L’aftermarket automotive italiano guarda alla Russia

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Il Gruppo Athena punta ad accrescere la competitività nei Paesi aderenti all’Unione Doganale Eurasiatica

Esiste un enorme mercato cui molte aziende italiane anche in passato, specie prima dell’imposizione di una serie di embarghi da parte della UE, guardano con interesse: si tratta della Russia e, con essa, dei Paesi EAC, ossia facenti parte dell’Unione Doganale Eurasiatica.

Il settore automotive è facilitato, per l’assenza di barriere commerciali, nel provare il salto verso il grande mercato a est dell’Unione Europea ed è notizia recente che proprio un Gruppo italiano ha aperto un ufficio commerciale a San Pietroburgo, nel cuore della Russia.

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I ricambi italiani guardano ad Est

A compiere il salto è stato Athena, Gruppo vicentino specializzato nei ricambi aftermarket per veicoli a due e quattro ruote, oltre che nelle guarnizioni industriali.

La nuova sede commerciale di San Pietroburgo pone dunque la presenza dell’azienda italiana all’interno della più grande confederazione del mondo come fase di attuazione di un progetto più ampio.

Il mercato russo è infatti una terra di strategica importanza sulla quale muoversi, la penetrazione nella quale è oggi facilitata dalla crescente apertura alla cooperazione per fini innovativi e tecnologici.

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Strategia logistica per l’estero

Per un’azienda italiana aprire una sede in Russia vuole anche dire ottimizzare una serie di processi logistici.

Il primo a risentirne positivamente è l’evasione degli ordini all’estero, soprattutto in territorio russo per via dell’abolizione delle pratiche burocratiche e doganali.

Inoltre, la possibilità di vendere direttamente utilizzando la valuta locale rende la strategia economica dei prezzi ancora più concorrenziale.

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