La supply chain punta sull’uomo ma chiede competenze

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Una ricerca svolta da Gi Group e Assologistica sull’evoluzione del mercato del lavoro nella logistica nel prossimo quinquennio, conferma come la digitalizzazione e l’automazione pongano al centro nuove figure professionali.

Robot nei magazzini e camion a guida autonoma stanno prefigurando una riduzione del fattore umano nella logistica del futuro. Ma oggi le cose non stanno esattamente così.

Innanzitutto, perché le attuali sperimentazioni mostrano che l’automazione totale della movimentazione nelle piattaforme e della conduzione di autoveicoli senza autista potrà avvenire, nel breve-medio termine, solamente in situazioni particolari, quindi l’uomo non sarà sostituito dall’intelligenza artificiale.
La logistica non solo manterrà molte delle attuali funzioni, ma già oggi ne sta cercando di nuove.

Lo mostra una ricerca svolta da Gi Group e Assologistica sull’evoluzione del mercato del lavoro nella logistica nel breve periodo, ossia entro il prossimo quinquennio.
Lo studio è focalizzato sulle piattaforme logistiche, sulle società di servizi e su quelle di distribuzione delle merci, escludendo le attività esterne, come le spedizioni e i trasporti.

Il primo passo è stato censire le attività e valutarne le tendenze: quasi la metà (49%) mostra un andamento stabile, mentre il 17% è in declino (soprattutto nelle aree dell’amministrazione e dei servizi generali) e ben il 34% appare in crescita. Di queste ultime, la metà rientra in tre funzioni: ingegneristiche (engineering), commerciali (sales) e informatiche (IT), con prevalenza delle prime. L’altra metà comprende competenze sulle risorse umane, l’assistenza ai clienti, gli acquisti, la gestione degli asset e le pratiche doganali.

Le professionalità che o saranno maggiormente richieste sono il Logistic Engineer, che progetta e migliora la disposizione dei magazzini per soddisfare le esigenze di ciascun cliente; il Solution Designer, che stabilisce e ottimizza i processi; il gestore delle forniture, che ha il compito di selezionare e garantire l’affidabilità dei fornitori esterni; il Customer Consultant, che deve porsi in relazione in modo proattivo con i clienti.

A questi si aggiungono diverse professionalità legate all’Information Technology e alle nuove tecnologie, tra cui spiccano il Customer Engagement, che definisce il software per ogni specifica commessa, e lo specialista in ottimizzazione dei trasporti, che deve saper gestire grandi quantità di dati (big data) per coordinare la distribuzione.

Anche la manutenzione degli impianti richiede figure specializzate, come tecnici sappiano intervenire sui sistemi automatici o manager dedicati alla riduzione dell’impatto ambientale ed energetico dell’intera struttura e dei veicoli che la usano.

La ricerca mostra anche come stanno cambiano alcune figure che finora sono considerate poco specializzate, come gli autisti dei veicoli leggeri che svolgono la distribuzione sull’ultimo miglio e che possono guidare con la sola patente B. Soprattutto a causa dello sviluppo del commercio elettronico, devono avere buone doti comunicative per interagire con una platea di destinatari formata anche da consumatori finali, e saper usare device che offrono sempre più funzioni. In alcuni settori aumenta la richiesta di figure in grado sia di manovrare i veicoli, sia di muovere e installare macchinari per uffici e industrie.

Questo è il panorama della domanda descritto dalla ricerca di Gi Group e Assologistica, che richiede un’adeguata formazione iniziale e un costante aggiornamento. Ma l’attuale offerta formativa è in grado di soddisfarla?

A cura di Claudio Corbetta

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