L’evoluzione delle Control Tower, uno degli strumenti di gestione più avanzati della Supply Chain, è al centro di rinnovata attenzione, con protagonista della scena l’Intelligenza Artificiale (IA) generativa.
Le Control Tower tradizionali sfruttano tecnologie avanzate per ottimizzare la catena di approvvigionamento, tra le quali la stessa AI: IBM, sviluppatrice di una piattaforma di intelligenza artificiale generativa dedicata alla Supply Chain, ha recentemente dichiarato, in seno al Benelux department of the Council of Supply Chain Management Professionals, che si profila una rivoluzione che potrebbe ridefinire completamente questo panorama.
La forza dell’AI Generativa
IBM ha sostenuto di aver già integrato con successo l’AI generativa nei propri processi di assemblaggio dei mainframe IBM Z, rendendo obsoleto il bisogno di consultare database complessi.
Al contrario delle Control Tower, l’AI generativa offre, dunque, risposte agili a questioni complesse senza richiedere infrastrutture articolate o figure altamente specializzate.
Si tratterebbe, dunque, della chiave per ottenere dati in tempo reale, analisi predittive e prescrittive senza la necessità di investire in mastodontiche Control Tower. Sempre IBM parla di superamento della dipendenza dall’IT per tradurre le domande in query SAP, consentendo agli addetti di ottenere risposte dettagliate in linguaggio naturale.
Il declino delle Control Tower tradizionali?
La tradizionale visione offerta dalle Control Tower è statica e difficile da adattare alle dinamiche mutevoli dei mercati odierni.
L’AI generativa, al contrario, permette ai pianificatori di accedere autonomamente a informazioni chiave attraverso domande mirate. Questo potrebbe segnare la fine delle Control Tower esistenti, spostando il focus verso soluzioni più dinamiche e innovative.
Le aspettative e le preoccupazioni
L’uso dell’AI generativa non è privo di rischi: ad esempio, essa può fornire informazioni errate in situazioni in cui il sistema non può conoscere la risposta, o potrebbe generare risposte utilizzando dati senza il permesso del proprietario.
Inoltre, gli esiti possono essere influenzati negativamente se i dati sono contaminati da pregiudizi.
Le ricerche mostrano che l’80% dei CEO ha effettivamente qualche preoccupazione nei confronti dell’Intelligenza Artificiale: il 46% è impensierito per la sicurezza e l’etica, mentre il 42% non crede che l’IA generativa possa essere affidabile.
La necessità di modelli più sostenibili
Oltre alle preoccupazioni etiche, la sostenibilità è fonte di questioni da dirimere: l’AI generativa attuale, come ChatGPT, ha un impatto ambientale significativo.
IBM sottolinea la necessità di modelli più piccoli, predicendo un futuro in cui si utilizzeranno dei frame che, pur essendo leggermente meno precisi, consumano notevolmente meno energia. Per un 2% in meno di accuratezza, si risparmia sino all’80-90% di energia consumata, un cambio più che accettabile.