il volo: droni e logistica aerea per una distribuzione più efficiente e sostenibile

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Nel contesto della sanità, la tempestività delle consegne può fare la differenza tra la vita e la morte. In questo quadro, l’impiego dei droni come nuovo strumento distributivo si sta affermando con sempre maggiore forza […]

L’introduzione dei droni nella logistica sanitaria segna l’inizio di una trasformazione radicale nel trasporto di farmaci, organi e materiale biologico ed apre la strada a scenari di vasta applicabilità in tutta la filiera della salute.

La nuova frontiera della logistica sanitaria: i droni

Nel contesto della sanità moderna, la tempestività delle consegne può fare la differenza tra la vita e la morte. Che si tratti del trasporto urgente di un organo, della consegna di un farmaco salvavita o dell’invio tempestivo di campioni biologici a un laboratorio, la logistica riveste un ruolo essenziale. In questo quadro, l’impiego dei droni come nuovo strumento distributivo si sta affermando con sempre maggiore forza, portando una ventata di innovazione in un settore spesso vincolato da tempi lunghi e infrastrutture congestionate.

La logistica sanitaria tradizionale, basata principalmente su mezzi su gomma, si scontra quotidianamente con ostacoli legati al traffico urbano, ai tempi burocratici e alla necessità di conservare in condizioni perfette i materiali trasportati. I droni rappresentano una risposta alternativa e concreta a queste criticità: capaci di volare sopra il traffico, seguire percorsi diretti tra strutture sanitarie e mantenere condizioni ambientali stabili grazie a contenitori intelligenti, offrono una soluzione tecnologica altamente promettente.

Oggi si stanno studiando soluzioni per trasportare in volo non solo organi, ma anche sangue, campioni diagnostici, dispositivi medici e persino farmaci oncologici e vaccini, la cui integrità è strettamente legata alla temperatura e al tempo di consegna. In quest’ottica, la logistica sanitaria sta rapidamente evolvendo verso un modello multimodale, integrato e automatizzato, dove i droni rappresentano uno dei tasselli più innovativi.

Torino come laboratorio di innovazione: il caso INDOOR

In Italia, è Torino a inaugurare su scala urbana il primo test significativo di questa rivoluzione logistica. Il progetto INDOOR (usINg Drones fOr Organ tRansportation), sviluppato da un consorzio multidisciplinare che coinvolge enti pubblici, ospedali, università e startup tecnologiche, ha dato vita già nell’ottobre 2024 al primo volo sperimentale di un drone tra due strutture ospedaliere della città.

Il test, seppur limitato ad un tragitto urbano di circa 500 metri in linea d’aria  aveva simulato il trasporto di un organo dal Centro Traumatologico Ortopedico alla Palazzina di Genetica delle Molinette. Il drone utilizzato era dotato di una smart capsula progettata per monitorare costantemente parametri come temperatura, urti e umidità, fattori chiave per la conservazione di materiale biologico sensibile.

Il progetto torinese ha avuto il merito di dimostrare la fattibilità operativa di un sistema di trasporto aereo automatizzato in ambito urbano, con il supporto tecnico di ENAC per la regolamentazione dello spazio aereo, e con l’integrazione di software per la gestione autonoma dei voli. Le fasi sperimentali sono state accolte positivamente dallo stesso mondo sanitario, che ne ha riconosciuto il potenziale soprattutto nei contesti ad alta criticità.

Tuttavia, non erano mancate alcune perplessità quali la distanza limitata del volo, l’assenza di reali ostacoli meteorologici e la mancanza di carichi biologici effettivi, tutti elementi che avevano evidenziato la necessità di proseguire la sperimentazione in situazioni più complesse. Inoltre, la gestione dello spazio aereo urbano, la sicurezza informatica e l’integrazione con i flussi logistici ospedalieri erano emersi come altrettanti nodi da sciogliere prima di un’adozione su larga scala.

Droni a idrogeno: sostenibilità e autonomia al servizio della salute

Un ulteriore sviluppo del progetto torinese ha portato Thomas SchaelCommissario della Città della Salute e della Scienza di Torino, ad annunciare durante il convegno organizzato da PoliMi denominato “Innovazione tecnologica e transizione sostenibile: le opportunità del settore dei droni e Mobilità Aerea Avanzata” tenuto a Roma il 17 aprile 2025, la possibilità di utilizzare droni alimentati a idrogeno verde per la logistica sanitaria. Questa evoluzione rappresenta un salto qualitativo nella prospettiva di una sanità “a emissioni zero”, e segna un importante allineamento con gli obiettivi europei di sostenibilità ambientale.

L’idrogeno consente ai droni di volare più a lungo, coprire distanze maggiori e supportare carichi più pesanti, a fronte di emissioni pressoché nulle. Secondo quanto riportato da Supply Chain Italy, il progetto prevede anche la realizzazione di un’infrastruttura logistica dedicata, che comprende la produzione e lo stoccaggio dell’idrogeno, l’installazione di vertiporti e la gestione dei flussi di consegna attraverso software avanzati.

Aeroporti come quelli di Torino Caselle e Cuneo Levaldigi potrebbero diventare hub per questa nuova logistica sanitaria, connettendo aree periferiche o montane, spesso penalizzate dalla mancanza di collegamenti rapidi, con i centri ospedalieri più attrezzati. Questa logica reticolare, che privilegia l’integrazione aerea e terrestre, potrebbe ridisegnare completamente la distribuzione sanitaria, non solo quella regionale.

L’approccio torinese si configura così come un modello potenzialmente replicabile in altri contesti urbani e regionali, italiani e internazionali, in particolare dove la densità urbana e la distribuzione ospedaliera complicano la tempestività dei trasporti sanitari.

Opportunità e sfide per la logistica sanitaria del futuro

Per gli operatori della logistica, l’introduzione dei droni apre scenari inediti. In primo luogo, si assiste a un allargamento delle competenze richieste: non basta più conoscere le tecniche di trasporto su gomma o su rotaia, ma occorre acquisire nozioni di aeronautica, controllo remoto, sicurezza informatica e normative aerospaziali. La formazione del personale, in questo senso, rappresenta un investimento imprescindibile.

In secondo luogo, l’integrazione dei droni nella filiera distributiva sanitaria richiede la revisione di molte infrastrutture esistenti. Gli ospedali, ad esempio, dovranno dotarsi di aree di atterraggio, sistemi di ricezione automatizzata, capsule intelligenti per la conservazione del carico e software in grado di comunicare in tempo reale con le centrali operative logistiche.

Tuttavia, i benefici attesi sono considerevoli. Il tempo medio di consegna può ridursi anche del 70%, le emissioni vengono drasticamente abbattute, e le aree marginali possono essere integrate in un sistema sanitario più equo e accessibile. Il tutto con margini di errore ridotti, grazie all’impiego di algoritmi predittivi e tecnologie di monitoraggio in tempo reale.

Sul fronte delle criticità, restano le questioni legate alla sicurezza del volo, alla gestione dei flussi in ambienti complessi come le città e alla privacy dei dati trasportati e trasmessi. La normativa, ancora in evoluzione, dovrà armonizzarsi con le esigenze operative e con i diritti dei cittadini, evitando che l’innovazione superi la capacità di regolamentazione.

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